dicembre 25, 2019
TANTI AUGURI CARA CFMB Per noi Italiani di Montreal e dintorni oggi ricorre una data molto importante, infatti il 21 Dicembre del 1962 nasceva la CFMB,la nostra radio Italiana. Fu fondata da Casimir Stanczykowsky di origine polacca . .Da ben 57 anni allieta e fa compagnia a tutta la nostra comunità . Quanto tempo é passato! Quanti conduttori e e operatori si sono alternati!. Passo’ da una stazione all’altra,nel 1997 dal 1410 KHZ al 1280 KhZ . Radio con broadcast internazionale,cioé con altre comunità, ma le ore dedicate alla nostra lingua italiana, furono e sono in maggioranza. Dagli uffici situati su York Street ,si passo’ nel 2015 a quelli più vicini alla maggioranza d’italiani sulla Via Papineau 5877. Il 14 Novembre 2014 passo sotto il Gruppo Evanov, con modifiche poco piacevoli per noi ascoltatori. Infatti i nuovi proprietari procedettero a tagli dolorosi, sia nell’amministrazione che nei presentatori . Con non poche difficoltà oggi la nostra cara CFMB marcia ed sempre viva e presente nelle nostre case. Le voci che le hanno caratterizzato la sua esistenza sono state tante come detto sopra.Nominarle tutte sarebbe troppo lungo. Alcune sono apparse e si sono sciolte come neve al sole ,altre invece vi hanno piantato le loro radici e non vorrebbero mai più lasciarla. Operatori come Remo Mayer ,scomparso molti anni fa hanno dato smalto e perfezionismo ai programmi. Invece tra le voci più rimarchevoli vorremmo menzionarne alcune che non ci sono più, come:. Augusto Tommasini, esperto di politica ,numerosi furono i suoi ” commenti del giorno! ” giornalista, Mario De Filippo, Giuliana Hawa , deceduta nel 2005,Rinaldo Giordano, Marcello Panzera , al servizio dei notiziari, e soprattutto un caro amico marchigiano ,LUIGI DI VITO,conduttore,giornalista,specialista in sevizi e interviste. . Mentre tra quelli ancora viventi ma che sono in meritata pensione menzioniamo Nino Di Stefano, Rudy Marcolini, ,Mentre Teddy Colantonio ha preferito ritirarsi nella sua bella Montorio (Molise) in vita privata. Altri invece dopo anni di servizio e ottime presenze hanno lasciato per altri lidi. Citiamo Marco Luciano Castilla ,Teresa Romano, Silvana di Flavio,e Nick Di Vincenzo. I pionieri ,le voci fedeli, quello che hanno fatto la STORIA della CFMB sono tutt’ora la presenti e vale la pena menzionarli tutti. Graziella Tommasini( quasi in ritiro!) e Ivana Bombarsieri, tra le più longevi ,la Ivana si occupa del Buon Pomeriggio ,Silvio Orvieto( anche lui é la da moltissimi anni!) Il Mattiniere,il Sardo tifoso del Cagliari Paolo Fadda addetto alle notizie .Un venditore su tutti: PAOLO SCALA che vende anche a noi la pubblicità!! Mentre il giovane Rantucci Roberto da operatore di una volta ,adesso É passato come direttore della pubblicità ,ed altro. Complimenti!! Ci sono altri subentrati che conosciamo poco.Inutile farvi i nomi. Vorremmo citare un caro amico dello sport,VITTORIO GIORDANO,giornalista del ” IL CITTADINO CANADESE” ,colui che cura “A TUTTO SPORT ” il martedì pomeriggio,dove abbiamo ANCHE NOI l’onore di parteciparvi come ospiti e come opinionisti.. Nonostante le mille difficoltà cara nostra radio CFMB continui a tenerci compagnia da ormai 57 anni!!! Migliaia e migliaia di inserzionisti si sono alternati in questi lunghissimi anni, un grazie di cuore va anche a tutti coloro che hanno permesso alla radio CFMB di arrivare fin qua.!!! GRAZIE DI ESISTERE!!! Peppino Fazio
febbraio 17, 2020
