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peppinogiuseppefaz

LA MIA CARA RRAFFACA. 2 CAP.

Updated: Jan 8, 2022

LA MIA CARA RRAFFACA 2.a PARTE. dicembre 31, 2012 “ LA MIA CARA RRAFFACA“ , 2.a Parte. Sotto gli ordini dello zio Rosario, ciascuno si prese il proprio compito.C’era da raccogliere le olive cosparse per terra cadute da sole dalle piante nei giorni precedenti.Armati di grandi panieri ,la mamma ,la cugina e la zia cominciarono la lunga e faticosa raccolta. Mentre lo zio con in mano una lunga pertica in cominciava a percuotere i rami per provocarne la caduta. Io me ne stavo seduto su una pietra ,ero ben vestito, la mamma aveva pensato bene a farmi indossare una pesante maglia e una lungasciarpa.:“Questa ti proteggerà dalle “donzille“ ,mi disse la mattina prima di avviarci. La mamma ,premurosa come tutte le mamme di questo mondo sapeva che qualche mese prima mi avevano rimosso le tonsille a Cotrone ,quindi non voleva che il freddo del mattino nuocesse all’ ancora fresco “taglio“. La mamma non rimase con le mani in mano, aiutava anche lei, ma con un occhio vegliava sempre su di me. Durante la pausa del “lunch“mi prese per mano e mi portò in mezzo all’oliveto. Quando imbrattavamo su qualcosa che a lei le ricordasse il suo passato , come ogni buona mamma ,o buon padre spiega a suo proprio figlio ,cose viste oppure vissute in tempi lontani. Appena ci avvicinammo ad una sorgente ,ormai quasi prosciugata,mi fa: “ Sai che il nonno Gaetano aveva sempre un fucile con se che conservava nascosto nella Casetta, un giorno vide una lupa avvicinarsi alla fonte, le sparò due colpi e la uccise!!. Temeva che si sarebbe avvicinata troppo a noi e prese quella decisione. Decisione un po’ sofferta perchéquella mal capitata aveva dei cuccioli,“ Nel sentire ciò mi rattristai molto. Poi mi portò sotto un melograno. :“Tuo padre quando veniva qua ,me ne portava alcuni, e sapessi com’erano buoni!!“Lo sguardo di mia mamma era “lontano,altrove“ ,certamente si capiva che il suo pensiero volava in Canada ,a mio padre. Ben presto cominciava a farsi buio. Ci ritirammo nella casetta. lo zio Rosario si era preoccupato ad accendere un grande fuoco.La poca luce che si poteva ottenere era data da delle lanterna ad olio ,oppure da pezzi di legno di pino che bruciando illuminavano l’ unica stanchezza. Seduti tutti intorno al focolare ,ci riscaldavamo ,dopo aver mangiato un boccone ci sdraiavamo su un sacco ripieno di paglia per addormentarci. Il giorno dopo ci aspetta (a loro!) un’altralunga giornata di duro lavoro. Ritornai a RRAFFACA dopo sette anni.Avevo compiuto il mese prima 17 anni!! Eravamo nel dicembre del 65.quell’anno era stata una buona annata. Lo zio chiamò delrinforzi.Nel frattempo il cugino Saverio Cortese , sposato alla cugina Luisa ,insieme agli zii Foglia e Marasco, avevano prolungato la stradina per permettere ad un automezzo di accedere alla casetta. Addio Via dellaMagaralle, non più asina, addio ai miei cari “cacummari“,si era cambiato il tragitto, si passava per la vecchia Acerenthia.Una forma di progresso!! Una sera di quel lontano 65 ricordo che c’era pure la carissima cugina Rachele Marasco,e migrata poi anche lei come me in Canada, ad Hamilton.Eravamo tutti sdraiati sui nostri bravi sacchi. Qualcuno si mise ad arrostire del lardo al fuoco. Le gocce del grasso colando sulle brace ,provocarono una grande luce che si proiettò in tutta la casetta, e tutti noi a forma di sagome venivamo proiettati sulle pareti ,come quei films di paese che si proiettavano sui muri!! . Ad un tratto uno degli aiutanti ,credo che fosse uno degli “abbagnati“, ti fa:“HUI CHI LURRU!!“che tradotto vuol dire “QUANTA LUCE!!“. La cugina che fino a quel momento era rimasta silenziosa, scoppiò in una forte risata : “Emme ..emme i mammoni allu muru!!“ Guardate..guardate i fantasmi al muro!! Piangevamo per le forti risate. Tutti i presenti ,dalle zie agli zii,si abbandonarono con tutti noi in quei momenti di gioia. Non so se rivedrò e vivrò ancora quei vecchi tempi! .Pensare che attorno ad un focolare con fuoco scoppiettante , sdraiati su sacco ripieno di paglia, dieci, undici persone con le sole scarpe tolte ,formavamo un semicerchio alle 5,30 del pomeriggio,si raccontavamo storielle ,si rideva per cose banali,prima che gli occhi non si chiudessero per lastanchezza del giorno appena trascorso ,senza dimenticare che il giorno dopo ci aspettava una lunga giornata di lavoro….Non credo, ripeto che rivedrò e vivrò ancora quei bei tempi.!! Emigrato in Canada subito dopo, ritornai a RRAFFACAsolamente nel 93. Fu zio Peppino Marasco che una mattina prestissimo mi fece salire..( non più su un’ asinacome lo zio Rosario!!) ma sulla sua Renault.Appena rivista la “casella“ebbi un stretta al cuore. Il pensiero mi riportò a quando a soli diedi anni ci andai per la prima volta.Era un po’ cambiata,diedi uno sguardo intorno, ,sembrava di vedere lo zio Rosario, la zia Carolina intenti nel loro lavoro. Ci avevano lasciati prematuramente qualche anno prima.Filmai tutto, mentre lo zio si preoccupava di raccogliere dei fichi d’ India!!.Lasciai quel posto con la stessa tristezza che si prova quando si lascia il nostro caro paesello…“Ci ritornerò “. mi dissi.Mentre il caro zio Marasco tranquillamente fumava la sua brava pipa!! Peppino Fazio. Leave a Comment » | Uncategorized | Permalink Pubblicato da castel48 QUELLA MIA CARA “RRAFFACA“ dicembre 29, 2012 Dovevo avere almeno 10 anni quando una mattina di un lontanissimo mese di dicembre con l’aiuto dello zio Rosario Mazzei sali’ a cavallo della sua asina.“soprattutto Peppi’ tieniti forte a quella salita“ ,mi raccomandava il mio caro zio. Quando mia mamma mi disse la sera prima che saremmo andati a RRAFFACA ,non dormi per tutta la notte per la gioia .La mamma, le zie Rosinella e Franceschina parlavano sempre con il nonno Gaetano di questa località, un pò lontana per la verità, ed io la immaginavo come un altro mondo, e tanta ,tanta era la voglia di andarci e conoscerla, perché diversa dalla Via Nova ,dagli Orticella,e dal campo di Lepera.Quel giorno finalmente arrivò!! Alle 5,30 ero già pronto.Partimmo prestissimo quella mattina.Non era tanto fredda.La luna era la’ al suo posto ,splendeva e la sua poca luce illuminava quelle vie strette con sassi e cespugli ai lati.Attraversammo “un Jardinu“,con la sua strada pianeggiante, prima di prendere ancora una discesa ,attraversammo un piccolo ruscello ,“era la valle delle Magarelle??`per poi trovare l’ultimo tragitto in salita. Era la che lo zio Rosario mi raccomandava di tenermi forte.Man mano che avanzavamo, si faceva più giorno . L’asina camminava da sola, quasi fosse pilotata.Conosceva il tragitto, chi sa quante volte l’aveva fatto con lo zio Rosario. A me bastava reggere la capezza` .Con noi oltre allo zio c’erano mia mamma , zia Carolina, e credo che ci fosse anche Luisa Mazzei la cugina “Luisa a Ranne“.Io solo ero a cavallo! Perché il più piccolo,( quanti riguardi Peppi!!) Mia mamma era solita parlarmi di un frutto selvatico che cresceva in quel periodo proprio in quella salita. Era di forma rotonda.Venivono chiamati “cacummuri“, chiedo scusa ,ma non ho mai saputo il loro vero nome in italiano.Preso dalla voglia di assaggiarne qualcuno, li tiravo dalla pianta facilmente da sopra l’asina, perche i suoi longhi rami mi sfioravano quasi il viso. “Peppi non mangiarne assai ,altrimenti dopo avrai mal di pancia “Mi raccomandò mia mamma. Smisi solo dopo averne mangiato“alla Riuna“( digiuno) almeno mezza dozzina. Terminata la lunga salita, arrivammo nella “nostra proprietà“.Quante piante d’olivo che si presentarono davanti ai miei occhi!!Erano di differenti grandezze, alcune era immense, con i rami quasi a toccare il cielo ,altre invece erano piccolissime.“Allora questa é la “nostra RRAFFAZA “ chiesi allo zio Rosario. “Si caro nipote ,e queste piantine le ho piantate io con tuo padre e gli zii, sono piccole come te ,e come te cresceranno!!“. C’erano anche delle piante di fichidindia. Ad un tratto l’asina arrestò la sua marcia. Eravamo arrivati.Una casetta ,quella cara “casella“di cui sentivo sempre parlare, era finalmente davanti ai miei occhi. Quel mondo che sognavo da piccolissimo era tutto davanti a me ,ed io lo toccavo, ci camminavo, respiravo quella sua aria.I miei occhi ne scrutavano ogni angolo, lo sguardo andava lontono, vedevo solo piante d’olivo ,niente altro. Entrammo nella “casella“`. notai che al lato sinistro ,divisa dalla parte del focolaio, c’era una mangiatoia. Lo zio dopo aver entrato tutte le nostre cose, mise l’asina nella sua “piccola stalla“, le tolse la sella e le diede a mangiare dell’ottima paglia, dopo ore di cavalcata , era meritatissima!! Un posto meraviglioso, con centinaia di piante d’olivo che producevano un ottimo olio ,specialmente quando l’annata era buona ,cioe`ci stava “LA CARRICA“, la famiglia era contentissima. Una piccola vigna di fronte la casetta dava qualche grappolo d’uva, e verso la collinetta si potevano raccogliere quando era tempo, molte ,moltissime fichidindia. La mamma mi raccontava che il nonno Gaetano con la nonna Maria Luisa “ passarono nella loro gioventù moltissimo tempo, praticamente ci vivevano. Quando il nonno si ritirò, anche perché colpito da una specie di paralisi, le sue gambe non gli permisero più di camminare e lavorare regolarmente , doveva farsi aiutare da due lunghi pali, decise di dividere la terra in quattro parti. Tante quanti erano i suoi figli. Zio Rosario ,mia mamma Caterina, zia Rosinella e zia Franceschina.Seguendo la data di nascita diede a ciascuno la propria “linza“.(parte). Immagino la gioia che provarono mio padre, (anche se fosse emigrato in Canada!) e i miei cari zii Vincenzo Foglia ,Marasco Giuseppe e lo zio Rosario . Così tutti potevano circolare nella loro “proprietà“,dandoci all’accorrenza tutto il mantenimento necessario raccogliendone la loro parte di olive senza nessuna gelosia e invidia. Quando avvenne tutto ciò ,noi altri figli eravamo giovanissimi ,oppure alcuni non erano ancora nati. Continua. Peppino Fazio Leave a Comment » | Uncategorized | Permalink Pubblicato da castel48 ANCORA SULLA FOCARA!! dicembre 25, 2012 Scene antiche che si presentono davanti ai miei occhi. I ricordi d’infanzia assalgono la mia mente ,riportandomi a tempi lontanissimi quando ,da ragazzo partecipavo alla costruzione della “FOCARA“Il punto é lo stesso, non sarebbe altrimenti per ovvie ragioni.Cambiano i protagonisti ,ma lo spirito ,é lo stesso. Stessa é la voglia di ben figurare. Netta era ,almeno ai miei tempi la rivalità tra “chiazzisi e palazzisi“ ,alla fine eravamo tutti contenti. Magari chi la faceva più grande mostrava un pizzico di orgoglio:“QUEL LEGNO LA’ L’HO TRASPORTATO IO!! ,“ ci dicevamo, e se poi la nostra (dei Palazzisi ) era la più grande, allora l’orgoglio era doppio. Ecco i veri “PALAZZISI“!! Bravi avete fatto una bella Focara “e na bella jobba!!“ !! Ho rivisto il mio passato grazie a voi!! mi raccomando ,mettete anche delle foto mentre arde la Focara questa sera !! Leave a Comment » | Uncategorized | Permalink Pubblicato da castel48 UN FORTE RINGRAZIAMENTO A TUTTI !!! dicembre 25, 2012 un grazie viene anche da noi lontani. Ci avete fatto rivivere ancora una volta quello spirito Natalizio che manteniamo ancora vivo nelle nostre menti, perché vissuti nella nostra fanciullezza.“Domani più di oggi “si dice..facciamo così, “L’ANNO PROSSIMO PIÙ GRANDE DI QUEST’ANNO!! GRAZIE MILLE A TUTTI COLORO CHE HANNO CONTRIBUITO CON IL DURO LAVORO A PROCURARE LA LEGNA NECESSARAI. Ai nostri tempi privi di mezzi motorizzati ,giravamo per il paese a chiedere :“ U LIGNARÌ, U LIGNARI’ PER LU SANTU BUMBINIELLU“, Ma quando non funzionava….allora ci pensavavo noi, di notte ,sotto una luna lucente ,alleggerivamo le lunghe ed alte “PERCE E LIGNA“di alcuni nostri compaesani. Alla fine tutti eravamo ,felici e contenti. Solo una volta. Andammo un po’ troppo “IN ALTO“. Rubammo la legna nella Palazzina. Il padre di Eduardo Aquila, era il custoge. La cosa grave non era tanto per la legna “rubata“, ma quella stessa era stata sequestrata a dei nostri compaesani che a loro volta l’avevano tagliata “abusivamente“ nelle proprietà di altri.Non ci accorgemmo che fosse stata anche “signaliata“ con della pittura ROSSA. Prendemmo il forte rimprovero del padre del mio amico Eduardo e ,con la coda nelle gamme, andammo via ,promettendo che non l’avremmo mai più fatto!! Era la promessa del lupo. Troppo forte era il amore per la Focara, che avremmo fatto qualsiasi cosa pur di battere i “CHIAZZISI“, spero che non me vegliano gli amici carissimi dal Palazzo in giu’…!! Alla fine era una una pura e “santa“ competizione, il caro nostro “campanalismo!! BUON NATALE A TUTTI CHIAZZISI E PALAZZISI!!“VIVREMO IN ETERNO!! Peppino Fazio Leave a Comment » | Uncategorized | Permalink Pubblicato da castel48 UN’ALTRO NATALE (2012 ) MA……. dicembre 22, 2012 É incominciato il conto alla rovescia amici cari ,non quello fasullo dei MAYA ,ormai facente parte del passato che hanno portato apprensione e paura in moltissimi, ma quello del nostro Santo Natale.Questa festa tanto attesa soprattutto dai bambini ,ma anche da noi adulti, perché prima di loro ,noi siamo stati bambini.Ci medisimiamo in loro. Gioimo e ridiamo come loro,e con un po’ di tristezza ci ricordiamo del nostro passato infantile.Siamo tutti sereni e contenti, senza dimenticare tutti coloro che non hanno una casa ,un pezzo di pane e una coperta per coprirsi. A tutti quei poveri innocenti che non hanno avuto la gioia di abbracciare Babbo Natale perché abbattuti da un pazzo.Venti Angioletti che volonano nei cieli e cantano anche loro al Bambinello Gesù: GLORIA IN CIELO E IN TERRA E PACE AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTÀ!! BUON Natale a tutti!! P.F. Leave a Comment » | Uncategorized | Permalink Pubblicato da castel48 A ruga e ru Palazzu 2nda ed ultima parte. dicembre 13, 2012 A RUGA DI VIA PALAZZO 2.nda E ULTIMA PARTE.! Difronte a Mastro Fabiano c’era un’altra brava famiglia, composta da due maschi, e tre femmine. Salvatore ,Giovanni , Alfonsina ,Antonietta e Linuccia! Era la famiglia di Luigi e Mariuzza Segreto .Non so molto della loro infanzia, perché erano più grandi di me.Il primo maschio Salvatore lo conosciuto da grande, purtroppo prima che morisse. Credo che fosse il 27 gennaio del 67. La morte di quel giovane uomo terrorizzo’ il paese intero.Lasciava moglie e due figli.Un vecchio lo si accettava di più ma un quarantenne era duro accettarlo. Ricordo che c’era il Festival di San Remo. noi non avevamo la TV ,ma la zia Rosinella e lo zio Vincenzo Foglia ne possedevano già una. Ai Miei zii quella sera non fece il coraggio di aprirla. Troppo era la vicinanza anche in parentela. Un rispetto per chi ci lasciava ,ma anche per gli afflitti familiari. Giovanni ,un pò più giovane lo conosciuto molto bene.Fin da giovanissimo emigrò in Francia. Aveva la passione della scultura. Amava scolpire il legno . I SANTI erano la sua passione. Una sera entrai in casa sua, stava mostrando a qualcuno le sue opere C’era un San Giovanni e credo una Santa Lucia. Non ricordo cosa ci fece poi. Dalla Francia si era portato un gira dischi. Lo metteva alla finestra e ci vaceva sentire le canzoni francesi.Quella deliziosa musica la sentivano per tutto il rione palazzo. La zia Maria e lo zio Luigi erano molto affabili con me.Mi chamavano “Peppinuzzu“. Alfonsina non la ricordo molto , ma Antonietta si .Devo assolutamente dire questo. Non so se fu un caso ,oppure era il suo destino. Come sapete tutti ogni San Leonardo che si festeggiava chiamavano la banda. Quel 6 Novembre del 59- 60 (chiedo scusa se le date non sempre corrispondono!!) Mio padre era per caso a casa (sempre da emigrante fu la vita sua!!) Mentre San Leonardo passava da casa nostra, il professore Torchia ,rivolgendosi a mio gli fa:“Francì, te lo prendi un musicante??“ Sicuro “,.rispose mio padre .Si usava che si dava un misicante ospite per pranzo ai compaesani ..Quel musicante era di Caccuri. Non ricordo il suo nome. e Nemmeno so come fu l’approccio. Fatto sta che Antonietta Segreto si sposò quel Musicante di Caccuri.. Linuccia ,più giovane ,la ricordo quando andava in chiesa. alta (almerno per me!)snella, ma soprattutto bellissima. Sempre in casa ,come del resto tantissime nostre compaesane per via di quelle rigide e vecchie regole. Si sposò con Nicola Piperio , figlio di Giovanni e Maria Sabella ,miei vicini di casa dalla Via Nova. Una vita passata in Svizzera. Linuccia e Nicola si sposarono. Ebbero due figli. Pina e credo Giovanni (mi scuso se non é esatto il nome!) .Ma un destino atroce si portò via il caro Nicola. Morì troppo giovane.Linuccia dovette far fronte a tanti sacrifici e portare avanti la famiglia, far crescere due due gioelli di figli, come tantissime altre giovani mamme rimaste sole, Più avanti c’erano le famigle dei Zuammi, Lavoratori anche loro. Lo zio De Pasquale e zia Caterina Fazio con i loro 5 figli abitavano la casa di Michele Astorino. Lui (Michele) abitava al secondo piano con Donna Rachele ,con l’unica figlia,Chicchinella . Era intima amica di mia sorella Luisa,.Prima che la casa fosse comprata e abitata da Lucente ,in quella stanza al primo piano ci feci la terza elementare. Con Peppino Aquila,amico inseparabile passvamo i nostri giorni allegri e spensierati. tutto era facilitato dalla nostra cara maestrina di Salerno. Bellissima ,alta e attraente.Ci regalava caramelle e cioccolatini. Il forno arricchiva insieme alla bottega di Michele Astorino quel nostro caro rione. Il forno era gestito da una donna laboriosa e forte. La ricordo che trasportava i grandi fasci di cespugli in testa. Era TIRESINA A CARDIELLA“. Ci sentiva poco poveretta. Un giorno si ruppe anche la caviglia andando a mettere il piede in una buca dell’antenna ,non ancora posata. Ci dispiacemmo tutti .Peppino Drago era il nipote della Cardiella.Un mio coetaneo. Lo ricordo benissimo. Sebbene fosse offeso in una gamba, facevamo il possile per non farlo sentire male. L’ho rivisto dopo tantissimi anni al paese. Mi riconobbe subito .::“Emme L’attore !!“ Mi disse. E ci abbracciammo. I Dima con i Pippari , e Pansa e Presenza , zio Francesco Cortese con il povero Vincenzo Pistoia completavano il cerchio. Vincenzo perse da giovane la sua cara moglie. Portava la sua capretta sotto la via Nova. Lo vedavamo praticamente tutti i giorni. In ultimo c’era Saveru U Baggianu. Aveva un asina che trnanquillamete la lasciava pascolare vicino il campo di Lepera, adesso EDIFICIO SCOLASTICO.. Con Peppino Marino, anche lui in Canada,vive nel Sud Ontario, un giono trovandoci da quelle parti, slegammo l’asina e la potammo per le vie del paese. La gente non credeva ai loro occhi. Due bambini con un asina!?? Cosa ci fanno.?? L’abbiamo trovata ,rispondevamo!! Qualcuno ci fece comprendere che quello che stavavamo facendo non era una cosa buona. Tornammo a casa, a mani vuote. Ma almeno fummo ,anche se per poco “PADRONI“ di un’asina!! Dove arrivava la fantasia di due ragazzini!! PEPPINO FAZIO Leave a Comment » | Uncategorized | Permalink Pubblicato da castel48 A RUGA E LU PALAZZU A ME TANTO CARA. PRIMA PARTE. dicembre 13, 2012 Quell’altra parte del Palazzo ame tanto cara!!! PRIMA PARTE. Chi mai potrà dimenticare quella fontana di ferro tanto frequentata nei primi anni 50- 60.Pochissimi si potevano permettere l’acqua in casa, quindi ciascuno con il proprio barile di legno e con quei “GUMMULA“ di creta comprati da qualche venditore ambulante che passava per le vie del paese oppure i più motorizzati (dico asini ,muli con carretti alla Fiera di San Giovanni In fiore.) vi attingeva la preziosissima acqua.Alcuni giorni si formavano lunghe file. .Se poi era d’estate ,con quel sole battente ,non vi erano problemi ciascuno si poteva riparare all’ombra di quella secolare “CAGGIA“.Un pezzo di storia di quel Rione. Ci passavo giornalmente, per fare la mia solita uscita. Di la potevo andare a trovare le mie care zie e lo zio Rosario.Quello spiazzo era molto abitato. Solo di notte avevo paura di passare dalla “vinella“. La mia ex casa prima che mio padre decidesse di ripararla ed estenderla, aveva l’entrata dalla parte di sopra. Ancora in paese non vi avevano installato le luci fuori. Quindi quando tornavo da qualche parte quel buio della “vinella“ mi terrorizzava. Anche perché in quel periodo era morto il povero Gabriele “ Cralice“che abitava proprio alla prima scalita del Palazzo.Lo avevo visto .Inprudentemente un giorno salii quelle lunghe scale e lo vidi dalla porta .Stava seduto sul letto. C’erano molte donne intorno a lui.Soffriva quel povero uomo. Lo vidi che torceva la bocca e le mani le faceva girare intorno alla testa. Una scena terrificante per me, appena undicenne!! Scappai terrorizzato. Pochi giorni dopo il povero Gabriele metteva fine alle sue atroci sofferenze e moriva. Quindi quei venti metri non me la sentivo di farli al buio. E così chiesi a mia mamma di darmi almeno 200 Lire per comprarmi una pila. Mi fece il regalo,. Ne comprai una da Gabriele Piperio. Era con un occhio di cristallo (vetro) con dentro una batteria piatta e larga.Me ne sevivo tutte le volte che percorrevo in quelle vinelle al buio. Poi venne la SME. Cominciarono a entrare l’elettricità in quelle case che ancora erano sprovviste e posaronoanche quei piccoli lampioni anche per le strade.Sebbene fossero a forma di cappello con una lambadina “cecata cecata“dava ugualmente un pò luce.Il paese cominciava a proghedire. Gli anni orrerndi della guerra erano alle spalle ,ma tanta e poi tanta era la miseria. Il rione era abitato fin d’allora da ottime famigli, serie ,lavoratrici e affettuose. Fabiano Luigi,era il calzolaio.Mia mamma volle che rimanessi con lui per star più “ritirato“, diceva.Conoscevo la sua casa meglio della mia. Portavo le scarpe ai clienti . Sposato con Antonietta Brisinda ebbero un bambino. Lo chiamarono (Rosario) Sarino. Era bellissimo. Mo non so cosa successe ,Rosario nemmeno di un anno ,si ammalò.Ero presente quel giorno quando se lo prese il Signore.Era posato sul letto fasciato. si vedeva solo la testolina,Anche le manine era coperte.La stanza era piena di gente.Io me ne stavo appartato in angolino e cosciente di quanto stesse succedendo ,non fiatavo nemmeno.Ad un tratto vidi Sarino fare un movimento con la testolina verso l’alto e poi più niente. ::“É spirato ….É spirato gridarono alcuni. A queste grida ne segui’ uno molto più forte. Era quello di Mastro Fabiano che con una mano tra i denti ,gli occhi rivolti in alto.Sfogo’ la sua rabia e il suo dolore! :“ AH GESU, CRISTO… GESÙ CRISTO!!“ Scesi quelle scale correndo. Piangevo pure io.!! Il 29 Novembre nacque Rosalba, era l’aba veramente. Non so quanto fu capace la neonata ad alleievare il forte dolore di Antonietta e di Mastro Fabiano. Tenace e caparbio com’era, Fabiano ,non si arrese nei primi anni 60 nacque anche un’altro bel bambino. Lo chiamarono Sarino. Come suo nonno Rosario.Una triste storia ,seguita e ammorbidita dall’arrivo di due altri angioletti circa un’ora fa · Mi piace · 1 Leave a Comment » | Uncategorized | Permalink Pubblicato da castel48 “ U CHIENU E RU PALAZZU“ dicembre 12, 2012 “U CHIENU E RU PALAZZU!!“Quanti giochi,quante camminate.Lo spasso e il passatempo di amici. Chi seduto a qul sedile e “Ra Pitturella“a raccontarsi cose ,annedoti sul paese e sui paesani. ,chi di fronte a giocare a carte.Nei primi anni 50 -60 era molto popolato.Con Mastro VICIENZU U PITTURE“ che riparando scarpe attirava molta gente.Spiazzo ideale per piantarvi i famosi mercatini. Oppure c’era sempre qualche commerciante che armato di grandi teloni esponeva la sua merce. Dalla biancheria ai formaggi.Abitato da famiglie laborise, come i Marano i Guarascio la stessa famiglia Prete ,Zio Rosario Mazzei e da MASTRU VICIENZU . Prima della fine anni sessanta i Giarascio , di mestiere facevano macellai ,con disinvoltura il davanti alla loro casa si trasformava in “UN MATTATOIO“ per la felicità di noi ragazzini.Vedere quelle vitelline strozzate in pieno giorno, creava gioa per molti ,ma disagio per alcuni.Non tutti resistevano alla vista di quella “TINELLA“ piena di sangue.Per gli adulti era cosa normale, mentre per i più giovani ,quella vista di quel sangue ,ne provocava un inpatto piscologico fino al punto di disgustare la carne anche cotta . Alcuni ne sono rimasti scioccati. Uno di questi é stato il mio cugino Luigi Marasco che si rifiutò di mangiare carne chi sa per quanto tempo.Tragitto ideale per le processioni ,ma soprattutto per quella particolare del VENERDI’ SANTO. Dove si andava verso il Conservatorio .Li in quella piccola salita si trovavano “I CRUCI“ ( ci sono ancora!!) .La Madonna Addolorata veniva posata per recitarne “LA STAZIONE“ .Oggi sono rimasti in pochi a sedersi a “CHILLU SERIALE“ Lo zio Peppino Marasco assiduo frequentatore ama ancora d’estate farlo . