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UN RICORDO DI UN VENERDI SANTO.

Updated: Jan 6, 2022

UN RICORDO DI UN VENERDI’ SANTO DI TANTI ANNI FA!!!! aprile 3, 2015 La Madonna della Addolorata.Ero un ragazzino un po’ coccolato,tanto che mia mamma per fare il bravo, mi teneva sulle sue ginocchia, mentre lei era seduta su un banco della nostra cara chiesa di Castelsilano! Era un Venerdi’ Santo di tanti..tanti anni fa. Non lo so perché , ma quella sera decisero di ‘,portare” la Madonna solo e unicamente intorno alla chiesa stessa, all’interno. Ricordo dei canti molto tristi .Un organo suonava un po’ stanco ,ma emetteva le sue note chiare.Ricordo anche che il canto veniva coperto in parte da un rumore a me sconosciuto.Crescendo con gli anni venni a sapere che quelle erano la ”racanelle’. Alcune erano piccoline in mano a dei bambini piu’ grandi di me ,altre erano immense .Veri scatoloni che occorrevano le due mani per farle funzionare .Alzando gli occhi diedi uno sguardo a quella immensa statua coperta con quel suo mantello tutto nero, una corona in testa e le sue mani erano giunte. Non capivo,ma attratto dai quei canti e dal frastuono delle ”racanelle”, rimasi sveglio e tenevo gli occhi fissi su quella statua portata a spalle da grandi giovanotti.Completato il giro la posarono davanti all’Altare.Molte donne si avvicinavano per toccorle almeno il lembo del mantello, altre la baciavano ai piedi. Gli uomini invece ,se ne stavano dietro ,intenti a seguire con religiosità la funzione.Cappelli in mano, pastrani abbottonati , alla loro maniera partecipavano anche loro alla quella dolorosa funzione.D’un tratto quel rumore cesso’ ,l’organo emise l’ultima nota.Un silenzio totale regnava in quella nostra cara chiesetta.Il parrocco, presumo fosse Don Natale Palmieri prese la parola.Tutti ascoltavano con attenzione.Ricordo che mia mamma mi sveglio’ dicendomi che tutto era ”compiuto”,( naturalmente mi addormentai durante la predica!!””) mi invito’ di mettermi il piccolo ‘,basco” solo una volta arrivati alla porta.Mi fece il segno della croce bagnandomi la fronte con dell’acqua Santa.Mi accorsi che mi teneva stretto ,stretto, e ci avviammo verso casa, in quella della Via Nova.Mi buttai sul letto,mi addormetai subito.Un ricordo di un VENERDI’ SANTO ,di tanti…tanti anni fa!! Peppino FazioLeave a Comment » | Uncategorized | Permalink Pubblicato da castel48

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Giuseppe Peppino Fazio·

Ah questo paese ,questo nostro caro paesello

che ci ha visti crescere e menare i primi passi,

i primi giochi sporchi di terra ,ma felici.

Le prime ”uscite” in quelle stradine

che solo muli ed asini potevano attraversare.

Scoprirne ogni angolo e toccarne ogni pietra.

Ci ha visto crescere come noi abbiamo

visto crescere i suoi alberi ,

i suoi pini ,le sue castagne non senza discenderne

con dei grafi alle braccia dopo averli ‘,scalati’

‘ per il gusto di avvistarne il nido del tordo o del frinquello.

Ah questo nostro paesello che una volta grandicelli

siamo stati ”costretti” a lasciare portandocene

ogni ricordo della sua gente ,di amici e parenti cari,

di quelle case ,alcune già con l’erba

che spuntava dalle mura.

Se avessimo potuto ci saremmo portati

anche quell’aria fine e pulita di montagna ,

quel cielo stellato , quell’odore di ginestra,

il profumo e la fragranza di quel pane

appena sfornato! Adesso che siamo avanti

con gli anni ci basta una foto ,un annetodo

per rivivedere la nostra fanciullezza trascorsa

in quelle stradine,,,”VINELLE”.

Ah quel nostro paesello,

” LUOGO DI SEMPLICITÀ, DI AFFETTI E ,

DI COSE E DI ESSERI CARI!!

peppino fazio.


