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RITORNO AL PAESELLO AGOSTO 2009

Updated: Jan 8, 2022

capitolo quinto settembre 27, 2009


Il sole appena sorto passando attraverso le tapparelle del balcone della nostra stanza da letto e invadendola tutta, mi sveglio’. Diedi uno sguardo alla vecchia sveglia che usavano anche i miei suoceri e vidi che erano ancora le 7. Mia moglie ,forse un po’ piu’ stanca sembrava che volesse dormire ancora po’. Ma venne a sua volta svegliata anche lei da alcuni operai che borbottavano tra loro mentre ammartellavano qualcosa . Erano nella casa di fronte alla nostra di proprieta’ dell’ispittore Rosario Aiello. Soddisfatti per la nostra “prima`dormita“ a Castelsilano,scendemmo giu’ e facemmo colazione. C’era ancora sul tavolo un foglietto con degli ometti disegnati e una scritta “BENVENUTI` ` ,firmato Alessia e Federica Martino!! Dimenticavo di accennare che le care nipotine figlie del cugino Raffaele ,ci avevano fatto trovare quel foglietto attaccato alla porta la sera prima. Quale piu’ gradita sorpresa le nipotine ci avrebbero potuto riservare? Lo rilessi ancora e compiaciuto ,lo attaccai al muro. Lo abbiamo lasciato la’ al suo posto. Sara’ ben augurante per una prossima volta. Sarebbe lungo e noiso elencare tutte le persone che durante la prima giornata e i giorni seguenti incontrammo. Senza offesa di nessuno ne cito qualcono. Oltre a tutte le cugine, l’incontro con zio Peppino Marasco ,anche si zio indiretto sa di cosa speciale. L’unico rimasto in mezzo a tutti gli altri zii e zie che purtroppo ci avevano lasciati, `. Andammo a casa sua. Fu per noi la prima uscita a piedi nel paese. Lo trovai in ottima forma, anche se con qualche dente in meno. Lo abbracciai e gli strinsi le braccia attorno al collo. “È cosi’ ci siamo rivisti ancora!!“ Ci fa. :“Che dici zu Peppi’, ci dobbiamo rivedere per altri cento anni!!“Risposi. Compiaciuto accenno’ ad un piccolo sorriso! Parlammo di tante cose. Mentre la mia mente mi riportava indietro di oltre 50 anni,quando da piccolino lo seguivo in campagna. Mi faceva cavalcare il suo mulo. Malgrado la mia piccola eta’ con lui a fianco non avevo timore di salire in sella ,che per me sembrava come scalare una montagna. Mi aveva dato un trucco. :“Peppi, mi diceva, :“Per salire facile, accosta il mulo al muretto, e fai un solo salto e ti troverai a cavallo, ma tieniti alla chioma…pero’, cosi’ non cascherai per terra!“Mentre lui mi parlava mi passavano nella mente questo ed tantissimi altri momenti vissuti con lui da piccolo. Come quello quando mi vide arrampicandomi sopra un pino, sempre per andare a prendere gli uccellini, e resosi conto del pericolo che stavo andondo incontro, perché ero arrivato abbastanza in alto ,mi si avvicino’ e mi convinse a scendere. La maniera con cui me lo disse era impossibile disobbedirgli. Una foto della zia Franceschina messa li sul davanzale del focolare, mi fece “Ritornare“ al presente. :“Ha sofferto molto la zia ,non é vero zu Peppi?“. “Molto Peppi“ Rispose.E senza volerlo lo provocai a raccontarmi questo.