UN ALTRO CAPITOLO SULLA PICCOLA ITALIA. La Piccola Italia …quanti ricordi! Non so chi, ma qualcuno ha scritto libri interi su quel miglio quadrato, Era la preferita! . Senza togliere niente ad altre Comunità Italiane che fin dal dopo guerra preferìrono sistemarsi in altre località , come nelle zone di Ville Marie, ed Notre Dame de Grace. Con un Canale non troppo lontano ,quello di Lachine, le prospettive di lavoro secondo loro si presentavano molto allettanti , e poi la nuova C.P. RAIL (Canadian Pacific Railway) dava molte opportunità di lavoro e di conseguenza far progresso ,mettere su famiglia ,e chi ne aveva una ,con bambini molto piccoli poteva sistemarla e farla crescere con regole ,educazione canadese, senza mai dimenticare le origini, le proprie radici e il loro passato. Tutti arrivarono via nave , ne sbarcavano ogni giorno migliaia., se poi si aggiungevano gli altri che provenivano da ogni parte d”Europa, Ebrei, Tedeschi, Spagnoli, Polacchi , erano tantissimi e quindi fu necessario nel 1928 da parte delle Autorità Canadesi di costruire ad Halifax un nuovo molo ,il famoso e storico Pier 21, riservato esclusivamente all’accoglienza degli Immigrati. Controlli più adeguati,e molto più rapidi e di conseguenza ciascuno aveva il tempo necessario di scegliersi la destinazione voluta. Come successe a mio padre e ad altri nostri compaesani ,una volta sbarcati in quella vigilia di Natale del 1951 ,si comprarono una macchina e si diressero verso il Sud Ontario. Alcuni si fermarono nella città di Toronto ed Sault St Marie ,mentre mio padre con un suo nipote ,Pietro Aiello figlio di una sua sorella ,proseguirono Via treno per la Colombia Britannica,esattamente nella cittadina di Fenie, dove altre nostri compaesani li attendevano. . Come tutte le cose che sono soggette a cambiare , successe che negli anni sessanta l’aereo progressivamente sostituì’ la nave come mezzo di trasporto per raggiungere il Canada, da determinarne in seguito la chiusura nel 1971 delle attività del Pier 21 . Per la sua storia e per volere di tanti immigranti , é stato trasformato in un museo,meta di tanti nostalgici ,figli e nipoti di quei “pionieri” che ne fecero la storia. Mio figlio Claudio trovandosi qualche hanno fa ad Halifax per lavoro,sapendo che suo nonno Francesco era sbarcato a quel molo (Pier) 21, volle visitare il Museo. Mi porto’ tornando a casa la facciata in pietra 3 x 4 inches di quello storico posto con una grande scritta” PIER 21 ! “”La comunità Italiana di Montreal con gli anni s’ inserì in un contesto linguistico e giuridico caratterizzato dal bilinguismo franco-inglese e da un marcato di federalista che ha prodotto un’integrazione nella Provincia del Quebec.”” Fu tutto un processo d’inserimento e adattamento alla nuova Società da parte degli Immigrati italiani , con i loro cambiamenti che il loro arrivo determino’ nel Paese di accoglienza. Allora nella nostra Bella Provincia , vigeva un bilinguismo perfetto. Ciascuno sceglieva la lingua da far insegnare ai propri figli, quasi tutti adottarono l’Inglese,il francese di conseguenza diventava una “materia” d’insegnamento , restava comunque sempre una lingua parlata molto sui cantieri di lavoro ,e per chi ne aveva voglia ,ne diventava una seconda . Non per niente i figli dei nostri connazionali arrivati all’High-school erano padroni di entrambe. Certamente molti ,me compreso rimanemmo sorprese che in Canada , nella Provincia del Quebec si parlasse anche il francese!. Non conoscendo la storia della Confederazione Canadese, la sorpresa ( mancanza di conoscenza!) ,era giustificata. Nella Piccola Italia vi crescevano giovani volenterosi,studenti che grazie ai loro studi ,ne diventarono persone colte e responsabili di posti di lavoro importanti , mentre chi si laureava occupava le migliori professioni in circolazione. Alcuni si dettero persino alla politica. Alcuni italiani nostalgici fondarono la famosa “Banda” musicale della Piccola Italia con a capo il “‘Cavaliere” Gentile Dieni. Ne diedero un colorito e molto prestigio . La sua musica ,le sue suonate hanno riempito quelle nostre strade . Sapendo il percorso durante le tradizionali Processioni dei Santi ,ne seguivo con lo sguardo e il cuore quelle note, e quel colpo dato a quell’immenso tamburo,trasportato da un giovane forte , faceva vibrare le mie coronarie. Vecchi ricordi di fanciullezza mi venivano in mente quando la Banda di un paese vicino circolava per le strade del mio paesello ,e noi ragazzini tutti festanti ne accompagnavamo il loro percorso fieri e felici.” ERA FESTA GRANDE