LA RACCOLTA DELLE MELE ottobre 5, 2015 ”LA RACCOLTA DELLE MELE ” Non potevamo chiedere di più al Creatore.Volevamo una splendida giornata piena di sole e fummo accontentati.Domenica quattro Ottobre ,giorno di San Francesco d’Assisi otre 200 persone si sono dati appuntamento a Sant’Antonio Abate ,una località ad un’ora e mezza da Montreal per un Picnic e alla tradizionale raccolta delle mele ,dove la natura si é divertita nel creare un posto meraviglioso,boschi che già mostravano i loro variopinti colori autunnali, e poi tanti , tanti alberi da melo distesi come immense praterie. Mia moglie ed io facevamo parte della gang di San Leonard.Partimmo poco dopo le 9 del mattino da Leonardo Da Vinci.Sebbene ci fosse già un cielo sereno,la mattina si trascinava ancora quel poco di freddo della notte appena trascora, necessitava quindi coprirsi bene. Francesco ,uno degli organizzatori penso’ bene di distrubuire a ciascuno degli occupanti dell’autobus un berretto rosso dell’ SPI ,sembravamo ,uomini e donne tanti Garibaldini!! Fu un viaggio tranquillo e sereno.Avrei potuto leggere, ma preferivo osservare dal finestrino la splendida natura che si presentava davanti ai miei occhi, mi attirava moltissimo!! Mi vennero in mente le numerosissime gite che si facevano quando ero in Seminario nella San Paolo a Roma.La mente torno’ indietro di oltre 50 anni!! Assisi, Albano Laziale, Nettuno,Subiaco.Anzio . Oltre alle immense pianure coltivate al granoturco ingiallito,ormai pronto per raccolta, osservavo le varie farme con i loro attrezzi alcuni ormai passati e arrugginiti dal tempo ora in disuso,altri nuovissimi ,moderni pronti per essere usati.Non mancavano gli animali. Attraversando differenti municipalità ,si notavano anche tante chiese costruite appositamente al bordo della strada con i loro campanili dalle antichissime campane e cimiteri ai loro fianchi . Bastava vedere quelle pietre di marmo tutte messe in fila con perfetta precisione per capirlo. Arrivati sul posto trovammo grandi parcheggi pieni di macchine e tanta ,tanta gente. I bambini prendevano d’assalto i giuochi, le altalene, i palloni gonfiati, la nave pirata.In quel momento mi vennero in mente i miei nipotini, e mi dissi” : ”chi sa quanto si sarebbero divertiti se fossero qui con noi!!” Una volta scesi, ciascuno con i propri amici penso’ bene di occupare il tempo nei migliori dei modi, chi alla raccolta delle mele chi a gironzolare in quella meravigliosa natura . Nel frattempo un sole di un autunno che rare volte abbiamo qui nel Quebec stava facendo di quella giornata un quadro che solo un grande pittore sarebbe stato capace dipingere.. Fu servito un gustoso pranzo. Panini con salsiccia e carne arrostite sul posto. Moltissimi volontari si pridigarono affinché il tutto si svolgesse alla perfezione.Erano presenti alcuni personaggi politici tra i quali la Rosannie Filato condidata alle prossime elezioni Federali per Saint-Léonard Sant-Michel dell’ NDP e l’amico Giuseppe Continiello ,candidato anche lui come segretario del PD alle prossime elezioni del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. E cosi’ in lieta compagnia, tra una raccolta di qualche zucca e molte mele,tra una foto ricordo fra i più intimi venne l’ora di far ritorno a casa. Non mi resta che fare un grande ringraziamento ai numerosi organizzatori ,Da Salvatore Martire, ad Orlando, a Francesco,calabrese come me, che ieri per giunta ricorreva il suo compleanno, al Carissimo amico Giuseppe Continiello sempre disposto ad una battuta .Mi scuso se ho dimenticato qualcuno. Meritano tutti lo stesso ringraziamento.L’appuntamento sarà all’anno prossimo? Chi sa. Forse .Di sicuro mia moglie ed io tornammo a casa felici e contenti.La natura é troppo bella per non amarla,che Iddio c’é la conservi sempre. Stare con la gente, e poi incontrare persone che non si vedevano chi sa da quanto tempo ,É tremendamente fantastico!!! Peppino Fazio.






