Quella ragazza che stringe la mano del suo caro .E lei che parte,torna al nord dai suoi . Chi sa cosa si saranno sussurrato ,:" Un arrivederci a presto?Un giorno non lontano li vedrà uniti per sempre. La mano nella mano per sentire gli stessi battiti del cuore..Un cuore...anzi due cuori che vorrebbero che quelle due mani non si staccassero mai. Quel treno ben presto si avvierà e quelle due mani dovranno assolutamente staccarsi....rimarranno le loro impronte...il calore del loro contatto, chi sa se ciascuno di loro si sarà portato la mano alle labbra e poi al ...segno di fedeltà, e per sentire ancora il proprio calore, un segno ,e con la speranza che ben presto quel treno torni indietro per restare insieme per sempre. Ah quel treno ...quante ne ha visto, quante ne ha sentite.."Ciao amico treno...che vai vai ...il tuo cuore possente vorrei......." Peppino Fazio.
Leggila, è molto significativa. ECCO...QUANTE VOLTE ABBIAMO SCRITTO DI ESSERE SALITI SU QUEL "TRENO".QUEL TRENO CHE CI ACCOMPAGNA DURANTE IL CORSO DELLA NOSTRA VITA. ECCONE IL SENSO Saliamo in treno e ci troviamo con i nostri genitori e crediamo che sempre viaggeranno al nostro fianco, ma in qualche stazione loro scenderanno lasciandoci viaggiare da soli . Nello stesso modo, nel nostro treno saliranno altre persone, saranno significative: nostri fratelli, amici, figli ed anche l'amore della nostra vita Molti scenderanno e lasceranno un vuoto permanente... Altri, passeranno inosservati! Questo viaggio sarà ricco di gioie, dispiaceri, fantasie, attese e saluti. La riuscita di questo viaggio consiste nell'avere una buona relazione con tutti i passeggeri e nel dare il meglio di noi stessi. Il grande mistero è che non sappiamo in quale stazione scenderemo ... Per questo dobbiamo vivere nel migliore dei modi: amare, perdonare ed offrire il meglio di noi... Così, quando arriverà il momento di scendere ed il nostro sedile sarà vuoto, lasceremo - bei ricordi - agli altri passeggeri del treno della vita!!!! Ti AUGURO che il viaggio nel tuo treno, per questo e tutti i prossimo giorni, mesi, anni che resteranno, sia meglio ogni giorno... Seminando amore e raccogliendo esiti. Ah! "Un solo raggio di sole è sufficiente per cancellare milioni di ombre"" - San Francesco d'Assisi ! , IL TRENO
1tS200 nol5ot6t36eobre ga201d17 · Contenuto condiviso con: I tuoi amici Un tramonto di un ottobre per niente autunnale. Un cielo ancora azzurro che questa nostra natura ci sta regalando quest'anno. Mentre le foglie ingiallite e multi colori si staccano dagli alberi si posano lentamente sul suolo quasi non volessero sporcarsi. Sono foglie coniche, quadrate con una leggera punta, si lasciano cadere dai loro rami ,il loro compito volge al termine. Chi sà dove finiranno...chi sa come saranno utilizzate, forse ne uscirà un composto che servirà come concime per orti e giardini....così la loro "morte" non sarà stata invana, anche perché anno dato frescura e ossiggeno all'ambiente. Adesso l'albero al quale erano attaccate queste foglie adesso dimostra un aspetto desolante. I suoi rami ormai spogliati delle loro vesti sembrano tanti scheletri. E triste guardarli. Basta solo pensare che qualche settimana prima era vestito di un fogliame dorato. In poco tempo le sue foglie si sono dipinte di mille colori per poi staccarsi dai loro rami. Ma la primavera arriverà e di nuovo, altre foglie cresceranno ,vestiranno di nuovo il loro albero per ricominciare una nuova vita. Un metamorfosi naturale che si rinnova. Sara' così anche la nostra esistenza??? Peppino Fazio .