AL PAESE!” Chi si potrà mai dimenticare di quelle strade ,di quelle “Ruelle”.quanti giovani sono passati di la. Da li sono usciti ,cantanti ,Preti,avvocati ,Notai ,semplici operai, operatrici di macchine da cucire, vere maestre del cucito ,del taglio. Quanti battesimi ,Cresime ,Matrimoni ,e purtroppo quanti funerali sono stati celebrati in quella nostra cara chiesa Madonna della difesa! . Una statua che rappresenta un soldato , fu eretta alcuni anni fa nell’angolo della chiesa , lato Nord-ovest, omaggio ai caduti di tutte le guerre. Un valore aggiunto alle altre bellezze già esistenti. Il Parco Dante con un busto del Sommo Poeta ,circondato da alberi e luogo delle innumerevoli serate festive . Da quel parco si sono esibiti cantanti nostrani,bravi e purtroppo alcuni non ci sono più. Come i fratelli Marinaro che nei primi anni sessanta portarono dal Molise la loro bella musica, e uno su tutti, scomparso e portato via da un male incurabile solamente alcuni anni fa , l’amico Tony Picherazzi ,in arte Eddy Montana, originario della Ciociaria. Tornando spesso nella Piccola italia, mi piace attraversare quelle strade a piedi. Cosi’ facendo ne posso ammirare ogni cosa. Le scale un po’ a chiocciola , i suoi negozi, i suoi ristoranti,le vecchie case appartenenti a miei compaesani,anche quelle in affitto, al secondo e terzo piano. Allora appena arrivati abitavamo tutti in meno di un Km quadrato, ci conoscevamo tutti e anche le loro dimore. Mi fermo davanti al vecchio salone,ormai chiuso dove mio padre mi porto’ per farmi alleggerire quei miei lunghi capelli anni sessanta. Do uno sguardo al vecchio Bar di Luciano ,ormai trasformato in una lavanderia, e per ultimo alle mie vecchie dimore ,prima come affittuario e poi per ultima la mia vecchia casa ,dove vi ho vissuto per ben undici anni e dove ha visto crescere i miei due figli! FINE. Peppino Fazio. gennaio 15, 2018 Leave a Comment » | Uncategorized | Permalink Pubblicato da castel48 “MEMORIE” .ANCORA SULLA PICC. ITALIA. gennaio 10, 2018 ” MEMORIE “: ANCORA SULLA PICCOLA ITALIA (MTL) C’era “VITA” cinquant’anni fa in quel miglio quadrato denominato “PICCOLA ITALIA” .L’arrivo degli italiani anni 50 e 60 lo scelsero per viverci, attratti chi sa da che cosa.. Vuoi per la chiesa “ITALIANA” costruita nei primi anni del 900 , che attirava fedeli per fede ,ma anche per la sua maestosa costruzione ,vuoi per il mercato Jean Talon nelle vicinanze , vuoi anche per “l’Italianità” che si respirava attorno. I miei parenti con altri compaesani arrivati una decina di anni prima di noi,si erano sistemati, quasi tutti in case e appartamenti in affitto. Ricordo che zio Giovanni Mazzei se ne scelse uno al terzo piano! Bisognava salire oltre alla lunga scala esterna con tanti gradini, un’altra interna che portava (finalmente!) nell’appartamento. Cucina, salottino con una TV bianco e nero con mobiletto , e 2 stanze da letto. Bella ,comoda, con una stufa posata nel corridoio capace di riscaldare il tutto d’inverno.Dietro tramite una porta si accedeva alla famosa “SHACK” , ciascuna casa ne aveva una, utilizzata per un ripostiglio ,ma soprattutto per custodirvi il famoso bidone che avrebbe contenuto almeno quaranta ,cinquanta galloni del prezioso MAZUT ,l’olio di riscaldamento. Per le compagnie incaricate alla consegna dell’olio quando le forti nevicate bloccavano le “Ruelle,” (lo spazio tra una casa e l’altra dalla parte di dietro!) era un bel daffare per portare quei lunghi tubi forniti di “pistola” fino al terzo piano per riempire il bidone. Tutti ne reclamavano la consegna! . Avere il Mazut , era come avere la tranquillità di spirito. Restarene senza per motivi vari ,avrebbe causato svariati problemi. I lunghi e freddi inverni quebecchesi non scherzavano. Si toccavano punte di meno 10 ,meno 15 FAHRENHEIT ! che tradotti in CELSIUS diventano meno 30 – 35, molto di più del freddo che stiamo avendo in questi giorni. Gli altri miei compaesani più o meno avevamo gli stessi appartamenti. I miei cugini Ciccio e e Peppino Fazio ,non erano da meno. Anche loro abitavano in appartamenti simili a quelli dello zio Mazzei. L’unico ad avere una casa,era lo zio Luigi Ferrarelli con la zia Luisa Mazzei. Bella comoda, fornita di un sottosuolo e cantina. Di questa casa ne palai ampiamente ,come sapete già. Diventerà la “nostra casa” nei primi anni ottanta, abitandoci per undici anni! Trovare un appartamento libero era come trovare un ago nel pagliaio. E cosi’ qualche proprietario , che con il lavoro duro , i suoi sudori, e con tanti sacrifici era riuscito a comprarsi e di