“Castelsilano una mattina si sveglio’ con almeno 70 cm di neve, A tua zia le toccava la dialisi. Impossibile attraversare il paese e andare a Crotone in macchina. Ho avuto paura. Se Franceschina avresse saltato il trattamento, le cose si potevano mettersi molto male per lei, con conseguenze molto serie .Io e mia moglie ascoltavamo quasi con il fiato sospeso.:“la fortuna volle che il parente Mazzei Giannino era a casa . Prese la sua possente ruspa, e piazzando il grosso mezzo davanti all’automobile dove c’era la povera zia, pian piano apri’ il varco . Per fortuna la neve era poca appena passato il bivio ,cosi’ zia Franceschina pote’ andare tranquilla a Crotone per avere la sua dialisi .Ma quanta paura! Purtroppo la zia non c’é piu’, mori ‘ pochi anni dopo per questo male. Ormai il suo corpo era massagrato da tutte quelle numerosissime trasfusioni. Ai miei tempi quella casa era fatta differente. A stile antico con l’entrata e subito vi si trovava una grande camera con tavolo cucina, e focolare. Insomma la classica casa con tutto nella stessa camera. Mi venne in mente che la’ dove eravamo seduti zio Peppino con zio Rosario ,zio Vincenzo erano abituati durante il periodo natalizio ad ucciderci il maiale. La grande “QUARARA“ al fuoco presa in consegna dalla zia Franceschina,era pronta per fornire sufficiente acqua bollente che avrebbe permesso agli zii di pelare il maiale. Io ancora giovanissimo tenuto a distanza dalla mamma, osservavo il tutto compiaciuto.Mentre loro erano intenti “all’operazione maiale“ ,io ne suguivo ogni gesto e movimento.Contento che sarebbe stato festa in famiglia. E si perché la tradizione voleva che ad ogni uccisione di maiale nelle nostre case, la sera stessa o quella seguente ne seguiva una lauta e festosa cena a base manco a dirlo di carne di maiale. Dalle polpette ,le mie preferite alle ossa da spolpare. Ero in attesa pure di raccogliere il pelo del maiale per poi rivendermelo alla “Macelleria “ e ottenermi un cospicuo guadagno,magari solo 10 lire , ma per me era un piccolo tesoro. Zio Peppino ora vive da solo in casa sua. Assistito pero’ da sua figlia ,la cugina Luisa .Oltre al suo lavoro ,la cura verso il marito Vincenzo Oliverio,il pensiero delle cugine Maria che lavora al nord, e Francesca ancora studentessa a Cosenza , trova il tempo necessario per non fargli mancare niente. Parlammo anche di calcio. Non mi nascose la sua fede Interista. Io quella juventina. :“Quest’anno ne vedremo delle belle Peppi.Quando vi batteremo ti chamero’ per telefono,“Mi fa. :“Pure io lo faro’ se la Juve battera’ l’Inter! Risposi. E ci scappo’ una forte risata. Ci salutammo promettendoci che ci saremmo visti presto, tutti i giorni! La sua presenza ,il dialogare con lui mi trasportava a rievocare ancora momenti della mia infanzia, e tutto cio’ mi appassionava. Continua


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capilo quarto settembre 24, 2009 Appena che l’autobus della Simet entro’ in uno spiazzo e si posteggio’ per permetterci di scendere e prendere i nostri bagagli,dal finestrino intravidi mio cognato Antonio. Ci cercava con gli occhi. Gli feci segno con la mano , indovinato il finestrino, ci saluto’ , mentre un grosso sorriso scaturiva dal suo viso. Ci abbracciammo, :“Benvenuto cogna’!!“ ,“Ben trovato cogna’“ Tutto bene? ,Si tutto bene!!. Ci preoccupammo a caricare la valige. E via verso casa sua. Li trovammo la cognata Maria, ma soprattutto mia moglie Lina pote’ riabbracciare la sua cara mamma Maria-Isabella. Vi risparmio e preferisco sorvolare su quei momenti. Erano ben 8 anni che mamma e figlia non si vedevano. Per giunta la cognata Maria con l’approvazione di mia moglie,decisero di tenere celato il nostro arrivo. C’era il timore che la suocera non avrebbe retto al pensiero e all’emozione del nostro arrivo, per non farla “Preoccupare“.ed evitare qualche eventuale poca piacevole sorpresa. Per chi non lo sapesse dopo la morte di mio suocero avvenuta nel dicembre 1996, per superare il trauma per la perdita del marito, decise di non abitare piu’ nella casa di via Garibaldi