Quando di giocattoli esistevano solo questi. Quando solo una volta all' anno a San Leonardo quella piccola piazzetta si colorava e veniva adornata con tante bancarelle ....era allora che ci veniva concesso di comprarci un giocattolino.
Dalla trottola al piccola Ferrari, al camion ribaltabile come quello che faceva appena apparizione nel paese, proprietari i Rotella associati coi Cortese. Il paese prendeva forma e gli Asini e I muli che fino ad allora erano padroni in assoluta di ogni via ... adesso dovevano condividerla con I possenti camion e qualche automobile. Il progresso stava entrando anche à Castelsilano....mentre noi cresciavamo... Crescero'...nel cuore e Nello Spirito e la mia vita prenderà una strada ma chi sa dove mi portera'! P Peppino Fazio
Eravamo nell'agosto del 2013,una giornata soleggiata, chiara, le nuvole eraro state spazzate via chi sa dove che ci permettevano di avere la classica giornata estiva, esattamente come quelle da noi sempre sognate di trovare una volta fatto ritorno al caro paesello.. Soffiava solamente un leggero venticello che la rendeva gradevole senza il rischio di soffrire il caldo ,anche perche' l'appuntamento con lo Scultore e Maestro Giovanni Girimonti era previsto appunto per le dodici ,a mezzoggiorno in punto. Orario deciso dal Maestro . A piccoli spezzoni vi condurriamo con noi all'esterno dell'Arca. Ne guarderemo insieme quasi ogni angolo nascosto ,dalla parte esterna ,ma soprattutto dal di dietro. Non so quanti di voi abbiano avuto la fortuna di visitare almeno di fuori questa immensa e grandiosa opera ,anche perche' con lo scultore ci siamo lasciati andare in lunghe conversazioni. A mia moglie e a me ci e' stato concesso. Una esperienza indimenticabile ,che oltre rimanere inpressa in quelle centinaia di metri di "nastro"' Video, rimarra' per eterno nella nostra memoria. P.F. PRIMO SPEZZONE. NE SEGUIRANNO ALTRI ,PER CHI SARA' CURIOSO DI VEDERE L'ARCA ALMENO DALL'ESTERNO ...MA IN TUTTO IL SUI RAGGIO. CONTINUA.
UN OMAGGIO ALLA VECCHIA SAN GIOVANNI IN FIORE!
Una mattina ci accompagno’ a San Giovanni in Fiore la cugina Maria Luisa.c’era anche Teresa. Mentre loro se ne sarebbero andate per i loro affari, Le chiesi di lasciarci ai Capuccini. :“Vogliamo fare un giro dentro San Giovanni a piedi, prima di partire.“’ le dissi. E se ne andarono. Era una delle solite mattine soleggiate. Non poteva essere altrimenti. Tutte le nostre vacanze , a parte un paio di volte di qualche pioggerella dispersa, erano state soleggiate.
Non é che conoscessimo San Giovanni in ogni suo angolo, ma almeno io per averci fatto quasi due anni di Magistrale ,ne avevo una piccola conoscenza, e anche dei bei ricordi. Era grande la voglia di ritornare nei posti dove da studente ,con alcuni miei compagni di scuola, ci recavamo quando marinavamo la scuola.
Incominciammo dai Capuccini. Salimmo verso il Bacile. Un po’ piu’ sopra ‘ si faceva ogni anno verso il 24-25 agosto la famosa fiera degli animali. Adesso ci hanno costruito ,trasformando quella zona in abitazioni floriscenti. Arrivammo a Piazza Aldo Moro dove fu eretto nel lontano 1997 dalla regione Calabria per ricordare i novant’anni della tragedia di MONONGAH ,UNO STELE CON UN PICCONE INCASTRATO IN UN BLOCCO DI PIETRA, PER RICORDARE i 30 MINATORI SANGIOVANNESI PERITI IN QUELLA IMMANE TRAGEDIA. Ci tenevo a visitare e ammirare quello Stele. Conoscevo gia’ la storia degli oltre 400 minatori italiani, tra i quali i 30 Sangiovannesi che rimasero sepolti nelle miniere del West- Virginia. Un mio amico Paolino, LUIGI ROSSI entrato nella San Paolo come me, nel centenario che si celebro’ nel dicempbre del 2007 ne scrisse un libro , ricostruendone un po’ la storia intitolato appunto“MONONGAH“. Fu aiutato fornendoci molti appunti dell’epoca che si possono trovare tutt’ora negli archivi di NewYork ,da un’altro ex della San Paolo:Antonio Bonelli. Ho letto il libro che Luigi mi spedi’ l’anno scorso direttamente dalla Germania, dove é emigrato da moltissimi anni. Insegna letteratura e scrive romanzi…di storie veramente accadute.
Luigi inizia il suo racconto appunto da San Giovanni, dove nel lontano 1905 alcune famiglie Sangiovannesi lasciarono il loro caro paesello per andare a lavorare e cercare nuove fortune in America nelle miniere del West-Virginia. Ne descrive dei partenti le angoscie, le paure, lo stato precario e in molti di loro l’anafalbetismo, il distacco atroce dai loro cari che rimanevano a costudire quel poco che avevano, qualche capra, una capanna e un orticello. Allora nel lasciare quei luoghi cari, era come non rivedersi piu’ con le loro mamme ,padri anziani. Ne sa qualcosa Chi come me ha dovuto subire ,anche se in epoca differente ,il distacco, e il dispiacere della partenza !!’Troppo lontana quell’ AMERICA MALEDETTA per poterne sperare il ritorno un giorno anche se lontanissimo. I vari BASILE ,BELCASTRO, GALLO, BITONTI E TANTISSIMI ALTRI, saliti su un carro trainato da due possenti buoi ,si lasciarono alle spalle per sempre quei luoghi e quello che fu a loro molto caro. Un po’ piu’ sopra del mulino di Belsito, difronte al tabacchino di Tonino,ho rivisto la vecchia casa dove feci il Magistrale..Rimasta tale e quale, lo guardai dal basso in alto. Il vecchio portone era ancora la’. Immaginavo di vedermi intorno a dei compagni, i libri sotto il braccio legati da un forte elastico,aspettavamo che suonasse la campanella. Compare Domenico Spina, Vincenzo De Marco ,Franco Congi, compagni di Classe. Qualcuno mormorava ,altri sbadigliavano .:“Oggi ci saranno interrogazioni in filosofia, Siete preparati?!!“Diceva De Marco!! .,“Ma chi se ne importa..,“Rispose Congi,“ l’anno é ancora lungo, ci rifaremo“. Mentre Luigi Lammirati, detto “U LUANGU“ si presentava solo quando si sentiva che avrebbe passato indenne l’interrogazione.. Cosi’ pensavo ,e rivedendomi in mezzo a loro , mi assaliva una forte nostalgia. Ricordo che per risparmiare sull’abbonamento, finita la scuola per le 12, ci avviavamo a piedi fino a Palla -Palla, con la speranza che qualche compaesano passasse e ci desse un passaggio fino al paese. Il mio compagno d’ auto-stop, era Vincenzo De Marco. Quasi tutte le volte ci prendeva l'Avvocato Gaetano Cortese che essendo insegnante ,finita la scuola ne portava anche sua sorella Caterina a casa, anche lei frequentava il Magistrale mentre di mattina la portava il padre ,che gestiva di suo proprieta' un negozio di scarpe da una vita! Ci sentivamo un po' imbarazzati appunto per la presenza di Caterina nella stessa macchina, ma Gaetano di cuore nabile e rispettoso nei miei confronti per via di una poco lontana parentele ,si fermava e ci "caricava". L'Avv. Cartese mi era stato l'estate del 65 molto utile in quelle difficilissime esami che dovetti passare per riacquistare la licenza di Terza Media, perche' quella acquisita in Seminario non era riconosciuta dallo Stato Italiano, GRAZIE GATE'!!