possedere una casa a tre piani ,con sei(!) appartamenti ,li affittava anche carucci. Fu nel nostro caso ,quando mio padre riusci a trovare al 6587 Rue ALMA un quattro e mezzo al secondo piano,con due stanze chiuse ,un salottino collegato ad una cucinetta e l’immancabile stufa ad olio in quel lungo corridoio. Il fabbricato possedeva sei appartamenti , due al pianterreno ,due nel mezzo e due al terzo piano! Questi inquilini si dovevano fare ben due lunghe scale per entrare nel loro appartamento. Le strade più frequentate erano ST Zotique, San Dominique, Mozart, Casgrain e naturalmente la cara a tutti noi la strada DANTE con la sua chiesa già da anni completata,con molti banchi fatti con legno indistruttibile! Con le sue pitture ,le sua statue, il suo pulpito ,ma visto utilizzato. E poi la sua Cupola la in alto che si presentava maestosa. Bisognava alzare la testa per ammirarne le pitture, raffiguranti il firmamento con DIO ,gli Angeli, i Santi ,i Papi,gli Apostoli, il Clero, con Vescovi e Prelati ,e uomini in divisa e a cavallo! Mi son sempre chiesto cosa ci facessero raffigurati li quei militari e addirittura un MUSSOLINI che con pieno di orgoglio cavalca il suo cavallo! (Volontà dell’artista??) St Zotique invece era la strada degli “STORES”, un negozio di ferramenta ,gestito da un calabrese, un forno, dei bars,un calzolaio ,un idraulico con pezzi e servizio alla sua clientela,e persino una farmacia!! C’era di tutto, non poteva mancare il Barbiere, e la Banca ; ah la banca , la banca!! ,Meta di noi tutti ,quanto almeno la chiesa la domenica!! .C’erano almeno tre negozi di generi alimentari ! Ciascuna signora si faceva la propria spesa,ci pensava un ragazzo che con la sua bici fornita di un carrello per la consegna. Vi ricordate la “PISA”, la compagnia di bevande? Passava un camion per rifornire i nostri connazionali,l’autista più un ragazzo volenteroso, quasi sempre uno studente . Quelle casse fatte di legno che contenevano almeno sei bottiglie di quella bevanda, erano pesantissime! . I sapori variavano dalla Gassosa, all’aranciata, e al caffè ,in seguito portarono anche in Brio! Quante famiglie si servivano di queste bevande! Adesso con le nuove generazioni tutto é cambiato, e purtroppo anche la compagnia “PISA” ha chiuso le porte. non lontano della Piccola Italia la strada St Hubert con i suoi numerosi negozi attirava tanta gente gente. C’era un po’ di tutto ,(esiste ancora oggi!) ,dai negozi di abbigliamento ,a quelli di scarpe. Ricordo che d’inverno mi piaceva camminare sui marciapiedi e guardare una per una le sue vetrine. quelle che mi attiravano di più erano quelle dei negozi di scarpe. Erano ben fatte con stivali d’inverno messi su delle tavolette con della neve finta ,bianchissima, un bel gran lavoro per attirare la clientela. E poi le luci che illuminavano la strada per intera. Per chi non voleva recarsi al mercato JeanTalon, sulla strada Beaubien vi era un Fruit Store ,gestito da italiani. Essendo vicinissimo dalla nostro dimora ,ci andavo a far la mia brava spesuccia. Ricordo che con meno di $5 portavo a casa dell’ ottima e svariata frutta. Tra i ragazzi aiutanti che servivano la clientela c’era il cugino Joe Ferrarelli, figlio di zio Luigi e zia Luisa Mazzei. Studente universitario,e cosi dal giovedì’ sera ,fino al sabato pomeriggio( Allora i commerci erano ancora chiusi di domenica!!) , con sacrificio si guadagnava dei soldini per la scuola e anche per uscire con gli amici! In seguito anche l’altro cugino ,fratello di Joe, Frank volle imitare il fratello. Ci rimasero fino a quasi non si sposarono. Joe oggi fa il contabile, mentre Frank , con l’esperienza ottenuta nel settore della frutta, e in particolare della vendita , é proprietario di una grande compagnia che importa ed esporta funghi. É diventato un ottimo ed abile businessman! Complimenti! Peppino Fazio. “MEMORIE” ANCORA SULLA PICC. ITALIA. gennaio 10, 2018 ” MEMORIE “: ANCORA SULLA PICCOLA ITALIA (MTL) C’era “VITA” cinquant’anni fa in quel miglio quadrato denominato “PICCOLA ITALIA” .L’arrivo degli italiani anni 50 e 60 lo scelsero per viverci, attratti chi sa da che cosa.. Vuoi per la chiesa “ITALIANA” costruita nei primi anni del 900 , che attirava fedeli per fede ,ma anche per la sua maestosa costruzione ,vuoi per il mercato Jean Talon nelle vicinanze , vuoi anche per “l’Italianità” che si respirava attorno. I miei parenti con altri compaesani arrivati una decina di anni prima di noi,si erano sistemati, quasi tutti in case e appartamenti in affitto. Ricordo che zio Giovanni Mazzei se ne scelse