ottobre 15, 2019
PENSIERI! ” In quel ciuffo d’era staccato dal prato c’è il sogno di un adolescente che attraverso il Seminario É diventato uomo guardando con serenità al futuro.” Sembra un titolo di una Tesi alla Maturità, anzi potrebbe esserlo perché ci spinge a riflessioni che riguardano la nostra persona. Gli anni nei quali ci ha visti crescere con principi religiosi e morali hanno lasciato in noi ricordi indelebili, hanno radicalmente trasformato i nostri primi anni di vita trascorsi in un paesello dove quella terribile guerra aveva lasciato i suoi segni. Il sud già povero in se stesso doveva “assorbire” ,anche se indirettamente le conseguenze ,le devastazioni ,la povertà che quella orrenda guerra aveva seminato nel centro -nord. Senza tecnologia alcuna per noi ragazzini la nostra istruzione si limitava, a parte quella fatta con amore dai nostri genitori,chi li aveva vicini pero’…. in quelle quattro ore di scuola ,con pochi libri una matita e forse una biro . Con le varie distrazioni soprattutto quelle di gironzolare per il paese,partecipare a diversi giochi ,ma soprattutto ,una volta procurataci una palla più o meno rotonda anche fatta di stracci, ci teneva ore e ore fuori casa senza possibilità alcuna di imparare ,studiare qualcosa. Se dovessimo benedire un giorno particolare della nostra vita trascorsa in paese, benediremmo quel giorno quando un Prete Missionario proveniente da Roma con l’aiuto del nostro parroco di quel tempo don Natale Palmieri “cercava” Vocazioni. Il suo compito era quello di indirizzare più ragazzi possibili al suo Seminario . Ci riusci con noi. Con l’approvazione dei nostri genitori e la nostra naturalmente decidemmo di partire per Roma quel 4 Ottobre di quel 1961 Forse non sapremmo mai i veri motivi della nostro decisione, ma bastava solamente il pensiero che avremmo lasciato il paesello e saremmo andati a studiare addirittura a ROMA!! Questa idea giustificava la nostra gioia , la nostra voglia di scoprire un nuovo mondo,quello nostro si limitava al massimo un escursione di nascosto fino al Bivio per ammirare quelle macchinette che correvano come pazze in quella tanto nostalgica ,famosa ” A GARA”! Ignari di quello che ci avrebbe riservato una volta entrati in collegio ,del suo impatto nei nostri confronti ,felici come una “Pasqua”, insieme ad altri ragazzi diretti in altre località lasciammo il caro paesello . Bastarono solo alcuni giorni per renderci conto che quella nostra scelta ,fatto con molta fretta ed con entusiasmo non appropriato , ci stava procurando dispiaceri ,pentimenti di aver lasciato alle nostre spalle quel “NOSTRO MONDO”,fatto di vagabondaggine ,spensieratezza , di ginocchia sporche e perforate dai sassolini del campo di “LEPERA”. Aggravata addirittura da un ceffone preso nei primi giorni all’improvviso da un vice Maestro, Motivo? Non avevamo interrotto il discorso con il vicino di banco al battito di mani, che significava :”La ricreazione era terminata!”
ottobre 8, 2019
“IL SEMINARIO….”.L’IMPATTO ” “SESTA ED ULTIMA PARTE.” Aver lasciato gli Immacolatini ,molti erano più giovani di me per colpa dei miei due anni ripetuti alle elementari,trovandomi con quelli del Quarto e Quinto Ginnasio della stessa età ,oppure più grandi ,mi faceva sentire un’altro. Cercai di farmi molti amici . Ritrovati i soliti Bolzoni ,Putzu,Catalano, mentre con Lanatà, Cutruzzolà e un gruppetto di Sardi capeggiata da Tonino Nieddu, Piras, Salis “salirono” insieme a me. Stare a fianco, giocare,studiare accanto a quelli del Quinto già con la Vestizione , mi faceva un certo effetto. Da Sirianni (calabrese) a Peraro, gli stessi Bolzoni ,Putzu, Diodato, Ignazio Cau ,Collicelli era tutta “gente” da imitare, da seguire. Quell’abito nero li distingueva da tutti gli altri ,eppure erano come noi , con gli stessi problemi, le stesse preoccupazioni,lo stesso ed unico motivo: ESSERE LA ,significava proseguire il lungo cammino che “ci” avrebbe portati al Sacerdozio. Magari “quelli in nero” stavano con uno o due gradini più sopra,ma sempre “irta ” e lunga si presentava la loro strada. Con la loro Vestizione avevano fatto la “prima promessa”al Signore,l’Abito Sacro che indossavano incuteva loro ,esempio,personalità,disciplina e attaccamento agli studi. “GLl ALTRI”, cioè noi ,se il loro comportamento non fosse “DA SEMINARIO”ne saremmo stati influenzati negativamente e a desistere (rinunciare) a divenire come loro . Giunto in Terza Media incominciai a farmi delle domande. Sapevo che al Quarto si sarebbe presentata anche per me la possibilità ,o se preferite la “SCELTA” di indossare l’abito e fare un passo molto importante quello di aderire, accettare la Vestizione. Non ricordo di averne parlato con gli amici più stretti.Ciascuno teneva celata nel proprio cuore le proprie scelte.Quando sarebbe arrivato quel momento…allora ciascuno ,dopo aver fatto una vera e profonda decisione si sarebbe detto:” No questa strada non É per me.Lascio!” , Oppure:” Si continuerò”! Don Gonella era molto bravo nei suoi discorsi prima di andare a letto la sera ci intratteneva . Dopo averci fatto riflettere sulla giornata appena trascorsa,ci introduceva il tema della Vocazione Indirizzandosi più che altro a noi del Terzo che saremmo stati i prossimi ad affrontare quella delicata decisione da li a qualche mese. In un silenzio totale ,ciascuno di noi faceva proprie quelle parole, stampandole nella propria memoria .Il mio sguardo andava spesso a Bolzoni e Putzu vicini di banco già con l’Abito. Cercai di immaginarmi come “loro”, senza riuscirci. Era come se qualcosa m’impedisse di farlo.:” Chi sa cosa dirà la mamma se un giorno molto vicino mi vedesse vestito da Prete? ” Durante le mie varie vacanze le dicevo che non mi sarebbe dispiaciuto diventarlo. Lei compiaciuta sorrideva! Nei giorni e nei mesi seguenti spesso mi tornavano in mente le parole di Don Gonella. Giugno arrivo’ in fretta ,comprese gli esami. Fui promosso al Quarto. Ma c’erano solo le vacanze nella mia testa. Il 20 luglio era alle porte. Non avrei mancato per tutto l’oro del mondo quel treno delle 20 ROMA- CROTONE!! Quel titolo “FRA POCO RIVEDRÒ I MIEI CARI” risuonava nella mia mente tutti i giorni. Era come se qualcosa mi dicesse che avrei affrontato una drastica decisione che avrebbe cambiato di molto la mia vita. Non ci davo peso. Mi dicevo solamente:” Durante le mie vacanze se ne parlerà.” Una cosa curiosa mi venne in mente quel giorno della partenza nel fare la valigia :” Metti tutto dentro Peppi’…chi sa ,in caso non dovresti ritornare non lascerai niente!” I primi giorni erano dedicati ai parenti ,agli amici, alla campagna. Lo zio Rosario con piacere mi portava alla Graria,alla Chiusa, Gli zii Peppino Marasco, e Vincenzo Foglia, mi scherzavano dicendomi:”Non ci dire che ti vuoi fare veramente Prete?” Conoscendomi com’ero da piccolino. Zio Foglia fece di più,un giorno mi porto’ a Crotone per compagnia per fare le sue commissioni prese il litorale . Alla mia insaputa ad un tratto si presento’ davanti ai miei occhi tutta quella interminabile spiaggia ,mi girai! Zio Vincenzo noto’ il mio scatto ,e si fece una risata. Me lo ricorderà e lo dirà a gli altri fino al 93 quando fu l’ultima volta che lo vidi. Vi voglio bene ancora miei carissimi zii!!! Quell’estate del 65 ,il mondo esterno, gli amici ,i miei sedici anni ,qualche sorrisetto delle mie coetanee .La prospettiva che avrei potuto continuare i miei studi iscrivendomi al Magistrale, tutto ciò ed altro mi spinse a prendere la mia decisione. E cosi’ decisi un bel giorno di scrivere una lettera a Don Gonella avvisandolo della mia decisione di rimanere al paese e lasciare la San Paolo. Usai parole dolci, quasi cariche di mille scuse. Dissi :”Caro Don Gonella ,ho deciso,lascio.Voglio la sua Benedizione! Non scorderò’ mai tutto quello che ho appreso da voi,grazie di cuore per tutto!” La risposta non tardo’. Un giorno tornando a casa ,trovai mia mamma con un grande foglio in mano e con l’altra reggeva un fazzoletto.Alzo’ gli occhi carichi di lacrime e mi fa :” LEGGI”!. Lessi tutto in un fiato. Don Gonella rispettava la mia decisione, mi dava la sua benedizione, ma esprimeva il suo forte rammarico per la mia decisione, concludeva cosi’ quella sua lunga lettera! .:”Chi Dio ti benedica Giuseppe! Cerca di essere sempre un buon padre di famiglia!” ERA L’AGOSTO DEL 1965!! Quando nel 66 al Magistrale di San Giovanni In Fiore ,(frequentavo il Primo )Pasquale Lanatà venne a trovarmi da Le Castelle ,lui era già uscito l’anno prima , tra l’altro mi fa :” Fazio ,eppure ero convinto che TU ,ti saresti fatto Prete!” Gli sorrisi dicendogli :” Caro Pasquale non si mai quello che la vita ci può riservare”. Ritornai alla San Paolo nel febbraio del 67 quando andai Roma a passare il Visto. ,nel 2009 ,nel 2013, e nel luglio del 2018! L'”ASSASSINO TORNA SEMPRE NEL LUOGO DEL DELITTO ! FINE. PEPPINO FAZIO.
IL SEMINARIO…L’IMPATTO. ottobre 8, 2019 IL SEMINARIO…L’IMPATTO,, (quinta parte.) Il tempo scorreva anche in Seminario. Capito il sistema scolastico, mi ero ormai adeguato come tutti gli altri.” QUEL DISCOLO DI PAESE DI UNA VOLTA” faceva ormai parte del passato.La disciplina ferrea della San Paolo mi aveva conquistato. Non poteva essere diversamente, altrimenti avrei fatto la fine di tanti altri e di coloro che ho con amore ho parlato e menzionato nei precedenti capitoli che purtroppo lasciarono l’Istituto dopo pochissimo tempo. Sia per problemi di adattamento ,sia per “incompatibilità” con quel sistema . La mia volontà di rimanere e continuare nella San Paolo i miei studi era ancora molto solida . Nessun pensiero di abbandono almeno per quel momento frullava nella mia testa . Forse ….ma chi sa cosa sarebbe successo in seguito. Si era appena concluso l’anno scolastico 62-63 e le solite vacanze estive ,anche se brevi cascavano come cacio sui maccheroni dove mi vedeva (con orgoglio) promosso in Seconda Media . Solito treno del 20 Roma -Crotone,stessi compagni di viaggio. Stesso impatto con il mondo esterno.Ormai “Le Sirene” non influivano sulla mia persona. Pur seguendo il ritmo di quell’estate con influenze varie ,come i vari gruppi musicali, la mia forza di Spirito era come in una botte di ferro. Gli amici ,qualche amichetta ormai mi salutavano e mi parlavano con un certo rispetto. Capivano la mia scelta ,anzi dirò di più mi chiedevano se fossi disponibile a disputare qualche partitella di calcio insieme a loro. Matteo Piperio, Saverio Pandullo e Marasco Saverio ,anche loro erano reduci di un Seminario ,quel di Ascoli Piceno.Trascorremmo del bel tempo insieme. Naturalmente Don Natale Palmieri mi voleva tutti i giorni che fossi da lui in chiesa per servire Messa! Il ritorno era previsto sempre per il 21 Agosto. Trovai una novità. Avrei cambiato gruppo, per regolamento del Seminario dovevo scalare e cambiare. Noi della Seconda Media dovevamo agganciarci con i Maggiorini della Terza, quarta Media e del Quinto Ginnasio. Bisognava anche “scasare” dal terzo piano ..credo scendemmo al secondo. Stessa struttura, stessa grandezza, stessi lettini allineati come in tante Istituti e in tante caserme. Da Immacolatino insieme a tanti altri miei vecchi amici, come Lanatà, Mazzei, Cutruzzolà, De Santis , Pietro Catalano ( oggi Pere Pierre ,qui a Montreal passammo tra i Maggiorini. Eravamo “cresciuti”. Trovammo altri bravi ragazzi con i quali non tardammo ad aprire una solida amicizia, tra i più cari devo assolutamente menzionare Collicelli, Ignazio Cau, ( Parigi) ma soprattutto Francesco Bolzoni ( Vicenza) e Francesco Puztu.( in Belgio) Mentre trovai come Maestro, Don Gonella ,e come Assistente il carissimo Don Olinto Crespi, dove ho avuto modo di parlare molto di lui per averlo incontrato a Roma nel luglio 2018 dopo la bellezza di 53 anni! Cambiammo anche cortile. Da quello ormai dimezzato degli Immacolatini, trovammo un vero campo da calcio ,con delle porte e dei pali ,senza un filo d’erba pero’ ,dove potevamo esercitare il nostro gioco preferito : il calcio. Nel video postato nel precedente capitolo,si può vedere il famoso campetto con quei “PALI ARRUGGINITI!” Tante furono le sfide tra i reparti del nostro Apostolato.Bolzoni era il nostro portiere. Ebbi l’onore anche giocare con i Chierici,aspiranti Sacerdoti di alcuni anni più anziani di me. Il mio ruolo come ala sinistra mi permetteva di sfogare le mie doti di velocista. Allora il compito dell’ala era fatta di lunghe cavalcate con eventuale cross.Se poi l’azione si svolgeva strettamente in area,subentravo e con il mio sinistro segnavo le mie reti. Sebbene fossi già Juventino,qualche annetto dopo il mio idolo divenne GIGI RIVA, la migliore ala sinistra in europa di quei tempi, portava il numero 11 sulla maglia. Ammirato molte volte in seguito in Nazionale. Spero di non annoiare il lettore con questi miei racconti,ma lo ripeto hanno rimarcato e segnato la mia vita in bene. La vita di un Seminarista oltre al gioco ,allo studio era praticamente indirizzata nella preghiera. Dopo la sveglia puntale ogni mattina alle 6, si andava in chiesa,Messa ,comunione ,rosario, e silenzio assoluto. Oltre i famosi annuali Esercizi Spirituali ,tre giorni di assoluto silenzio e molte ..molte preghiere!! Dopo colazione e alle nove a scuola.Quasi quattro ore di dure lezioni fatte dagli stessi Preti. Poi il pranzo. Mezz’oretta di ricreazione e poi ciascuno nel proprio reparto a compiere il proprio dovere di Apostolato. Una cosa ci tengo a sottolineare,passando da Maggiorino,fui cambiato di reparto.Addio i miei cari libri,(chi sa quanti ne avrò letti!!) . Addio mio ufficio postale! Addio Frate Gioacchino ,il mio caporeparto. Al secondo piano vi erano installate le macchine da stampa OFFSET . Mono colore e bicolore. Avevo già 15 anni.Mi affidarono ,affiancato da un caporeparto ,naturalmente quella immensa macchina dalle lastre più larghe delle mia braccia. Dovevo passare su di esse con una spugna un liquido chiamato “gomma” .Questa operazione permetteva alla lastra di proteggersi dalla polvere e da cose “impure” e di conservarsi più a lungo. Quando tutto era in funzione i fogli di carta passavano attorno al “cilindro” e quello che c’era inciso sulla lastra restava ,grazie all’inchiostro ,nero ,oppure di svariati colori sul foglio. C’era da girare la carta per stampare l’altro lato. La più difficile era la”CARTA D’INDIA” molto fine di color giallino ,era la carta speciale con la quale si stampava la Bibbia!! La formazione di noi giovani aspiranti Preti passava anche dall’Apostolato. A quella giovanissima età si aveva già la percezione che un domani non molto lontano l’esperienza di quel lavoro , a prescindere se fossi diventato Prete o meno ,mi sarebbe servita per una formazione della persona e del mio carattere. Fine Quinta parte. Continua. Peppino Fazio.
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