L’INIZIO DELLA NOSTRA VECCHIA, PARTE TERZA (ULTIMA) Da tanti anni ormai ci piace seguire in TV The Academy Awards. C’é una parte di essa dove vengono ricordati tutti i defunti dell’anno. É una passerella di foto con date di nascita e di morte dell’interessato . Una toccante musica ci accompagna mentre tristemente ne guardiamo le foto,alcune in bianco e nero ,altre a colori . Ad ogni foto che appare il pensiero vola veloce alla persona scomparsa. Se poi si tratta di un attore ,regista conosciuto, ne rimaniamo doppiamente sorpresi e dispiaciuti . Dura più o meno il tempo di una canzone , e appena terminato un pensiero va inevitabilmente a noi stessi . :” Si é vero é ancora prestissimo per noi…ma chi sa,cosa ci riserverà il futuro. Sono pensieri per chi ha più o meno la nostra età non evita di fare. Una cosa naturalissima. Potrebbe sembrare strana, anche perché dobbiamo evitare di farci prendere da quel panico, quella paura “della morte”, quel pensiero che un giorno non ci saremo più ,dovrebbe aiutarci a stare e vivere meglio, e senza volerlo diventa per noi una certa “preparazione” a quella realtà che un giorno il più lontano possibile si avverà!. Per un credente potrebbe essere materia di riflessione,il pensiero di un aldilà sereno,di pace ,dove ogni sofferenza terrena finisce,dove dopo aver lasciato il corpo in terra ,questo Spirito “Vola”, come dicono mille preghiere :” IN ALTO NEI CIELI!” Scusateci,spero che a qualcuno non facciano paura queste semplici e vere riflessioni. Come siamo preparati a vivere il più lungo possibile questa nostra vecchiaia? Sappiamo che gli acciacchi fisici non mancano e che ne spunta uno ogni giorno. Come scrivemmo nella nostra introduzione. “:” E poi la stanchezza fisica , il corpo che manda segnali, come per farci notare che non siamo fatti di ferro , al minimo sforzo qualche muscolo si “lamenta”. Se non é il braccio é il ginocchio anche perché i nostri vent’anni sono ormai lontani anni luce. Basta girare la terra dell’orto,piantare gracili piantine dopo richiede una piccola pausa , come se qualcuno ci invitasse a respirare piano e profondamente. É come se ci dicessero che dobbiamo prendere cura di noi stessi ,del nostro corpo..”” Ecco prendere cura di noi stessi.Gli esercizi fisici non devono mancare. Le lunghe passeggiate:” Ma fa freddo! C’é molta neve in giro!” E allora? ,Ci sono i centri d’acquisti che permettono di fare dei movimenti, e sgranchire le gambe. Una buona alimentazione É primordiale. Non esagerare nelle bevante alcoliche e nei cibi grassi. Seguire le prescrizioni del medico di famiglia. volendo terminare questi tre capitoli su come vivere la nostra vecchiaia certamente non abbiamo voluto scoprire l’acqua calda. Abbiamo voluto riportare cose conosciutissime a tutti noi e quindi ci vorrà tanta buona volontà a seguirne le regole. Mettendo su “carta” queste nostre riflessioni sono servite per far un tufo nel nostro passato, ne abbiamo riportato le difficoltà della prima fanciullezza, la nostra mancanza nella disciplina e poi il radicale mutamento della nostra persona. Senza dimenticare gli anni duri e tristi della nostra prima infanzia avvenuta in paesello privo di ogni tecnologia ,dove l’emigrazione e la povertà la facevano da padrone. Chiudiamo chiedendo scusa a coloro che queste NOSTRE riflessioni abbiano annoiato e magari sono state considerate antiquate e fuori luogo. Noi ci abbiamo provato, abbiamo detto “”LA NOSTRA” Grazie mille a tutti . Fine, Peppino Fazio. ABBIAMO VOLUTO SBIZZARRIRCI CON DELLE FOTO CHE HANNO MARCATO MOMENTI DI AGGREGAZIONE DELLA NOSTRA VITA,FIN DAI PRIMISSIMI ANNI . IL TEMPO TRASCORSO IN COLLEGIO ,LA GIOVENTÙ , LA NOSTRA PASSIONE SUL CALCIO,L’ESPERIENZA ALLA RADIO.UN GRANDE GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO AVUTO LA PAZIENZA DI LEGGERCI. p.f.