uno al terzo piano! Bisognava salire oltre alla lunga scala esterna con tanti gradini, un’altra interna che portava (finalmente!) nell’appartamento. Cucina, salottino con una TV bianco e nero con mobiletto , e 2 stanze da letto. Bella ,comoda, con una stufa posata nel corridoio capace di riscaldare il tutto d’inverno.Dietro tramite una porta si accedeva alla famosa “SHACK” , ciascuna casa ne aveva una, utilizzata per un ripostiglio ,ma soprattutto per custodirvi il famoso bidone che avrebbe contenuto almeno quaranta ,cinquanta galloni del prezioso MAZUT ,l’olio di riscaldamento. Per le compagnie incaricate alla consegna dell’olio quando le forti nevicate bloccavano le “Ruelle,” (lo spazio tra una casa e l’altra dalla parte di dietro!) era un bel daffare per portare quei lunghi tubi forniti di “pistola” fino al terzo piano per riempire il bidone. Tutti ne reclamavano la consegna! . Avere il Mazut , era come avere la tranquillità di spirito. Restarene senza per motivi vari ,avrebbe causato svariati problemi. I lunghi e freddi inverni quebecchesi non scherzavano. Si toccavano punte di meno 10 ,meno 15 FAHRENHEIT ! che tradotti in CELSIUS diventano meno 30 – 35, molto di più del freddo che stiamo avendo in questi giorni. Gli altri miei compaesani più o meno avevamo gli stessi appartamenti. I miei cugini Ciccio e e Peppino Fazio ,non erano da meno. Anche loro abitavano in appartamenti simili a quelli dello zio Mazzei. L’unico ad avere una casa,era lo zio Luigi Ferrarelli con la zia Luisa Mazzei. Bella comoda, fornita di un sottosuolo e cantina. Di questa casa ne palai ampiamente ,come sapete già. Diventerà la “nostra casa” nei primi anni ottanta, abitandoci per undici anni! Trovare un appartamento libero era come trovare un ago nel pagliaio. E cosi’ qualche proprietario , che con il lavoro duro , i suoi sudori, e con tanti sacrifici era riuscito a comprarsi e di possedere una casa a tre piani ,con sei(!) appartamenti ,li affittava anche carucci. Fu nel nostro caso ,quando mio padre riusci a trovare al 6587 Rue ALMA un quattro e mezzo al secondo piano,con due stanze chiuse ,un salottino collegato ad una cucinetta e l’immancabile stufa ad olio in quel lungo corridoio. Il fabbricato possedeva sei appartamenti , due al pianterreno ,due nel mezzo e due al terzo piano! Questi inquilini si dovevano fare ben due lunghe scale per entrare nel loro appartamento. Le strade più frequentate erano ST Zotique, San Dominique, Mozart, Casgrain e naturalmente la cara a tutti noi la strada DANTE con la sua chiesa già da anni completata,con molti banchi fatti con legno indistruttibile! Con le sue pitture ,le sua statue, il suo pulpito ,ma visto utilizzato. E poi la sua Cupola la in alto che si presentava maestosa. Bisognava alzare la testa per ammirarne le pitture, raffiguranti il firmamento con DIO ,gli Angeli, i Santi ,i Papi,gli Apostoli, il Clero, con Vescovi e Prelati ,e uomini in divisa e a cavallo! Mi son sempre chiesto cosa ci facessero raffigurati li quei militari e addirittura un MUSSOLINI che con pieno di orgoglio cavalca il suo cavallo! (Volontà dell’artista??) St Zotique invece era la strada degli “STORES”, un negozio di ferramenta ,gestito da un calabrese, un forno, dei bars,un calzolaio ,un idraulico con pezzi e servizio alla sua clientela,e persino una farmacia!! C’era di tutto, non poteva mancare il Barbiere, e la Banca ; ah la banca , la banca!! ,Meta di noi tutti ,quanto almeno la chiesa la domenica!! .C’erano almeno tre negozi di generi alimentari ! Ciascuna signora si faceva la propria spesa,ci pensava un ragazzo che con la sua bici fornita di un carrello per la consegna. Vi ricordate la “PISA”, la compagnia di bevande? Passava un camion per rifornire i nostri connazionali,l’autista più un ragazzo volenteroso, quasi sempre uno studente . Quelle casse fatte di legno che contenevano almeno sei bottiglie di quella bevanda, erano pesantissime! . I sapori variavano dalla Gassosa, all’aranciata, e al caffè ,in seguito portarono anche in Brio! Quante famiglie si servivano di queste bevande! Adesso con le nuove generazioni tutto é cambiato, e purtroppo anche la compagnia “PISA” ha chiuso le porte. non lontano della Piccola Italia la strada St Hubert con i suoi numerosi negozi attirava tanta gente gente. C’era un po’ di tutto ,(esiste ancora oggi!) ,dai negozi di abbigliamento ,a quelli di scarpe. Ricordo che d’inverno mi piaceva camminare sui marciapiedi e guardare una per una le sue vetrine. quelle che mi attiravano di più erano quelle dei negozi di scarpe. Erano ben fatte con