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"VECCHIE PORTE"

"VECCHIE PORTE" Vecchie e "Ngarrupate queste porte e finestre. Hanno resistito chi sa per quanto tempo a venti ,piogge e intemperie. Hanno protetto dalla privacy tante famiglie tenendo fuori curiosi , discussioni e male lingue. Immaginiamo di entrare in una di queste case. Notiamo che c'e' un'unica ma grande stanza. Un'opaca luce ci viene da una finestra in fondo con i vetri opachi e anneriti dal tempo. Alla destra della porta notiamo un grosso barile appeso al muro. E' la provvista d'acqua che serve alla famiglia per alcuni giorni. Questa casa non provvista di acqua corrente naturalmente, e tanto meno di elettricita'. In quei primi anni cinquanta il post -seconda guerra mondiale era stato devastante. Il progresso in quel paesello del sud era lento, ed era sprovvisto di ogni comodita'. Un grande letto occupa gran parte di quella stanza . In una culla al suo lato fatta di legno dorme tranquillo un bambino, mentre un sacco con un copertino funge da lettino per un ragazzino . Un tavolo al centro con quattro sedie e due piccoli sedili fatti di legno ( Cippi") ne completano il tutto. Dando uno sguardo a quei quattro muri notiamo che la pittura e' asciutta e annerita causata dal fumo di quel focolare situato in quel angolino della casa ,unica risorsa di calore . Usciamo dopo aver dato una illustrazione quasi completa del luogo non senza dare un ultimo sguardo a quelle porte cercando un aiuto alla memoria per scoprire da chi fossero abitate quelle case. Forse dai Lamanna emigrati in California. Dagli Aquila, emigrati ad Hamilton ,o forse dalla famiglia Salvatore Ammirati "U pauniallu" a Montreal. Chi sa. Una cosa e' certa qualsiasi famiglia le abbia abitate ,sara' stata gente laboriosa, povera sicuramente ,ma ricca di valori ,portata a mille sacrifici nel crescere i propri figli, educarli nelle buone abitudini, ad amare il lavoro e la famiglia. E' nel "riaprire gli occhi " tanta tristezza ci assale e nel vedere il loro stato deteriorato ,quasi demolite, con evidenti spaccature, dove pioggia , neve e freddo vi entrano senza che nessuno faccia qualcosa. Ormai il loro destino e' assegnato, la loro fine e' assicurata. Resteranno i ricordi stampati su quei muri di tanta gente che le ha abitate, resteranno le impronte digitali di quelle mani ruvide e loboriose , mentre ogni qualvolta che le guardiamo su queste nostre storiche foto, ci si stringe il cuore. Tutto cambia, tutto finisce. Peppino Fazio.





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