febbraio 17, 2020
L’INIZIO DELLA NOSTRA VECCHIAIA. ( PARTE SECONDA) Continuiamo ancora per un po’ questo breve ritorno al passato ,quando da ragazzini ci affacciavamo in quello che poi sarebbe diventato “il nostro mondo”,sottolineando il poco agevole periodo in cui ci vedeva crescere . Da quella nascita più o meno complicata con rischi di malattie prolungate come quella febbre tifoide che ci colpi’ in grado di causare complicazioni serie per non dire per fortuna non nel nostro caso talvolta anche fatale. ,Alla prima fanciullezza ,fino a quando fatti ragazzi cercavamo di apprendere con non senza difficoltà anche perché a causa della poca istruzione ( purtroppo ) ci portavamo dietro , anche perché e ci venivano negati sia dai genitori che dagli insegnanti delle elementari argomenti considerati tabù , quel divieto di fare o di apprendere certe cose. Poi la mancanza di ogni tecnologia ,non esistente a quei tempi, fece il resto e cosi’ affrontammo quel mondo ignari di molte cose poi diventate nel corso degli anni semplici e alla portata di tutti. Crescere in paesello dove i soli svaghi erano correre dietro una palla fatta di stracci e se fortunati a San Leonardo un’anima buona come una cara nonna materna dopo averle portato un paniere di “Mucciaruli’ (funghi ) raccolti in un terreno sotto la Marunnella” come ricompensa ci regalava quei 200 Lire con le quali felici come non mai andavamo dal caro ora defunto Peppino De Marco,detto Caino ( U Bancherellaru) e ci compravamo quella tanto agognata palla di gomma. La felicità albergava in noi ,anche perché ci attiravamo tanti amici in quel caro e indistruttibile Rione detto “VIA PALAZZO!! Oltre alla piaga dell’emigrazione che il dopo guerra intimava i capo famiglia a lasciare le proprie famiglie e partire per lontane Americhe,anche qualche giovane benestante lasciava il paesello per continuare gli studi altrove,le cosiddette “scuole alte” verso Napoli ,Roma , forse Bologna ,Firenze. Quel gruppetto “fortunato ma bravo” ritornerà anni dopo al paesello con in tasca un diploma, una laurea , chi da insegnante ,( uno su tutti il Professore Dino De Vuono!) chi da avvocato, ( Gaetano Cortese)chi da geometra chi da dottore,vedete Don Peppe Sirianni e don Ciccio Scalise ( Ciccillettu!) e qualche rara ragazza tornava laureata in lettere e il lingue, ( Rachelina Marra!) Ci furono persino dei Procuratori ( Ammirati),il Dottor Dima, credo che fosse un giudice, e un giornalista Pippo Marra! ,Ora diventato famosissimo ,proprietario e direttore della AdnKronos !! Non sono mancati i Seminaristi ,me compreso. Tra gli anni cinquanta e sessanta fummo in tanti a partire, ma credo che solo alcuni diventarono Preti. Don Nicola Cortese,Don Giovanni Greco ,Don Teodoro Lucente e per arrivare quasi ai giorni nostri merita anche lui essere menzionato Don Antonio Lucente, figlio di Giovanni. É doveroso ricordare tutti coloro che non solo vollero continuare gli studi ma decisero di seguire e far carriera nella vita Militare. Ne uscirono Carabinieri trombettisti nelle loro bande e Finanzieri Tutti o quasi si sistemarono al nord, uno persino ad Udine, ( (Durante!) altri ( i parenti Antonio (carabiniere) ed Enzo Congi finanziere) a Roma . La maggior parte esercitavano la loro professione lontano dal luogo di nascita.Orgoglio di noi altri compaesani. E gli altri? Il paesello stava pian piano sviluppandosi, le famiglie aumentavano e necessitavano nuove costruzioni,oppure occorreva rimodernare le vecchie e antiquate case inizio 1900 .Occorrevano nuovi mobili,e tante scarpe da riparare. Cosi’ alcuni ragazzi ,facenti parte di famiglie meno agiate che loro malgrado non potevano continuare gli studi diventarono “apprendisti ” muratori , falegnami ,e calzolai. Qualcuno direbbe:” Ma cosa centra questo ritorno al passato se l’argomento da trattare É la vecchiaia?” Semplicissimo. Ricordando da dove siamo venuti , come abbiamo vissuto il tempo trascorso ,la nostra precaria fanciullezza , i mutamenti , la volontà espressa di ben figurare, anche i quattro anni trascorsi in Seminario dove vigevano regole ferree , una disciplina da primissimi anni sessanta dove occorreva una forza di volontà estrema per abituarsi a quel sistema, ecco per cui in molti resistevano solamente alcuni mesi e tornavano alle loro case. Noi con la forza di volontà e la voglia di apprendere e di dare una “sterzata ” a quella vita trascorsa in un paesello in piena libertà, sempre con le ginocchia scorticate e sporco come non mai, ci rimanemmo 4 anni , abbastanza per notare in noi un radicale cambiamento ,offuscando quel discolo di paese di una volta. Avendo vissuto quanto appena raccontato , persone ,cose, luoghi ci aiuterà e CI SERVIRÀ ad affrontare con serenità questa nostra prima fase di vecchiaia! Continua. Peppino Fazio.