a Castelsilano,e di ritirarsi definitamente a San Giovanni in Fiore Anchio abbracciai la suocera, mi accorsi che pian piano si stava riprendendo dalla grossa sorpresa. Ci guardava con occhi spalancati ,forse ancora incredula di rivedere soprattutto sua figlia accanto a lei che le stringeva amorevolmente le mani.! Muoveva le labra come per dire qualcosa, oppure rivolgerci qualche domanda, ma niente usciva dalla sua bocca.Del resto era piu’ che comprensibile. Data l’ora ancora mattiniera, infatti erano le sette del mattino del 30 luglio, ci mettemmo a nostro agio, prendemmo una meritata doccaia .Mentre mia moglie si tratteneva con la mamma, io ne approfittai per riposarmi un po’.Considerando il viaggio fino a Roma in aereo, e poi la nottata in autobus fino a San Giovanni, ne avevo veramente bisogno.! Mi sveglio’ il drin drin del telefono, era la cugina Maria Luisa Foglia da Castelsilano che sapendo del nostro arrivo, era impaziente di salutarci almeno per telefono. Passammo la giornata in famiglia. E poi ,come previsto caricammo le nostre valigie per avviarci alla nostra casa di Castelsilano. Ci accompagno’ il cognato naturalmente. Era ancora giorno quando l’auto appena uscita dalla galleria , vidi un pannello arruginito nella sua grandezza e una freccia appena visibile verso la destra ,indicava :“CASTELSILANO“. Ci siamo,Mi dissi.Pagherei chi sa’ cosa per poter descrivere il mio stato d’anomo in quel momento .Qualcosa mi attraverso’ le spalle dall’alto in basso.Il cognato guidava non curante, mentre mia moglie ,probabilmente sentendo le stesse cose ,era intenta a guardare fuori dal finstrino e ci guardammo in faccia l’uno con l’altro. Una gitata a destra ..!!La pietra con scritto “CASINO 1923, la “casicella`e ru Biviu“ a sinistra, e tanti compaesani intenti nel giuoco delle bocce. Un tonfo. Cercai di salutare qualcuno con la mano, preso dall’entusiasmo ,ma naturalmente con la macchina in corsa nessuno si sarebbe accorto di me. Imbocchiamo la curva del cimitero, un gesto instintivo con la mano mi dice che molti dei nostri cari sono la’ nel loro eterno riposo.Magari pretenderanno una visita al piu’ presto possibile. La curva dei `Caprari, quella della Cava “E ru bricciu“,le castagnelle, a curva e Santu Linerdu, u cimiteru viacciu!! …Siamo a Castelsilano. Mi aspettavo piu’ gente per la via del Corso..Forse erano tutti intenti a cenare per poi uscire per le solite passeggiate. Le case altissime mi sembravano talmente una a fianco all’altra che mi dava l’impressione di essere entrato in un tunnel. Illusione ottica? Questo lo constatato ogni qualvolta che sono ritornato al paese. Imboccammo la discesa e “ Ra Vinella e Don Peppe Sirianni“ poi in via Garibaldi . Siamo a casa !!Tutto era rimasto come prima. Persino il pachetto di Malboro che mio figlio Francesco lascio’ nel 2001 sul davanzale del focolare sta ancora la’. La radio, i mobili ,le foto, Tutto e ogni cosa era al suo posto. I muri erano stai inbiancati..pero’..Era tutto pulito. Ad un certo punto mi domandai:“ Ma abbiamo veramente lasciato questa casa nell’agosto 2001?? Dopo pochi minuti la casa si riempi’. La cugina Angela, Luisa Mazzei ,le care cugine Teresa e Maria Luisa Foglia con i loro mariti erano venuti ad abbaccairci. Ingnari della stanchezza, mia moglie ed io c’intranemmo con i graditissimi ospiti.Rispondevamo alle loro domande. Pian piano si fece tardi ,ci salutammo con le cugine , e dopo una lunga e gioiosa giornata andammo a letto.Era incominciato dopo lunghissimi 8 anni il mio “tanto sospirato e atteso `Ritono al mio paesello“!!!!