dicembre 25, 2015

MILLE ALTRI NATALI ARRIVERANNO ANCORA!! Cosa resta di quella legna? Niente. solo cenere. Ma resta in noi tanta gioia di averla”vista” ,questa nostra ”Focara”.Non nascondo l’emozione che ho provato nel vedere quelle fiamme salire verso il cielo e quella legna bruciarsi lentamente.Quanti pensieri ,mi vedevo insieme a quella poca gente (purtroppo).Stringere la mano a tutti, augurare Buon Natale a piccoli e grandi ,conoscenti e non.Oggi 25 Dicembre é ancora Natale ,ma resta un po’ di malinconia.La Vigilia é diversa. C’é quella aspettativa che ti avvolge.La fretta di preparare le cose, la corsa all’ultima spesa. A quelle cose che si dimenticano e ti vengono in mente solo al momento di apparecchiare la tavola. Il grande traffico( per fortuna ..sfortuna..) senza neve. La lunga attesa alle casse.finalmente ti vedi seduto a quella tavola imbandita con un centrotavola natalizio ,fatto con un ramo di pino con a fianco due candele per illuminare la tavola, e dare il giusto senso al Natale.LUCE ,la nascita del Banbin Gesù É LUCE per il mondo.Assaporare il buon cibo non senza prima aver ringraziato il Signore per avercelo concesso ancora una volta.Ricordare e raccontare ai più giovani altri Natali passati con cari che non ci sono più.”Allora si faceva cosi’..” Oppure ricordare quando finsi di essere un po’ brillo per ”inventare” qualche scenetta e far ridere i miei due figli e i tre cari nipotini allora bambini.Fingermi ubriaco per tenere alta la gioia e far ricordare loro che a Natale ci si diverte e basta.Sopra parlavo di malincinia, infatti a festa conclusasi si ha questa sensazione: tutto passa tutto finisce,come quelle candele che hanno illuminato la tavola (anche spiritualmente!) per tutta la serata, ormai ridotte ad un mucchio di cera “Oppure come tutta quella cenere che da ragazzo al paesello recandomi il giorno dopo alla focara vedevo per terra ancora calda e qualche bracia ardeva per farci capire che il Natale non era ancora passato, e che ci dava un chiaro segnale che l’anno dopo si sarebbe eretta un’altra focara, forse ancora più grande. Purtroppo non vedendo più la grande legna della sera prima mi assaliva un senso di malinconia.Natale é questo. Si passa dalla gioia dei preparativi alla tristezza dopo l’accomplimento.Ma é giusto che sia cosi’, perché tutto debba ricominciare come il passaggio dalla morte ad una nuova vita. EVVIVA IL NATALE!! Peppino Fazio


gennaio 18, 2016

”E ANDARE VIA!!!!” Ecco.. …”E un bel giorno dire basta e andare via, sognare un’altro mondo ”. Dire addio alla nostra fancillezza ,a quei giorni di spenzieratezza . Lasciare il nostro paesello ,amici cari ,parenti , il gattino che di notte s’infilava nel nostro lettino e le caprette di zio Ciccio ”U Paune ”con il loro caldo e bianco latte. Le lunghe cavalcate con ”Siggi” , il mulo dello zio Peppino. L’odore della legna che bruciava nei nostri camini, Quel campetto di calcio con terreno arido e pieno di sassolini che si conficcavano nelle ginocchia come tanti proiettili ,senza parlare delle botte che prendavamo dalla mamma una volta tornati a casa. La fucina di Mastro Pasquale ,fabbro ferraio con quel suo piacevole e inconfondibile odore di carbone . Lo scalpitare dei muli dei nostri cari compaesani che non amavano farsi ”ferrare”. I tantissimi viaggi nel periodo della Vendemmia dalla ”Graria alla Chiusa” con l’asina del caro zio Rosario. Le stradine innevate appena percorribili. L’ OM di zio Vincenzo carico di cemento , con i suoi lunghi e interminabili viaggi a Catanzaro!! (I camion che fecero crescere l’Italia!) Il grande Falo’; ”LA FOCARA” la sera del 24 Dicembre . La Messa della Mezzanotte in una chiesa fredda , ma calorosa e accogliente. I tradizionali dolci ,il torroncino, le arance ”maltesi’ che poi provenivano dalla Sicilia. La letterina di Natale ai cari genitori, (e a anche mio pandre in quelle rare volte che si trovava a casa). la visita ai nonni anziani e il bacio della loro mano con richesta della loro benedizione. E il sorriso delle amichette di scuola sparse un po’ ovunque e ormai sparito nel tempo e perso in quelle stradine svuotate e deserte. ‘ ‘ Tutto questo lo abbiamo lasciato alle nostre spalle andando via salendo su quel ”treno ”dalla folle corsa senza mai rispettare sosta alcuna! E cosi’ se con nostalgia ne ricordiamo ogni cosa É perché FA parte della nostra vita passata. Un bagaglio di cose vissute che rimangono stampate nel nostro cuore e nella nostra mente.. Peppino FazioL’ALTRA CASTELSILANO

