QUANDO L'ITALIA "ARRANCAVA". EMIGRAZIONE PRIMI ANNI 50
Se non ci fossero stati libri oppure quelle pellicole in bianco enero ,una su tutte "IL CAMMINO DELLA SPERANZA " di Pietro Germi ad illustrarci il fenomeno emigratorio che come una emorragia si propagava nell'imminente dopo guerra in tutto il Sud, non avremmo mai capito il vero senso di quei grandi esodi.Anche se nella nostra esperienza di Seminarista , tra un viaggio e l'altro da Roma -Crotone e viceversa condividevamo quelle cuccette , senza potercene rendere conto alla nostra età, perché quel treno delle 20 traboccava di tutta quella marea di gente, bambini ,neonati e qualche anziano , dove andassero, perché lo facessero , e perché fossero la .Dalla Calabria ,Sicilia , e Basilicata famiglie intere prendevano letteralmente assalto quei treni .A ciascuno interessava salirci . Se fosse necessario si accomodavano anche nei corridoi ,in piedi, oppure seduti sulle proprie valige. .La preoccupazione era quella di ogni capo famiglia di avere sempre sotto occhio la propria compagna che come una chioccia si teneva stretti i propri figlioletti,molto piccoli e persino uno in braccio ,pronto ad allattarlo appena il "fasciaturo" incominciasse a lamentarsi.Dagli inizi anni 50 appunto , il cinema italiano ha costruito, a suo modo, una storia dei flussi migratori e giudizi sociali nei confronti dei migranti.Dobbiamo al talento di ogni bravo regista "nostrano" che ha saputo raccontarcele .Magari il lungo viaggio da quel caro sud fino al nord ,sebbene fosse tutto fatto in piedi , senza chiudere un occhio fosse stato senza problemi , quelli veri sarebbero incominciati per i nostri cari corregionali dopo ,non appena scesi dal quel treno.Con poche lire in tasca, spaesati si confondevano in quella marea di gente tutta preoccupata di impossessarsi delle proprie cose, con spintoni a questo e quello .Ma la loro grande preoccupazione fosse di non perdere mai di vista la propria famiglia , e soprattutto quei due -tre monelli che tra uno spintone e l'altro rischiavano di venire "inghiottiti" dalla folla e persi nel nulla.Chi sa quante sgridate il loro papà gli avrà indirizzato nel loro dialetto pur di tenerli a bada e farli stare più vicino possibile alla loro mamma.Più delle volte c'era sempre qualcuno che li aspettava alla stazione,magari emigrato qualche mese prima di loro. Li prelevavano e li accompagnavano alle loro case ,case per modo di dire.Due stanze ,un bagno e una cucinetta.Era tutto qua. Il castello ,la reggia tanto agognata si riduceva in piccolo appartamentino, da condividere persino con l'amico, oppure parente con tutti i suoi .Cosi' ,stanchi ma felici di trovarsi dopo un estenuante viaggio durato oltre quindi ore sotto un tetto e in una grande città del Nord , guardandosi in torno si resero conto che il loro parente pur di offrire loro una dimora temporanea si era sacrificato accogliendoli a casa sua.Quel piccolo appartamento in quella gelida serata di dicembre ospitava almeno otto persone, quattro genitori ,tre bambini e un neonato.Materassini buttati per terra, coperte di lana , sdraiati ,ciascuno cercava il vicino per riscaldarsi. Un solo pensiero di una certa gioia passava nelle teste almeno dei due genitori.Finalmente quella prima sera sarebbe stata la prima sera per avviare una nuova vita, dare un futuro ai loro figli , trovare benessere , felicità , serenità e amore verso la "nuova terra" .La nostalgia poteva aspettare. I ricordi del loro paesello ,dei campi ,degli amici, parenti ,delle Feste "paesane",di quel campetto di calcio,delle vicine di case ,di quei pochi animali che con sacrificio erano riusciti a procurarsi.Potevano aspettare persino quel caro mulo ,ma soprattutto poteva aspettare quel cane nero macchiato di bianco che al momento della loro partenza si era eclissato per non assistere con tanto strazio alla partenza dei loro cari padroni.Quelli che lo conoscevano ,raccontano che per ore e ore sostava davanti a quella porta chiusa forse per sempre. Per tutto ciò c'era tempo.Sapevano che prima o poi la nostalgia li avrebbe presi alla gola, che inesorabilmente li avrebbe assaliti,ma cercavano di lasciarla fuori da quel "paradiso" di casa che li stava ospitando per il meno tempo possibile.Una nuova vita in quella nuova "terra promessa" adesso in cominciava per quella cara famiglia del SUD.Peppino Fazio.
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