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capitlo 3 settembre 18, 2009 Lasciammo la San Paolo con un tax , gentilmente chiamato per noi da Padre Agostini per diriggerci alla Thiburtina. Contenti che il nostro viaggio sarebbe continuato ,ma dispiaciuti ,almeno io per aver lasciato quel posto a me tanto caro. . Ma che fretta che aveva quel giovane autista, avrebbe avuto un 25 anni!! Seduto al sedile davanti a fianco a lui ,dovevo tenermi con la mano per evitare qualche sbalzo in avanti ,oppure a non sbattere la testa a qualche parte. Correva come un forsennato e con una certa bravura,schivava qualsiasi auto che gli si presentava davanti. Era collegato via radio con la sua centrale che gli comunicava la prossima“VITTIMA“, pardon il prossimo cliente da accompagnare. Per fortuna dopo una vera folle corsa, arrivammo alla Tiburtina, gentilmente ci aiuto’ a scaricare le valigie,e ci indico’ il posto dove avremmo preso l’autobus che ci avrebbe portati a San Giovanni In Fiore. Lo ringraziai, ponendogli in una mano i 20 Euro per il suo meritato lavoro.Era affollata la stazione, altri passeggeri si apprestavano a partire per altre localita’ d’Italia. Si vedevano molti autobus posteggiati di altre compagnie, ma il nostro quello della Simet, ancora non si vedeva. :“Mancano una ventina di minuti ancora, “ dissi a mia moglie, che nel frattempo si stava preoccupando un po’.Ne approfittai per telefonare in Canada a mia sorella Luisa e rassicurarla che tutto stava andando bene ,e che ben presto saremmo ripartati per casa. Fu mia moglie a vedere per prima l’autobus della Simet. :“Eccolo..eccolo!!“Si posteggio’ e finalmente una volta sistemate le valigie , ci siamo impossessati dei nostri posti ,gia’ riservati . Lina ,mia moglie mostrava un po’ di stanchezza, per via della lunga giornata,ma le si leggeva in volto una certa contentezza! Era troppo evidente ,troppo chiara la sua gioia e l’impazieza e la fretta di arrivare a destinazione. Mancavano solo 7 ore e 600 km da fare ,prima di riabbracciare sua mamma Maria isabella e Raffelina sua sorella. L’autobus era pieno in ogni ordine di posto. Una volta imboccata la superstrada, vi si regnava un silenzio rispettoso verso chi ,data la tarda ora, piegandosi il capo sul lato del sedile, cercava di riposare, o ad azzarzare un sonnellino. Mia moglie cerco’ la mia spalla e vi si appoggio’ , aveva voglia di riposarsi e chiudere un occhio. Mentre io con il rumore del motore del veicolo che sentivo continuamente nelle mie orecchie, preferivo guardare le altre automobili che frecciavano al nostro fianco. Venivo attratto anche dalle luci dei numerosi paesi che si affiancavano ai lati della superstrada. Mi divertivo a leggere qualche cartello che indicava l’avvicinamento di qualche localita’. Salerno, Caserta, Napoli.. e poi Battipaglia ..Eboli!! Evidentemente eravamo in Campania! Nel leggere EBOLI, il mio pensiero volo’ a quel famoso libro scritto negli anni 44- 45 da Carlo Levi, “CRISTO SI É FERMATO AD EBOLI“.Non lo so se adesso sarebbe di attualita’ questo libro!! Nel vedere nel come la Salerno -Reggio Calabria é ridotta….ci manca poco!! Mia moglie viene svegliata, da un forte e assordante Klaxsson di un Tir che azzardava un sorpasso un po’ rischioso.:“Dove siamo mi chiese:“ A san Giuvanni in Fiore “ le dissi! : “Buggiardo!!, É ancora notte, e siamo lontani. :“Non ti preoccupare.. ben presto sara’ l’alba, e saremo gia’ in Calabria. Mormanno fu il primo paese a vedere con la luce del giorno.Erano le 5 del mattino e come d’incanto anche gli altri passeggeri cominciavano a chiaccherare, alzarsi all’impiedi per sgranchirsi le gambe e magari dissetarsi con le ultime gocce di caffe’ rimaste! Fu quello che facemmo mia moglie ed io. Ci guardavamo l’uno con l’altro. Gli occhi erano un po’ gonfi, ma il viso era sereno. Appena lasciata Cosenza, l’autobus incomincio’ a salire.. salire.,. salire. L’aria era piu’ fine e piu’ fresca. S’incominciava a vedere qualche pino. La Sila ..la sila!! Il sole era gia’ sorto, erano le 6e 15, Con la strada stretta ,un mezzo pesante stava rallendando la corsa del nostro autobus. “Ma che fa quello la’, perché non si scosta,“gridava l’autista. Anche lui come noi ,aveva fretta di arrivare. Arrivare per riabbracciare la sua moglie, magari la sue bambine, mentre noi avevamo fretta di riabbracciare i nostri cari . Finalmente affiancato ad una collina ,costruita quasi interamente sulla roccia con case altissime quasi a sfiorare il cielo in una mattinata limpida e soleggiata che prometteva molto ….eccoci a San Giovanni In Fiore!! Leave a Comment » | NARRATORIA | Permalink Pubblicato da castel48

narratoria settembre 14, 2009 Era passato molto tempo dal nostro ultimo ritorno a Castelsilano. Dal lontano luglio 2001 che non lo facevamo. E cosi’ gia’ in primavera mia moglie ed io cominciammo le prime spesucce.:“Ci vuole questo, ci occorre quell’altro . E poi il regalino alla mamma alla sorella ai nipotini e tutto il resto.Insomma preparammo e riempimmo le nostre valigie oltre agli indumenti anche piene di speranze ,auguri, e desideri . Decollammo alle 22,30 in punto ora di Montreal verso Roma il 28 luglio scorso.Atterrammo dopo appena sette ore e mezza a Fiumicino alle 11.30 am del 29.Come avemo gia’ previsto e progammato trovai un mio vecchio amico d’infanzia ad attendermi all’aeroporto.Per chi non lo sapesse negli anni sessanta i miei genitori mi mandarono a Roma nella Pia Societa’ San Paolo a studiare da prete.Ma dopo quattro anni lasciai l’Istituto per continuare gli studi in Calabria.Tonino Nieddu un verace sardo regista prima e adesso produttore di Fictions per la Rai ,mi attendeva all’uscita . Erano 45 anni che non lo vedevo. Solo una foto che lo traeva mentre girava una Fiction che mi aveva spedito tramite Internet mi é stata sufficiente per riconoscerlo. Lascio a chi legge immaginare cosa ho provato in quel momento. Ci abbracciammo.Lo guardai dall’alto in basso. Non era tanto crescuto. Piu’ o meno era della mia stessa altezza. Un po calvo..purtroppo .Appena apri’ bocca, la sua voce , i gesti delle mani, mi convinsero che era lui .Gli presentai mia moglie mentre assistiva all’incontro incredula e commossa. Ci porto’ a casa sua , un condominio proprio alle spalle della Basilica di San Pietro. Ci invito’ a metterci a nostro agio. Ricordo che quel 29 luglio a Roma si erano sfiorati i 40 gradi !! Immaginate il caldo che faceva in pieno pomeriggio ! Ci presento’ la sua compagna, una gentil signora di origine sud-americana. Mentre ci preparava un piccolo pranzo, con Tonino incominciammo a raccontarci i nostri momenti trascorsi insieme. :“Ricordi questo, ti ricordi di quell’altro. Fu un “RITORNO“ negli anni della nostra infanzia trascorsi nella San Paolo. Come avrei lascito Roma senza essere ritornato nel nostro Collegio? E cosi’ dopo esseci riposati , ci aviammo’ in Via Alessandro Severo, appunto alla San Paolo. Il tragitto duro’ almeno una mezzoretta. Nel frattempo tra un discorso e l’altro ammiravo Roma. Mentre mia moglie si preoccupava a filmarne le strade e qualche monumento . Malgrado l’aria condizionata in macchina, il caldo si faceva sentire, ma per me non era niente, in quel momento stavo vivendo qualcosa che averbbe lasciato un segno nella mia vita. Lo stesso segno che restera’ quando attraversammo la soglia dell’Istituto, e tutto mi si presento’ davanti agli occhi . Incredulo e senza rendermi conto che dopo 45 anni mi ritrovavo in mezzo a quelle costruzioni, davanti al campo sportivo rimasto tale e quale ,dove sgambettavo e correvo dietro ad un pallone non curante delle mie ginocchia. :“Mamma mia tutto é come prima!!