capitolo quinto settembre 27, 2009
Il sole appena sorto passando attraverso le tapparelle del balcone della nostra stanza da letto e invadendola tutta, mi sveglio’. Diedi uno sguardo alla vecchia sveglia che usavano anche i miei suoceri e vidi che erano ancora le 7. Mia moglie ,forse un po’ piu’ stanca sembrava che volesse dormire ancora po’. Ma venne a sua volta svegliata anche lei da alcuni operai che borbottavano tra loro mentre ammartellavano qualcosa . Erano nella casa di fronte alla nostra di proprieta’ dell’ispittore Rosario Aiello. Soddisfatti per la nostra “prima`dormita“ a Castelsilano,scendemmo giu’ e facemmo colazione. C’era ancora sul tavolo un foglietto con degli ometti disegnati e una scritta “BENVENUTI` ` ,firmato Alessia e Federica Martino!! Dimenticavo di accennare che le care nipotine figlie del cugino Raffaele ,ci avevano fatto trovare quel foglietto attaccato alla porta la sera prima. Quale piu’ gradita sorpresa le nipotine ci avrebbero potuto riservare? Lo rilessi ancora e compiaciuto ,lo attaccai al muro. Lo abbiamo lasciato la’ al suo posto. Sara’ ben augurante per una prossima volta. Sarebbe lungo e noiso elencare tutte le persone che durante la prima giornata e i giorni seguenti incontrammo. Senza offesa di nessuno ne cito qualcono. Oltre a tutte le cugine, l’incontro con zio Peppino Marasco ,anche si zio indiretto sa di cosa speciale. L’unico rimasto in mezzo a tutti gli altri zii e zie che purtroppo ci avevano lasciati, `. Andammo a casa sua. Fu per noi la prima uscita a piedi nel paese. Lo trovai in ottima forma, anche se con qualche dente in meno. Lo abbracciai e gli strinsi le braccia attorno al collo. “È cosi’ ci siamo rivisti ancora!!“ Ci fa. :“Che dici zu Peppi’, ci dobbiamo rivedere per altri cento anni!!“Risposi. Compiaciuto accenno’ ad un piccolo sorriso! Parlammo di tante cose. Mentre la mia mente mi riportava indietro di oltre 50 anni,quando da piccolino lo seguivo in campagna. Mi faceva cavalcare il suo mulo. Malgrado la mia piccola eta’ con lui a fianco non avevo timore di salire in sella ,che per me sembrava come scalare una montagna. Mi aveva dato un trucco. :“Peppi, mi diceva, :“Per salire facile, accosta il mulo al muretto, e fai un solo salto e ti troverai a cavallo, ma tieniti alla chioma…pero’, cosi’ non cascherai per terra!“Mentre lui mi parlava mi passavano nella mente questo ed tantissimi altri momenti vissuti con lui da piccolo. Come quello quando mi vide arrampicandomi sopra un pino, sempre per andare a prendere gli uccellini, e resosi conto del pericolo che stavo andondo incontro, perché ero arrivato abbastanza in alto ,mi si avvicino’ e mi convinse a scendere. La maniera con cui me lo disse era impossibile disobbedirgli. Una foto della zia Franceschina messa li sul davanzale del focolare, mi fece “Ritornare“ al presente. :“Ha sofferto molto la zia ,non é vero zu Peppi?“. “Molto Peppi“ Rispose.E senza volerlo lo provocai a raccontarmi questo.“Castelsilano una mattina si sveglio’ con almeno 70 cm di neve, A tua zia le toccava la dialisi. Impossibile attraversare il paese e andare a Crotone in macchina. Ho avuto paura. Se Franceschina avresse saltato il trattamento, le cose si potevano mettersi molto male per lei, con conseguenze molto serie .Io e mia moglie ascoltavamo quasi con il fiato sospeso.:“la fortuna volle che il parente Mazzei Giannino era a casa . Prese la sua possente ruspa, e piazzando il grosso mezzo davanti all’automobile dove c’era la povera zia, pian piano apri’ il varco . Per fortuna la neve era poca appena