luglio 26, 2016

l’ALTRA CASTELSILANO C’è un’ altra Castelsilano quella rimasta nei ricordi e nei nostri cuori.Quella che ci ha visti crescere,menare i nostri primi passi dove ad ogni caduta ci rialzavamo con le mani e le ginocchia scorticate, oppure con piccoli bernoccoli alla fronte.Sporchi di terra facevamo fatica a non piangere, altrimenti la mamma ci avrebbe dato il resto. Quando si possedeva qualche automobilina fatta con due rocchetti sorretti da un filo metallico ,ci facevamo il nostro ”circuito sulla terra con l’aiuto delle manine. Un vero circuito doveva avere le sue curve, magari copiavamo quelle che portano fino ai ”Caprari”, perché più lontano non ci era consentito di andare.!Il nostro mondo finiva la!! Quella senza luce elettrica ,dove si andava a letto presto.Radio e Televisione erano lontane anni luce. Quella con le brave bestie che tutte le mattine venivano sellate dai loro padroni per avviarsi nei campi ,perché una lunga e dura giornata li aspetta. Il rumore dei loro zoccoli al contatto delle pietre dava quel tintinnio sempre uguale. Molte volte ne venivamo svegliati. ”Ecco é l’alba,un’altra lunga giornata sta per incominciare”.I campi ,le vigne gli oliveti aspettano ansiosi per essere arati, ripuliti, zappati.Qualche mese dopo avrebbero donato i loro frutti; giusta ricompensa per il lungo e duro lavoro dei nostri cari compaesani contadini. Mentre noi altri bambini con i classici grembiulini bianchi e colletto blue ci avviavamo sereni chi all’asilo e chi alla propria scuola.Allora seminate nei rioni. Per le mamme una volta ‘,svuotata” la casa,incominciava il loro lavoro. Dallo scopare,accudire qualche gallina,rattoppare le calze di lana dei mariti ormai usate chi sa quante volte ,consumate da sotto il tallone oppure spuntate davanti.I colori delle pezze? I nostri padri non badavano a tutto ciò’! Nei giorni di freddo bisognava avere della legna in angolo della casa tenerla pronta ad alimentare il bel fuoco.Magari appese su qualche sedia si lasciavano asciugare quelle pesanti maglie di lana appena lavate, cosi’ i loro mariti tornando la sera, stanchi e sudati ne avrebbero indossato una pulita e anche calda. Casa ”Svuotata” per modo dire, perché molte rimanevano con dei bambini bisognosi di tanta attenzione,dalla fasciatura ,alla cambiata e naturalmente alla nuritura. Il lavoro delle mamme era tanto intenso quanto quello dei cari mariti che rimanevano giornate intere nei campi. Alla sera dopo aver servito un’ottima cena calda , messi i bambini a letto,lavato i piatti con dell’acqua stipata in vari secchi, alla fine chi era stanco per il lungo lavoro del giorno ?,era solo lui , il marito. Le mamme ,malgrado tutto quello che svolgevano ,non erano mai stanche. Quella della forte emigrazione,famiglie intere lasciavano il paesello, oppure partiva solo il marito.Le famiglie ,se tutto sarebbe andato bene lo avrebbero raggiunto in seguito.Ma la gran maggioranza rimasta si dava da fare. Botteghe di generi alimentari, cantine per lo svago e qualche alzatina di gomito di troppo di qualche nostro compaesano. La strada veniva asfaltata e incominciava a circolare qualche automobile e qualche mezzo pesante. Qualche stradina del paese veniva rifatta con delle pietre, cosi quel fango veniva eliminato quasi del tutto. La Castelsilano dalle rivalità politiche dopo che il governo decidette di assegnare le terre a molti nostri compaesani, non era da meno.Ne susseguivano scioperi, proteste ,, accaniti comizi dai balconi, ma poi il buon senso e la ragione prevaleva.I bambini crescevano e anche le scolaresche.Finalmente decisero di costruire L’Edifico Scolastico. Tutti nello stesso fabbricato,non più scuole seminate in lungo e largo del paese. Apparivano i primi ”studenti”, partiti verso centro -nord ,ne ritornavano diplomati e laureati.La scuola era considerata una cosa primordiale. Purtroppo non tutti si potevano permettere di mandare i propri figli alle scuole alte, ma venivano ”dirottati” nei campi ,oppure dietro un muratore ,calzolaio, falegname e boscaiolo. E cosi’ anche la nostra Castelsilano ebbe i suoi eroi.Oltre a quelli tragicamente periti nelle orrende guerre,Castelsilano diede i natali a Scrittori ,poeti, musicisti ,cantanti,pittori ,artisti,scultori,sparsi un po’ in tutta Italia e qualcuno anche nelle Americhe.Oggi possiamo ammirare le grandi opere che ancora testimoniano quel caro nostro passato.Ricordano quanto fu fatto dai nostri padri e nonni.Il monumento ai caduti. L’albero di Baggiano ,testimone di tanti distacchi,e di tante mamme in lacrime.”E Basule” nostalgiche per chi le ha lasciate per anni.Sempre uguali,mai segni di usura. Solide ed eterne. La cara chiesa,modificata (malamente) ma sempre la per accogliere i fedeli fin dai secoli passati. L’Arca di Noè, dello scultore Givannino Girimonte, patrimonio di Castelsilano. Il vecchio cimitero, con il suo secolare Cipresso ,profanato, trasformato, ma finalmente conservato una parte per ricordarne il suo passato. E infine quello che per noi fu il campo sportivo della Fossa Arena,usato adesso come deposito per la legna e di qualche carcassa di automobile, resta per noi per sempre ”IL NOSTRO CAMPO SPORTIVO” Questa”É L’ALTRA CASTELSILANO'”. La vostra ,quella di voi altri giovani della Gara degli Asini,della (vecchia ) Scala,dei Bars, dell Piazza Padre Pio,e permettetemi quella dalle fontane rimaste a secco, come I Bivieri, e ”U Canale e Ra Colla” testimonianza di un passato caro a tantissimi nostri compaesani , sono li con la loro tristezza a mostrare il loro disuso . Quando si ha la possibilità di tornare sul posto ,una forte tristezza ci assale. Amiamo la Castelsilano di oggi, ma portiamo sempre nel cuore ” L’ALTRA CASTELSILANO,” LA NOSTRA!!! Peppino Fazio.