stivali d’inverno messi su delle tavolette con della neve finta ,bianchissima, un bel gran lavoro per attirare la clientela. E poi le luci che illuminavano la strada per intera. Per chi non voleva recarsi al mercato JeanTalon, sulla strada Beaubien vi era un Fruit Store ,gestito da italiani. Essendo vicinissimo dalla nostro dimora ,ci andavo a far la mia brava spesuccia. Ricordo che con meno di $5 portavo a casa dell’ ottima e svariata frutta. Tra i ragazzi aiutanti che servivano la clientela c’era il cugino Joe Ferrarelli, figlio di zio Luigi e zia Luisa Mazzei. Studente universitario,e cosi dal giovedì’ sera ,fino al sabato pomeriggio( Allora i commerci erano ancora chiusi di domenica!!) , con sacrificio si guadagnava dei soldini per la scuola e anche per uscire con gli amici! In seguito anche l’altro cugino ,fratello di Joe, Frank volle imitare il fratello. Ci rimasero fino a quasi non si sposarono. Joe oggi fa il contabile, mentre Frank , con l’esperienza ottenuta nel settore della frutta, e in particolare della vendita , é proprietario di una grande compagnia che importa ed esporta funghi. É diventato un ottimo ed abile businessman! Complimenti! Peppino Fazio. +2 LikeShow more reactions Comment Share 8Maria Isabella Fazio, Bush Clash Royale and 6 others Comments Susana Amantea Ché bella Storia Peppino!!!! Carica di tanti sacrifici Leave a Comment » | Uncategorized | Permalink Pubblicato da castel48 UN ALTRO CAP. SULLA PICCOLA ITALIA. gennaio 10, 2018 UN ALTRO CAPITOLO SULLA PICCOLA ITALIA. La Piccola Italia …quanti ricordi! Non so chi, ma qualcuno ha scritto libri interi su quel miglio quadrato, Era la preferita! . Senza togliere niente ad altre Comunità Italiane che fin dal dopo guerra preferìrono sistemarsi in altre località , come nelle zone di Ville Marie, ed Notre Dame de Grace. Con un Canale non troppo lontano ,quello di Lachine, le prospettive di lavoro secondo loro si presentavano molto allettanti , e poi la nuova C.P. RAIL (Canadian Pacific Railway) dava molte opportunità di lavoro e di conseguenza far progresso ,mettere su famiglia ,e chi ne aveva una ,con bambini molto piccoli poteva sistemarla e farla crescere con regole ,educazione canadese, senza mai dimenticare le origini, le proprie radici e il loro passato. Tutti arrivarono via nave , ne sbarcavano ogni giorno migliaia., se poi si aggiungevano gli altri che provenivano da ogni parte d”Europa, Ebrei, Tedeschi, Spagnoli, Polacchi , erano tantissimi e quindi fu necessario nel 1928 da parte delle Autorità Canadesi di costruire ad Halifax un nuovo molo ,il famoso e storico Pier 21, riservato esclusivamente all’accoglienza degli Immigrati. Controlli più adeguati,e molto più rapidi e di conseguenza ciascuno aveva il tempo necessario di scegliersi la destinazione voluta. Come successe a mio padre e ad altri nostri compaesani ,una volta sbarcati in quella vigilia di Natale del 1951 ,si comprarono una macchina e si diressero verso il Sud Ontario. Alcuni si fermarono nella città di Toronto ed Sault St Marie ,mentre mio padre con un suo nipote ,Pietro Aiello figlio di una sua sorella ,proseguirono Via treno per la Colombia Britannica,esattamente nella cittadina di Fenie, dove altre nostri compaesani li attendevano. . Come tutte le cose che sono soggette a cambiare , successe che negli anni sessanta l’aereo progressivamente sostituì’ la nave come mezzo di trasporto per raggiungere il Canada, da determinarne in seguito la chiusura nel 1971 delle attività del Pier 21 . Per la sua storia e per volere di tanti immigranti , é stato trasformato in un museo,meta di tanti nostalgici ,figli e nipoti di quei “pionieri” che ne fecero la storia. Mio figlio Claudio trovandosi qualche hanno fa ad Halifax per lavoro,sapendo che suo nonno Francesco era sbarcato a quel molo (Pier) 21, volle visitare il Museo. Mi porto’ tornando a casa la facciata in pietra 3 x 4 inches di quello storico posto con una grande scritta” PIER 21 ! “”La comunità Italiana di Montreal con gli anni s’ inserì in un contesto linguistico e giuridico caratterizzato dal bilinguismo franco-inglese e da un marcato di federalista che ha prodotto un’integrazione nella Provincia del Quebec.”” Fu tutto un processo d’inserimento e adattamento alla nuova Società da parte degli Immigrati italiani , con i loro cambiamenti che il loro arrivo determino’ nel Paese di accoglienza. Allora nella nostra Bella Provincia , vigeva un bilinguismo perfetto. Ciascuno sceglieva la lingua da far insegnare ai propri figli, quasi tutti adottarono l’Inglese,il francese di conseguenza diventava una “materia” d’insegnamento , restava comunque sempre una lingua parlata molto sui cantieri di lavoro ,e per chi ne aveva voglia ,ne diventava una seconda . Non per niente i figli dei nostri connazionali arrivati all’High-school erano padroni di entrambe. Certamente molti ,me compreso rimanemmo sorprese che in Canada , nella Provincia del Quebec si parlasse anche il francese!. Non conoscendo la storia della Confederazione Canadese, la sorpresa ( mancanza di conoscenza!) ,era giustificata. Nella Piccola Italia vi crescevano giovani volenterosi,studenti che grazie ai loro studi ,ne diventarono persone colte e responsabili di posti di lavoro importanti , mentre chi si laureava occupava le migliori professioni in circolazione. Alcuni si dettero persino alla politica. Alcuni italiani nostalgici fondarono la famosa “Banda” musicale della Piccola Italia con a capo il “‘Cavaliere” Gentile Dieni. Ne diedero un colorito e molto prestigio . La sua musica ,le sue suonate hanno riempito quelle nostre strade . Sapendo il percorso durante le tradizionali Processioni dei Santi ,ne seguivo con lo sguardo e il cuore quelle note, e quel colpo dato a quell’immenso tamburo,trasportato da un giovane forte , faceva vibrare le mie coronarie. Vecchi ricordi di fanciullezza mi venivano in mente quando la Banda di un paese vicino circolava per le strade del mio paesello ,e noi ragazzini tutti festanti ne accompagnavamo il loro percorso fieri e felici.” ERA FESTA GRANDE AL PAESE!” Chi si potrà mai dimenticare di quelle strade ,di quelle “Ruelle”.quanti giovani sono passati di la. Da li sono usciti ,cantanti ,Preti,avvocati ,Notai ,semplici operai, operatrici di macchine da cucire, vere maestre del cucito ,del taglio. Quanti battesimi ,Cresime ,Matrimoni ,e purtroppo quanti funerali sono stati celebrati in quella nostra cara chiesa Madonna della difesa! . Una statua che rappresenta un soldato , fu eretta alcuni anni fa nell’angolo della chiesa , lato Nord-ovest, omaggio ai caduti di tutte le guerre. Un valore aggiunto alle altre bellezze già esistenti. Il Parco Dante con un busto del Sommo Poeta ,circondato da alberi e luogo delle innumerevoli serate festive . Da quel parco si sono esibiti cantanti nostrani,bravi e purtroppo alcuni non ci sono più. Come i fratelli Marinaro che nei primi anni sessanta portarono dal Molise la loro bella musica, e uno su tutti, scomparso e portato via da un male incurabile solamente alcuni anni fa , l’amico Tony Picherazzi ,in arte Eddy Montana, originario della Ciociaria. Tornando spesso nella Piccola italia, mi piace attraversare quelle strade a piedi. Cosi’ facendo ne posso ammirare ogni cosa. Le scale un po’ a chiocciola , i suoi negozi, i suoi ristoranti,le vecchie case appartenenti a miei compaesani,anche quelle in affitto, al secondo e terzo piano. Allora appena arrivati abitavamo tutti in meno di un Km quadrato, ci conoscevamo tutti e anche le loro dimore. Mi fermo davanti al vecchio salone,ormai chiuso dove mio padre mi porto’ per farmi alleggerìre quei miei lunghi capelli anni sessanta. Do uno sguardo al vecchio Bar di Luciano ,ormai trasformato in una lavanderia, e per ultimo alle mie vecchie dimore ,prima come affittuario e poi per ultima la mia vecchia casa ,dove vi ho vissuto per ben undici anni e dove ha visto crescere i miei due figli! FINE. Peppino Fazio. ” MEMORIE “: ANCORA SULLA PICCOLA ITALIA (MTL) C’era “VITA” cinquant’anni fa in quel miglio quadrato denominato “PICCOLA ITALIA” .L’arrivo degli italiani anni 50 e 60 lo scelsero per viverci, attratti chi sa da che cosa.. Vuoi per la chiesa “ITALIANA” costruita nei primi anni del 900 , che attirava fedeli per fede ,ma anche per la sua maestosa costruzione ,vuoi per il mercato Jean Talon nelle vicinanze , vuoi anche per “l’Italianità” che si respirava attorno. I miei parenti con altri compaesani arrivati una decina di anni prima di noi,si erano sistemati, quasi tutti in case e appartamenti in affitto. Ricordo che zio Giovanni Mazzei se ne scelse uno al terzo piano! Bisognava salire oltre alla lunga scala esterna con tanti gradini, un’altra interna che portava (finalmente!) nell’appartamento. Cucina, salottino con una TV bianco e nero con mobiletto , e 2 stanze da letto. Bella ,comoda, con una stufa posata nel corridoio capace di riscaldare il tutto d’inverno.Dietro tramite una porta si accedeva alla famosa “SHACK” , ciascuna casa ne aveva una, utilizzata per un ripostiglio ,ma soprattutto per custodirvi il famoso bidone che avrebbe contenuto almeno quaranta ,cinquanta galloni del prezioso MAZUT ,l’olio di riscaldamento. Per le compagnie incaricate alla consegna dell’olio quando le forti nevicate bloccavano le “Ruelle,” (lo spazio tra una casa e l’altra dalla parte di dietro!) era un bel daffare per portare quei lunghi tubi forniti di “pistola” fino al terzo piano per riempire il bidone. Tutti ne reclamavano la consegna! . Avere il Mazut , era come avere la tranquillità di spirito. Restarene senza per motivi vari ,avrebbe causato svariati problemi. I lunghi e freddi inverni quebecchesi non scherzavano. Si toccavano punte di meno 10 ,meno 15 FAHRENHEIT ! che tradotti in CELSIUS diventano meno 30 – 35, molto di più del freddo che stiamo avendo in questi giorni. Gli altri miei compaesani più o meno avevamo gli stessi appartamenti. I miei cugini Ciccio e e Peppino Fazio ,non erano da meno. Anche loro abitavano in appartamenti simili a quelli dello zio Mazzei. L’unico ad avere una casa,era lo zio Luigi Ferrarelli con la zia Luisa Mazzei. Bella comoda, fornita di un sottosuolo e cantina. Di questa casa ne palai ampiamente ,come sapete già. Diventerà la “nostra casa” nei primi anni ottanta, abitandoci per undici anni! Trovare un appartamento libero era come trovare un ago nel pagliaio. E cosi’ qualche proprietario , che con il lavoro duro , i suoi sudori, e con tanti sacrifici era riuscito a comprarsi e di possedere una casa a tre piani ,con sei(!) appartamenti ,li affittava anche carucci. Fu nel nostro caso ,quando mio padre riusci a trovare al 6587 Rue ALMA un quattro e mezzo al secondo piano,con due stanze chiuse ,un salottino collegato ad una cucinetta e l’immancabile stufa ad olio in quel lungo corridoio. Il fabbricato possedeva sei appartamenti , due al pianterreno ,due nel mezzo e due al terzo piano! Questi inquilini si dovevano fare ben due lunghe scale per entrare nel loro appartamento. Le strade più frequentate erano ST Zotique, San Dominique, Mozart, Casgrain e naturalmente la cara a tutti noi la strada DANTE con la sua chiesa già da anni completata,con molti banchi fatti con legno indistruttibile! Con le sue pitture ,le sua statue, il suo pulpito ,ma visto utilizzato. E poi la sua Cupola la in alto che si presentava maestosa. Bisognava alzare la testa per ammirarne le pitture, raffiguranti il firmamento con DIO ,gli Angeli, i Santi ,i Papi,gli Apostoli, il Clero, con Vescovi e Prelati ,e uomini in divisa e a cavallo! Mi son sempre chiesto cosa ci facessero raffigurati li quei militari e addirittura un MUSSOLINI che con pieno di orgoglio cavalca il suo cavallo! (Volontà dell’artista??) St Zotique invece era la strada degli “STORES”, un negozio di ferramenta ,gestito da un calabrese, un forno, dei bars,un calzolaio ,un idraulico con pezzi e servizio alla sua clientela,e persino una farmacia!! C’era di tutto, non poteva mancare il Barbiere, e la Banca ; ah la banca , la banca!! ,Meta di noi tutti ,quanto almeno la chiesa la domenica!! .C’erano almeno tre negozi di generi alimentari ! Ciascuna signora si faceva la propria spesa,ci pensava un ragazzo che con la sua bici fornita di un carrello per la consegna. Vi ricordate la “PISA”, la compagnia di bevande? Passava un camion per rifornire i nostri connazionali,l’autista più un ragazzo volenteroso, quasi sempre uno studente . Quelle casse fatte di legno che contenevano almeno sei bottiglie di quella bevanda, erano pesantissime! . I sapori variavano dalla Gassosa, all’aranciata, e al caffè ,in seguito portarono anche in Brio! Quante famiglie si servivano di queste bevande! Adesso con le nuove generazioni tutto é cambiato, e purtroppo anche la compagnia “PISA” ha chiuso le porte. non lontano della Piccola Italia la strada St Hubert con i suoi numerosi negozi attirava tanta gente gente. C’era un po’ di tutto ,(esiste ancora oggi!) ,dai negozi di abbigliamento ,a quelli di scarpe. Ricordo che d’inverno mi piaceva camminare sui marciapiedi e guardare una per una le sue vetrine. quelle che mi attiravano di più erano quelle dei negozi di scarpe. Erano ben fatte con stivali d’inverno messi su delle tavolette con della neve finta ,bianchissima, un bel gran lavoro per attirare la clientela. E poi le luci che illuminavano la strada per intera. Per chi non voleva recarsi al mercato JeanTalon, sulla strada Beaubien vi era un Fruit Store ,gestito da italiani. Essendo vicinissimo dalla nostro dimora ,ci andavo a far la mia brava spesuccia. Ricordo che con meno di $5 portavo a casa dell’ ottima e svariata frutta. Tra i ragazzi aiutanti che servivano la clientela c’era il cugino Joe Ferrarelli, figlio di zio Luigi e zia Luisa Mazzei. Studente universitario,e cosi dal giovedì’ sera ,fino al sabato pomeriggio( Allora i commerci erano ancora chiusi di domenica!!) , con sacrificio si guadagnava dei soldini per la scuola e anche per uscire con gli amici! In seguito anche l’altro cugino ,fratello di Joe, Frank volle imitare il fratello. Ci rimasero fino a quasi non si sposarono. Joe oggi fa il contabile, mentre Frank , con l’esperienza ottenuta nel settore della frutta, e in particolare della vendita , é proprietario di una grande compagnia che importa ed esporta funghi. É diventato un ottimo ed abile businessman! Complimenti! Peppino Fazio. +2 gennaio 4, 2018 Montreal: la riflessione di Peppino Fazio 03gen, 2018 Print this articleFont size –16+ In questa prima mattina del 2018 ,con gli occhi ancora semi chiusi salto dal letto ,come per istinto mi affaccio alla finestra ,ne sposto le tende,essendo già giorno pieno ,una forte luce mi “colpisce” dandomi un certo fastidio agli occhi, la richiudo d’istinto,ma poi la riapro piano ,abbastanza che mi permette di dare uno sguardo fuori.La neve é ancora la,sebbene quella che si era accumulata in settimana scorsa sulle strade e’ già stata rimossa ,tutto e’ in bianco comunque. Non si vede un filo d’erba più ..chi sa per quanto tempo ancora.dall’interno sembra una bellissima mattina ,ma malgrado il sole abbia già fatto capolino ,si annuncia ancora un’altra giornata freddissima, il termometro indica i 26 sotto zero!! Secondo i meteorologici Montreal sta avendo una settimana tra le più fredde che memoria umana possa ricordare. Allungo lo sguardo finché posso, sembra di vedere un “2018” un po’ dappertutto. Montreal si é appena svegliata. Le case dei vicini con le loro macchine ghiacciate . Alcune fornite di ottime batterie accendono i loro motori, lo fanno con un “lamento” whuo..whuo..whuo e poi per la gioia di chi vi é dentro provocando una nube di fumo nerastro da intossicare i polmoni, la macchina parte.Una donna tutta incappucciata regge un guinzaglio in mano un cagnolino dal pelo lungo sembra quasi trainarla. La bestiolina sente questo freddo polare e non vede l’ora di tornarsene a casa, con il rischio anche di farsela addosso. Noto anche molti vetri dei vicini sono letteralmente ghiacciati, impossibile vederci dentro ,sebbene le tende siano state rimosse.Alzo gli occhi e mi accorgo che alcuni fumaioli fumano la loro pipa. Un fumo intenso esce dalle loro bocche. Sono case quelle dei miei vicini costruite con lo stesso criterio e nello stesso periodo della mia. Tutte sono fornite di un camino per bruciarci la legna. La mia casa ne possiede uno anche . Il mio é già in funzione ,é rimasto acceso praticamente durante tutta la notte. Non posso vederlo da dentro,ma lo immagino guardando quelli dei miei vicini. Avere un focolare soprattutto in questi orrendi giorni di freddo é quasi un privilegio. E poi con l’inconfondibile odore della legna che scoppiettando brucia lentamente da sensazioni antiche,ricordi d’infanzia,in quella casa di campagna dei nonni, con il nonno che fuma tranquillo la sua pipa, mentre la nonna lavora ai ferri la sua ennesima calza , e accenna ad un racconto del lupo e la volpe.Lascio la mia finestra,soddisfatto di essermi reso conto che nonostante tutto, nonostante sia il primo giorno dell’anno, la vita continua. Da domani chi dovrà far ritorno nelle fabbriche e negli uffici, lo farà. La donna di casa penserà a lavare tutta quella biancheria rimasta arretrata, e la stirerà .Si preoccuperà di mettere apposto ogni cosa, magari con la venuta dei nipotini quasi tutto é stato messo sotto sopra, ci penserà lei a sistemare tutto. Il marito pensionato ,da uno sguardo alla TV,ne guarda qualche notiziario ,ma poi la spegne.: Ancora incendi di case private con bambini rimasti contusi.Ancora incidenti,uscite di strada a causa dell’alcool ,oppure del ghiaccio. Ancora spari in Oriente. Palestinesi contro Israeliani, che mettono ANCORA in pericolo quella pace che non ARRIVERÀ MAI !Fatta colazione apro il computer,ancora una miriade di messaggi ,di auguri di Buon Anno da molti amici di Facebook. Ancora bottiglie di spumante che si stappano da sole ,quasi per magia, rispondo a tutti, vicini e lontani. Le parole più ripetute sono: SALUTE, PACE ,AMORE ,SERENITÀ, AMICIZIA, qualcuno anche “TANTI SOLDI” . Ecc, Ecc. Sarà questo 2018 diverso del suo predecessore? …..Ecco quanto ho sentito ,provato, “VISTO” in questo freddissimo nostro primo giorno dell’anno 2018!. Buon Anno a tutti ancora!! Peppino Fazio
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