passato il bivio ,cosi’ zia Franceschina pote’ andare tranquilla a Crotone per avere la sua dialisi .Ma quanta paura! Purtroppo la zia non c’é piu’, mori ‘ pochi anni dopo per questo male. Ormai il suo corpo era massagrato da tutte quelle numerosissime trasfusioni. Ai miei tempi quella casa era fatta differente. A stile antico con l’entrata e subito vi si trovava una grande camera con tavolo cucina, e focolare. Insomma la classica casa con tutto nella stessa camera. Mi venne in mente che la’ dove eravamo seduti zio Peppino con zio Rosario ,zio Vincenzo erano abituati durante il periodo natalizio ad ucciderci il maiale. La grande “QUARARA“ al fuoco presa in consegna dalla zia Franceschina,era pronta per fornire sufficiente acqua bollente che avrebbe permesso agli zii di pelare il maiale. Io ancora giovanissimo tenuto a distanza dalla mamma, osservavo il tutto compiaciuto.Mentre loro erano intenti “all’operazione maiale“ ,io ne suguivo ogni gesto e movimento.Contento che sarebbe stato festa in famiglia. E si perché la tradizione voleva che ad ogni uccisione di maiale nelle nostre case, la sera stessa o quella seguente ne seguiva una lauta e festosa cena a base manco a dirlo di carne di maiale. Dalle polpette ,le mie preferite alle ossa da spolpare. Ero in attesa pure di raccogliere il pelo del maiale per poi rivendermelo alla “Macelleria “ e ottenermi un cospicuo guadagno,magari solo 10 lire , ma per me era un piccolo tesoro. Zio Peppino ora vive da solo in casa sua. Assistito pero’ da sua figlia ,la cugina Luisa .Oltre al suo lavoro ,la cura verso il marito Vincenzo Oliverio,il pensiero delle cugine Maria che lavora al nord, e Francesca ancora studentessa a Cosenza , trova il tempo necessario per non fargli mancare niente. Parlammo anche di calcio. Non mi nascose la sua fede Interista. Io quella juventina. :“Quest’anno ne vedremo delle belle Peppi.Quando vi batteremo ti chamero’ per telefono,“Mi fa. :“Pure io lo faro’ se la Juve battera’ l’Inter! Risposi. E ci scappo’ una forte risata. Ci salutammo promettendoci che ci saremmo visti presto, tutti i giorni! La sua presenza ,il dialogare con lui mi trasportava a rievocare ancora momenti della mia infanzia, e tutto cio’ mi appassionava. Continua
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capilo quarto settembre 24, 2009 Appena che l’autobus della Simet entro’ in uno spiazzo e si posteggio’ per permetterci di scendere e prendere i nostri bagagli,dal finestrino intravidi mio cognato Antonio. Ci cercava con gli occhi. Gli feci segno con la mano , indovinato il finestrino, ci saluto’ , mentre un grosso sorriso scaturiva dal suo viso. Ci abbracciammo, :“Benvenuto cogna’!!“ ,“Ben trovato cogna’“ Tutto bene? ,Si tutto bene!!. Ci preoccupammo a caricare la valige. E via verso casa sua. Li trovammo la cognata Maria, ma soprattutto mia moglie Lina pote’ riabbracciare la sua cara mamma Maria-Isabella. Vi risparmio e preferisco sorvolare su quei momenti. Erano ben 8 anni che mamma e figlia non si vedevano. Per giunta la cognata Maria con l’approvazione di mia moglie,decisero di tenere celato il nostro arrivo. C’era il timore che la suocera non avrebbe retto al pensiero e all’emozione del nostro arrivo, per non farla “Preoccupare“.ed evitare qualche eventuale poca piacevole sorpresa. Per chi non lo sapesse dopo la morte di mio suocero avvenuta nel dicembre 1996, per superare il trauma per la perdita del marito, decise di non abitare piu’ nella casa di via Garibaldi a Castelsilano,e di ritirarsi definitamente a San Giovanni in Fiore