Scendendo Via Roma, quel famoso corso che quando c’é traffico é un miracolo attraversarlo! Era cosi’ anche ai miei tempi. Addirittura allora era a due sensi. Adesso con senso unico si va un po’ meglio. Arrivammo alla CROCE DELLA COSTA, ` Una croce ,piantata su un blocco di pietra, ricorda qualcosa. Entrammo nella piccola chiesa,mia moglie volle accendere qualche candela. Ciascuno di noi fece la sua preghiera rivolti a quel grande quadro raffigurante una Madonna antica.Scattai qualche foto.
Uscimmo per continuare verso piu’ sotto. Alzando gli occhi in lontananza vidi in uno solo sguardo i tre ponti, costruiti in epoche diverse. I ponti collegano una parte di San Giovanni con Palla-Palla.In bassso il piu’ piccolo detto il nonno, piu’ in alto un’altro fatto nel 1965-66,in occasione della variante, detto il padre e l’altro il piu’ immenso, che si regge ed é sorretto da altissimi pilastri ed archi denominato il `nipote!! Tre generazioni di ponti!! Il progresso era arrivato anche la’! Arrivati al ponte dell’“OLIVARO`, lo volli attrversare a piedi e guardarne la sua profondita’. Un piccolo ruscello d’acqua gli scorre sotto.`-Sara’ di piu’ di cent’anni questo ponte. – Dissi a mia moglie.-“Una volta tutti passavano di qua’ ,anche gli animali. Ci passo’ pure il carro trainato dai due buoi, carico stracolmo di Sangivanneni che lasciavano quei posti per le lontane americhe!“
Risalimmo e rifacemmo quasi lo stesso percorso.Mi ricordavo, ma anche perché per agevolare qualche turista, il comune aveva pensato bene di mettere alcuni cartelli indicatori. Attraversammo quei vicoli dove nessuna macchina era mai circolata di la’, troppo strette quelle “Vinelle“, quasi fatte a posta per gli asini e i muli. Le case di vecchia costruzione ancora resistenti al logorio dei tempi con le loro piccole scalette, erano la’ a testimoniare la loro durabilita’. . Passammo pure di la’ dove una volta c’éra il negozio di dischi , difronte invece c’era una Banca. Tutto era scomparso. Quei locali chiusi davano l’impressione di trovarmi in un rione abbandonato, con dei cassonetti stracolmi di rifiuti e tutto lo splendore di allora, era solo un ricordo.
Guardai mia moglie, anche lei incredula, le dissi che San Giovanni si era sviluppata verso il Dinos, I maggiori commerci erano spostati la’ sopra. Quel settore che una volta era un centro commerciale, con botteghe ,compresa la calzoleria dello zio Domenico Cortese ,adesso é solo una strada di transito!
Lasciammo quel luogo con un po’ con tristezza. Attraversando altre “vinelle“ ,arrivammo in Piazza. Era popolata. Con i commerci che la circondano ,non poteva essere altrimenti. La chiesa con tutto il suo splendore ingigantiva quella piazza. Dire che é l’orgoglio dei Sangiovannesi.. é poco. Non resistemmo alla tentazione di entrare nella chiesa di Geoacchino da Fiore . Troppo bella. Valori inestimabili sono la’ da secoli, pieni di storia. Ne ammirammo tutte le sue bellezze. Era quasi mezzoggiorno, stanchi si ..molto ,ma soddisfatti per avermi tolto quella grande soddisfazione di aver visitato in parte il paese che dopo Castelsilano per molteplici motivi ci sta molto a cuore. Chiamammo la cognata, dicendole che non eravamo lontani,ci aspettava con ansia :“Cala a pasta Mari’ ,Arriviamo!!. Dopo quel lungo camminare, la fame si sentiva e come!! Un'altro pezzo della mia memoria rimasto nel mio cuore! Peppino Fazio.
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