Leave a Comment » | Uncategorized | Permalink Pubblicato da castel48 ”IL RITORNO ALLA TERRA DI ORIGINE” settembre 9, 2021 “IL RITORNO NELLA TERRA DI ORIGINE “É molto bello leggere in questi giorni di tanti carissimi amici del loro ritorno ai loro vecchi paeselli ,sebbene vi abbiano trascorso le loro brevi vacanze e giorni indimenticabili, ritrovando il loro passato, rivisto luoghi e vecchi amici, ritornando nelle loro città ,nelle loro residenze ,lo fanno con un velo di tristezza, forse come quel neonato che grida, piange perché non vuole staccarsi dal grembo della madre!.Siamo un po’ tutti cosi’ carissimi amici, e io non ne sono da meno. Ecco qui sotto uno dei miei tanti ritorni al mio caro paesello.!Il ritorno nella terra di origine di ciascuno di noi può essere anche salutare dopo aver soddisfatto lo spirito e fatto riposare il corpo.Tutto é diverso ,almeno per i primi giorni case ,alberi ,le strade ,i vicoli, la gente stessa , ma anche tutto ciò’ ci appare confuso. I nostri occhi fanno fatica a classificarli e mettere ogni cosa al proprio posto.É questione di pochi giorni pero’!Poi tutto ci viene e ci appare normale ,al punto tale che quei quarant’anni, cinquant’anni passati lontani ci danno l’impressione di non essere mai esistiti. Sembra che il tempo si sia fermato nella nostra fanciullezza.Il saluto al Seminario ed ai vecchi compagni. Il pullman di Romano, gli amici del Magistrale , tutto inesorabilmente torna a galla ,come una RESURREZIONE PERPETUA ,di gente cara , il ripopolamento , e la vegetazione di allora.Tutto diventa e torna come un copione già stampato. Sembra che qualcuno si sia divertito a nostro favore di riavvolgere quella pellicola ,ormai sbiadita ,ma ancora molto solida.All’istante sembra di non crederci. Mi domando :”” Ma É proprio VERO? ” .Si É tutto vero! E cosi, i miei occhi spalancati e sorpresi prima ,adesso guardano tutto quel mondo che si presenta davanti a me con più chiarezza.Io sono felice. Abbraccio tutti, bambini, vecchi amici di scuola, carissimi vicini di casa, anziani, amici di mio padre ,compagni di lunga data nella campagna di Svizzera. I miei cari zii . Mi vengono in mente il mulo Siggi di zio Peppino Marasco, l’asina dello zio Rosario Mazzei ,l’OM ( Fiat) dello zio Vincenzo Foglia!.Rivedo con la mente un via vai in quello tratto di strada di Corso Vittorio Emanuele, abbraccio i soliti ammalati “abbonati”‘ al laboratorio del Dottore Francesco Scalise(CICCILLETTU!) . Abbraccio il caro Professore Dino De Vuono , intento nella sua lettura del suo immancabile “TUTTO SPORT”.Mentre un ragazzino e una vispa bambina mi sfiorano con le loro biciclette, quasi per dirmi ” Hei tu facci passare!”. Saranno figli di miei vicini di casa. Li ritroverò’ grandi e adulti in Canada, chi sa per quale destino!Ecco non c’e’ cosa più bella di trascorrere un po’ di tempo dalle proprie parti. Rivivere quei momenti magici.Tutto diventa gratificante e l’aver respirato quella stessa aria che ci fu permesso appena staccati da quell’ ombelico materno farà ringiovanire il nostro cuore.Poi c’e’ lo stacco. Non ho scelta. Devo lasciare quei luoghi. C’e’ tanta tristezza, forse un po’ di rabbia. Del resto ero venuto per poi far ritorno. Succedera’ come nelle volte precedenti .Gioisco all’arrivo ,ma malinconico sara’ il ritorno . Me ne porto un bagaglio di un po’ di tutto e anche qualche libra (canadese ! ) in piu’.Me ne porto quel passato vissuto. Me ne porto quel tratto di Via Nova, e il ricordo di quelle due bambine che con i loro “bolidi” pretendevano una “VIA NOVA” libera tutta per loro. Dolci e care ragazzine!! Me ne porto un caro ricordo di qualche anziano parente ormai curvato e molto ammalato. :” Chi sa se lo ritrovero’ la prossima volta ?!” Mi chiedo. Forse e’ questo che mi rattrista di piu’. Impotente accetto anche questo, e magari l’abbraccio sara’ piu’ caro e piu’ sentito. Lo sguardo sara’ piu’ lungo fino ad attraversare e penetrare nei suoi occhi. Perche’ una volta chiusi, non mi ci potro’ mai piu’ rispecchiare.Parto pero’ con la consapevolezza di ritornare ancora come altre volte…Ma questo non lo potro’ mai sapere quando.Peppino Fazio.