febbraio 17, 2020
L’INIZIO DELLA NOSTRA VECCHIAIA. (libera e personale interpretazione . ) Vi ricordate quando eravamo piccoli, ci rivolgiamo almeno ai nostri coetanei cresciuti nei primi anni cinquanta senza tecnologia alcuna, anche la TV era ancora un miraggio. Ci dicevano che era appena arrivata nel paesello una scatola più o meno grande che alimentata da corrente elettrica ,per giunta da poco impiantata ( la famosa SME) permetteva di vedere persone e cose e,sentirne persino la loro voce. Una nuova era stava per incominciare. La Rai aveva appena iniziato a diffondere i suoi programmi tramite un canale (Rai Uno) e soprattutto tramite una grande antenna situata in una altura nei pressi di San Nicola che trasmetteva il segnale ad altre piccole antenne piazzate sulla parte più alta della casa del fortunato. Questo privilegio era concesso a pochissimi ,infatti due ,o tre famiglie potevano permetterselo nel nostro caro paesello . La maggioranza dovette aspettare altri anni ancora per possederne una. Se la tecnologia avanzava spedita nel dopo guerra , oltre alla TV ,l’industria automobilistica non era da meno. Gli italiani cominciarono a motorizzarsi ,la famosa ”Vespa” diveniva la compagna inseparabile di moltissimi. Tutto cio’ accadeva al Nord,mentre il Sud soffocato ancora dalle rovine dell’orrenda guerra , e privo di nessuna industria stentava a decollare. Come detto sopra per la TV anche gli altri campi industrializzati tardarono ad arrivare .. Arriveranno nel corso degli anni anche se lentamente .Cosi’ il profondo Sud poteva “respirare” e mettersi in carreggiata con il resto dello stivale. E noi ragazzini? Come vivevamo i nostri giorni?. Finito l’Asilo dai pranzi quasi sempre uguali. “PASTA E SURACHE!) faggioli! (ah quei grembiulini bianchi con colletto blu!!) cominciavamo le elementari . Quattro lunghe ore con un unico professore non sempre nelle stesse aule e tanto meno nella stessa zona. Il paesello era (É) piccolo e sapevamo come recarci. Il dopo scuola ci vedeva giocare con palle fatte di stracci,oppure i più grandicelli si sfidavano “Allu rrummulu”,(trottola). Lo spiazzo di Mastro Gino Tallerico era l’ideale. Per via della conoscenza tra compaesani ,i nostri genitori ci mostravano come portare rispetto a quelli molto più anziani di noi. In paese quindi erano tutti considerati “nostri zii” ,compresi naturalmente quelli veri. Considerata la nostra giovane età ,gli altri “gli zii” come un sessantenne ,meglio ancora un settantenne per noi era già molto vecchio. Oggi con i nostri settantanni e più dobbiamo considerarci “vecchi”? Per quei bambini della mia stessa età di allora lo siamo, come lo siamo per i bambini di oggi! il nostro modo di vivere questa prima vecchiaia ben trascorsa nei tempi e nella maniera più semplice sarà di esempio perché un giorno molto lontano sarà vissuta anche da loro! Peppino Fazio.
Continua.
INTRODUZIONE febbraio 17, 2020 POTREI INCOMINCIARE COSI’ IL MIO NUOVO RACCONTO. Il peso degli anni che passano inesorabilmente. Le cose quotidiane da gestire in ogni suo piccolo dettaglio, i sacrifici, le incertezze, la paura di sbagliare mosse e interventi e di perdere le occasioni che giornalmente si presentano davanti a noi . La voglia di condividere un progetto, il timore di riporre male la fiducia a causa di una non più lucidità di una volta . I sogni quelli realizzati gratificano ,mentre altri un po’ sbiaditi dal tempo sembrano ad un passo, ma appaiono ancora troppo lontani. Forse sarà meglio lasciarli sfuggire,farli perdere nel nulla facendoli dilatare! E poi la stanchezza fisica , il corpo che manda segnali, come per farci notare che non siamo fatti di ferro , al minimo sforzo qualche muscolo si “lamenta”. Se non é il braccio é il ginocchio anche perché i nostri vent’anni sono ormai lontani anni luce. Basta girare la terra dell’orto,piantare gracili piantine dopo richiede una piccola pausa , come se qualcuno ci invitasse a respirare piano e profondamente. É come se ci dicessero che dobbiamo prendere cura di noi stessi ,del nostro corpo.. Coscienti di non poter più tornare indietro ,se non solo con la mente. Rievocando quel tanto caro passato ,siamo andati alla ricerca della nostra memoria ,abbiamo dato un’anima a cose, luoghi ,persone a noi tanto care. Peppino Fazio.
QUELLA NOSTRA "PRIMA CASA, PRIMA ENTRATA " APPENA MESSO PIEDE IN CANADA.
In questo tratto di strada di Av .De Gaspe’ siamo saliti per la prima volta in una di queste lunghe scale quasi 53 anni fa. Allora era d’estaste , in un afoso ed umido 5 agosto del 67.
Nel nostro primo invero solamente quattro mesi dopo abbiamo assistito alla nostra prima tempesta.
Guardando questa foto presa dal cugino Frank Mazzei sembra ritornare indietro di almeno 52 anni e più Stessa neve. Stesse auto semi sepolte ..stessi marciapiedi impraticabili .stesse sensazioni..stessi cari ricordi P. F .
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