Anchio abbracciai la suocera, mi accorsi che pian piano si stava riprendendo dalla grossa sorpresa. Ci guardava con occhi spalancati ,forse ancora incredula di rivedere soprattutto sua figlia accanto a lei che le stringeva amorevolmente le mani.! Muoveva le labra come per dire qualcosa, oppure rivolgerci qualche domanda, ma niente usciva dalla sua bocca.Del resto era piu’ che comprensibile. Data l’ora ancora mattiniera, infatti erano le sette del mattino del 30 luglio, ci mettemmo a nostro agio, prendemmo una meritata doccaia .Mentre mia moglie si tratteneva con la mamma, io ne approfittai per riposarmi un po’.Considerando il viaggio fino a Roma in aereo, e poi la nottata in autobus fino a San Giovanni, ne avevo veramente bisogno.! Mi sveglio’ il drin drin del telefono, era la cugina Maria Luisa Foglia da Castelsilano che sapendo del nostro arrivo, era impaziente di salutarci almeno per telefono. Passammo la giornata in famiglia. E poi ,come previsto caricammo le nostre valigie per avviarci alla nostra casa di Castelsilano. Ci accompagno’ il cognato naturalmente. Era ancora giorno quando l’auto appena uscita dalla galleria , vidi un pannello arruginito nella sua grandezza e una freccia appena visibile verso la destra ,indicava :“CASTELSILANO“. Ci siamo,Mi dissi.Pagherei chi sa’ cosa per poter descrivere il mio stato d’anomo in quel momento .Qualcosa mi attraverso’ le spalle dall’alto in basso.Il cognato guidava non curante, mentre mia moglie ,probabilmente sentendo le stesse cose ,era intenta a guardare fuori dal finstrino e ci guardammo in faccia l’uno con l’altro. Una gitata a destra ..!!La pietra con scritto “CASINO 1923, la “casicella`e ru Biviu“ a sinistra, e tanti compaesani intenti nel giuoco delle bocce. Un tonfo. Cercai di salutare qualcuno con la mano, preso dall’entusiasmo ,ma naturalmente con la macchina in corsa nessuno si sarebbe accorto di me. Imbocchiamo la curva del cimitero, un gesto instintivo con la mano mi dice che molti dei nostri cari sono la’ nel loro eterno riposo.Magari pretenderanno una visita al piu’ presto possibile. La curva dei `Caprari, quella della Cava “E ru bricciu“,le castagnelle, a curva e Santu Linerdu, u cimiteru viacciu!! …Siamo a Castelsilano. Mi aspettavo piu’ gente per la via del Corso..Forse erano tutti intenti a cenare per poi uscire per le solite passeggiate. Le case altissime mi sembravano talmente una a fianco all’altra che mi dava l’impressione di essere entrato in un tunnel. Illusione ottica? Questo lo constatato ogni qualvolta che sono ritornato al paese. Imboccammo la discesa e “ Ra Vinella e Don Peppe Sirianni“ poi in via Garibaldi . Siamo a casa !!Tutto era rimasto come prima. Persino il pachetto di Malboro che mio figlio Francesco lascio’ nel 2001 sul davanzale del focolare sta ancora la’. La radio, i mobili ,le foto, Tutto e ogni cosa era al suo posto. I muri erano stai inbiancati..pero’..Era tutto pulito. Ad un certo punto mi domandai:“ Ma abbiamo veramente lasciato questa casa nell’agosto 2001?? Dopo pochi minuti la casa si riempi’. La cugina Angela, Luisa Mazzei ,le care cugine Teresa e Maria Luisa Foglia con i loro mariti erano venuti ad abbaccairci. Ingnari della stanchezza, mia moglie ed io c’intranemmo con i graditissimi ospiti.Rispondevamo alle loro domande. Pian piano si fece tardi ,ci salutammo con le cugine , e dopo una lunga e gioiosa giornata andammo a letto.Era incominciato dopo lunghissimi 8 anni il mio “tanto sospirato e atteso `Ritono al mio paesello“!!!!
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