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Pubblicato da castel48
“UN INCONTRO MAI ASPETTATO”
settembre 9, 2021
“UN INCONTRO MAI ASPETTATO”Da piccolino mi piaceva fermarmi in quei nostri vicoli( vinelle) per svolgere i nostri quotidiani giochi . Senza pietre ,solo sabbia ,o se preferite terra. Dalla “Squiglia” ,portata a Castelsilano dal ‘America dal caro zio Vincenzo Pirito, alle “stacce” .un gioco con in mano piastrelle di pietra ,due ciascun partecipante ,con una piccolina chiamato comunemente “staccinu”.Una spece di bocce, tutti coloro che avrebbero avvicinato il possibile le loro ‘stacce” ,accumulavano i punti, fino a partita conclusa.Lunghe e interminabili partite che ci facevamo sorprendere persino dal buio, mentre li nostre mamme sempre più preoccupate si dannavano non vedendoci tornati a casa ,venivano a prenderci e vi lascio indovinare cosa sarebbe successo durante il percorso verso casa. Botte e “pizziconi” a volontà .Ci sforzavamo di non piangere ,altrimenti avremmo ricevuto il resto.Ricordi che ciascuno di noi conserva stretto nel proprio cuore ,anche perché ricordandoceli, ci permette di rivivere quei momenti indimenticabili con le nostre care mamme. Molte volte venivamo sgridati anche dalle donne anziane che abitavano nello stesso rione. Incuranti delle “minacce” ( si fa per dire) continuavamo indisturbati le nostre occupazioni.Fatti adulti con piacere ritornavamo in quelle “Vinelle” per rivederci bambini.Rivedevamo quei discoli che pensavano unicamente ai propri giochi, ma mai ai compiti di scuola.Ma con molto piacere ci fermavamo a salutare le donne della zona ,ormai avanti ,troppo avanti negli anni che con nostra sorpresa ci chiamavano per nome e con tanto di sorriso in bocca ci dicevano:” “Ah quanto ne avete combinato qui in questa Vinella!” Dopo un forte abbraccio all’interessata ,ci abbandonavamo in forte risata.:” Altri tempi Za Mariu’!!” :” É davveru neputi”!Ma l’incontro non finiva li. Ormai adulti cercavamo di scrutare nella memoria delle nostre “ZIE”. La nostra curiosità andava oltre i loro pensieri. Volevamo sapere come fosse la vita da loro trascorsa nelle campagne,mai sbracciate anche d’estate,con le vesti lunghe fino alla caviglia ,e se si intravedevano la calze, erano quelle fatte da loro stesse ai ferri,preferibilmente nere ,o di colore scuro.Volevamo sapere come trascorrevano le sere senza elettricità ,e senza mezzo di comunicazione alcuna. Volevamo sapere com’erano quegli anni dell’orrenda guerra. Se il rombo degli aerei tedeschi diretti verso Crotone portavano loro tensione ,paura ,terrore.Sapevamo che molte di loro si recavano spesso ai Caprari per attingere la fresca e ottima acqua,Ai loro tempi pochi si potevano permettere di averla dentro. Ciascuno custodiva in alto all’entrata della casa dei barili per il fabbisogno della famiglia.Volevamo sapere com’era il loro incontro con l’uomo che avrebbero sposato in breve tempo e con il quale avrebbero diviso per oltre 50 -60 anni le loro gioie (poche) i loro problemi (molti) ,i loro sacrifici nel mandare avanti e crescere quelle famiglie numerose. Il loro amore era tutto riversato in quei sette , otto pargoletti.Volevamo sapere quante volte si sostituivano ad un’ asina o ad mulo troppo carichi per trasportare sulle loro teste fasci di rami ed altro.Eravamo assorti dai loro racconti .Mentre le care nostre “nonne” nel raccontare le loro storie si calavano nei racconti e visibilmente manifestavano la loro tristezza,alcune si commuovevano,tirando dei forti sospiri!:” Eh figlicielli mie ,na vimu passatu…na vimu passatu!”Allora É vero che senza passato non ci sarà mai un futuro.Siamo qua a raccontare il nostro passato,come le nostre care “ZIE” che venivano disturbate dai nostri giochi con le nostre grida, i nostri schiamazzi. Ci sopportavano ,tanto dicevano :” Sunu tutti quatrarialli. e pue u ciù sgaratu é sempre u figliu e Catarina a Chichirotta!” Ci ridevamo su,ma ve lo giuriamo quanta gioia e quanto orgoglio provavamo nel sentire tutto ciò’ dire nei nostri confronti.Durante l’ultimo mio ritorno al caro paesello ho cercato in quelle “Vinelle” quelle care vecchiette ,ma invano ,tutto ero silenzio. Quelle porte e quelle scale tutte piene d’erba ormai chiuse da anni non reggendo al tempo mostrano uno scenario desolante. . Quella terra a nostra disposizione era stata ormai coperta con delle piastrelle, un po’ simili alle nostre vecchie “BASULE” .Adesso si potrà giocare con un pallone oppure fare delle corte corse in bicicletta. Tutto é cambiato,tutto non é più come ai nostri tempi. Non si sentono più le nostre grida, i nostri schiamazzi.Le nostre mamme non avranno più la paura se qualcuno di noi poteva farsi male.Ormai é tutto nella nostra memoria, UNA MEMORIA DA CUSTODIRE E PRESERVARE PER L’ETERNITÀ!! Peppino Fazio.|
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Pubblicato da castel48
settembre 9, 2021
13Cathy Miele, Frank Fazio e altri 11Commenti: 7Mi piaceCommentaCondividi
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Pubblicato da castel48
UNA PICCOLA RIFLESSIONE.” Ma la nostra mente potrà mai andare in vacanza? Spesso ci chiediamo se messa giornalmente “sotto torchio” con le varie letture , i nostri scritti sempre alla ricerca di cose passate ,vissute e condivise possa “ribellarsi”.Un diritto che non possiamo negarle. Ecco arrivano dei momenti che sentiamo il bisogno di staccare la spina per un po’ per poi ricaricare le pile e tuffarci ancora nelle nostre riflessioni, scendere nei suoi strati più profondi per cavarne ancora altro “ORO” .Si perché la nostra mente É una miniera infinitamente profonda e inesauribile che ci consegna il nostro passato in un piatto d’argento.Peppino Fazio.
settembre 9, 2021
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