luglio 10, 2016

Quanti? dieci,venti ,trenta? ,quaranta!!! Il tempo passa velocemente,i figli sono adulti, due meravigliosi nipotini ci fanno morire di crepacuore, capelli imbiancati ,più bianchi che grigi,qualche piccola amnesia , più che normale non lontano dai settanta. resta il cuore ,questo si che É GRANDE!!, Sano ,vivo aperto ,che é capace di commuoversi moltissimo e come!! Il passato che si allontana come un treno preso dalla sua folle corsa. Noi ci siamo saliti su quel treno quarantanni fa, e non ne riscenderemo mai! E da allora che ti voglio bene ,un bene grande , che non si É mai sbiadito in tutto questo lunghissimo tempo. Quel treno mi ha detto che non ha intenzione di fermare la sua corsa. :” Percorreremo questo lunghissimo viaggio ancora insieme” Mi ha risposto.:” Voi siete saliti per restarci allungo. AUGURI AMORE MIO 40 ANNI SONO POCHI FORSE , MA SONO TANTI , PERCHÉ NOI CI SIAMO GIÀ ARRIVATI. LINA; TI AMO PIÙ DI QUARANTANNI FA’ . TUO PEPPINO

marzo 28, 2015

É come sentire in un tramonto ormai avanzato mentre mi trovo in un bosco tutto solo , un soffio leggero di un venticello che filtra tra le foglie quasi accarezzandole . Un suono soave mi trasporta, chiudo gli occhi Quel venticello sfiora il mio viso , mentre la dolce musica mi delizia. Nessuna stonatura ,sempre uguale . É come ascoltare cori di Angeli scesi sulla terra solo per me. In alto c’é un immenso cielo tutto stellato con stelle scintillanti. Luci e colori mai visti. Un vero capolavoro del Creatore. Ammiro tutto quanto si presenta davanti ai miei occhi! Una esclamazione di gioia esce dalle mia bocca.: ” Oh mio Dio quanto sei immenso !! Dopo un po’ mi accorgo che alcune lacrime solcano il mio viso .Sono lacrime di gioia per quella musica subblime e quello sterminato Universo che Iddio mi ha voluto ”donare” quella sera.



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