“Vedi Lina , li’ in alto al terzo piano c’era il nostro dormitoio. Grande camerone da poter accogliere almeno 80 lettini!“ Li si svolgeva il nostro Apostolato. Sai ero bravino a mandare avanti una macchina OFFSETT che stampava i libri ! “ E via di questo passo. No potendo trattenere l’emozione ,mi accorsi che alcune lacrime mi scendevano sulle guance. Ancor di piu’ quando entrai in chiesa, mi volle inginocchiare allo stesso banco che abitualmente facevo durante le numerosissime funzioni da Immacolatino. Quante sensazioni, quanta emozione, Tonino e mia moglie stavano in sielenzio.:“Anch’io provai tanta emozione quando venni anni fa’ per la prima volta qui alla San Paolo.“ Mi fa ad un tratto Tonino. Incontrai altri amici divenuti preti. Altri Fratelli e sacerdoti molto anziani. Don Francesco Cupello anche lui mio compagno ,fa il direttore della Casa. Mi racconto’ che tutto era cambiato. Che non c’erano piu’ le Vocazioni come ai nostri tempi. Me lo dicevo quasi dispiaciuto. Con tristezza. :“la Chiesa caro Giuseppe non é la stessa. Le Vocazioni con l’era moderna e la nuova tecnologia vengono a mancare ,e noi qui fatti vecchi cerchiamo d i portare avanti nel miglior dei modi e con l’aiuto di Dio questa nave.` Provai anch’io tanta tristezza. Mi fece entrare nel suo studio, mia moglie prese qualche foto. Nel frattempo Tonino Nieddu `ci aveva lasciati, era impegnato a completare di girare una scena di una Fiction. Ma prima ci saluttammo ,abbracciati ci siamo promesso che ci saremmo visti ancora. Lo ringraziai per tutto quello che aveva fatto per noi. Come ringraziai Don Cupello. Dopo aver cenato insieme a gli altri Fratelli , ci salutammo con tutti. Li abbracciai uno per uno. Sebbene gia’ era fatto buio di molto, diedi un’ultimo sguardo al fabbricato ,alla chiesa, e al campo sportivo .Era esteso, ma con un o sguardo lo si poteva guardare tutto.Con la mente mi vedevo ancora piccolo e ragazzetto in quei cortili, un tempo per me luoghi di preghiera, riflessioni, amore verso gli altri . Ho lascito quei santi luoghi diretto alla Tiburtina per continuare il mio viaggio verso la Calabria, con una grande nostalgia, ma il cuore felice che dopo 45 anni ero ritornato nel mio vecchio Collegio.Le foto e il filmino mi aiuteranno a ricordare quei luoghi tonto a me cari .!! Continua. 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Racconti. Si parte!! settembre 11, 2009 Appena toccato suolo quell’applauso scrosciante di tutti noi passeggeri a bordo indirizzato alla cabina di pilotaggio e al personale di bordo che con tanta cura ci aveva assistito durante le lunghe ore di volo Roma -Montreal, mi convince ancor di piu’ che ero vicinissimo a casa. Erano le 7 di sera con un sole quasi al tramonto mia moglie ed io aspettavamo i dovuti controlli ,attraverso le grandi vetrate dell’aeroporto guardavo la grande pista e gli aerei che decollavano oppure un po’ piu’ lontano altri che atterravano. Pensavo e mi dicevo:“`E dire che pochi minuti fa’ anch’io stavo in uno di quei lunghi tubi!! Passato ogni controllo e per fortuna nessuna dogana, ho riattivato il mio cellulare. Mi son messo in contatto con mio figlio Franco che appunto era gia’ in aeroporto che ci aspettava. Con sorpresa mi dice che ci sta solo lui ad attenderci. E gli altri ? Bhe ,: gli altri sono a casa. Il tragitto fu breve ,ma nel frattempo si era fatto buio.Arrivati in Pontmain , St Leonard , vedo nel mio posteggio altre macchine. Ne riconosco una. Era quella del cognato Tonino. Mia moglie che era stata zitta in tutto il tragitto ,ad un tratto mi fa:“ Guarda Peppi’ , ci sono i palloncini alla scala di casa!! É vero , risposi.Infatti con le luci aperte sembrava bello e tutto luccicava. Appena messo piede dentro mia moglie ed io fummo accolti da grandi applausi e da “ Un Benvenuti ….benvenuti dalle mie sorelle , i miei nipoti e puri i nipotini Anthony e Nicholas ci applaudirono!! Mentre i muri della casa erano pieni di striscie di “WELCOME HOME“ Era Tutto bello ed emozionante!! “Ecco i furbacchioni, dissi,“ Non sono venuti all’Aeroporto per farci la sorpresa!! Abbracciamo tutti uno per uno. Emozionti e contenti di essere ritornati a casa!! Mentre uno odorino di brodo mi fece ricordare che avevo fame. Metre si cenava fummo assaliti da domande di ogni genere .Come sta quello, avete visto quell’altro ..e cosi’ via. Dopo aver ringraziato mia nuora Cristina ,i mie figli Claudio e Franco, le mie sorelle Luisa , Isabella e i nipoti tutti,mi accorsi che era passata mezzanotte.Ci salutammo ,e tutti fecero ritorno alle loro case, mentre mia moglie Lina ed io andammo a letto.Appena sdraiatomi,notai la differenza del materazzo.. era normale. Augurnadole la buona notte , ringraziai il Buon Dio per averci assistito durante le nostre vacanze perché veramente tutto era andato bene. Mi addormentai, stanco ,ma felice ,contento di essere nella mia casa e nel mio letto. Continua. 2 commenti | narratoria racconti continua | Permalink Pubblicato da castel48

RITORNATO A CASA. settembre 6, 2009 Paradossalmente parlando sembra strano dire“RITORNO A CASA“ quando giustamente ritornando al mio paesello`é stato efettivamente “RITORNARE A CASA ( VERA !! )“ Purtroppo questa é la vita. Le scelte ormai fatte moltissimi anni fa’ vanno rispettate.e con nessun rammarico riprendo a poco a poco ad abituarmi al mio vecchio sistema di vita canadese ,ma con la mente ancora freschissima immerso nel ricordare momenti indimenticabili con la mia gente e del mio paesello. Non mi permetterei mai di scrivere su questo mio nuovo BLOG senza congratularmi e ringraziere Giovanni Guzzo mio nipote che con tanta maestria ha messo su e “impagginato“ questo Blog. Un grazie di cuore va alle mie care cugine Teresa e Maria Luisa Foglia, che hanno dedicato parte del loro preziosissimo tempo a soddisfare le mie richieste ed esigenze nel far si che questo Blog venisse completato nel miglior dei modi. non per niente i primi messaggi d’ incoraggiamento e di congratulazioni sono stati fatti da loro due. Mille grazie Giovanni, mille grazie carissime cugine. Sono appena 48 ore che quel AIRBUS 350 dell’AirTransat si é posato dolcemente quasi in punta di piedi (carrello) sulla pista dell’aeroporto P.E. Trudeau di Montreal . Con il rumore incessante dei motori ancora in testa, gli occhi gonfi per non aver chiuso occhio nelle due notti che hanno prededuto il decollo, entro nel mio racconto . Lo faro’ a poco a poco senza presunzione , prestesa e con molta semplicita’. Lo dedico a mia moglie Angelina che divido con lei gioie (ASSAI) e pochi per fortuna dolori da oltre 33 anni.É con lei il mio soggiorno in Castelsilano é stato meraviglioso. 2 commenti | NARRATORIA | Permalink Pubblicato da castel48








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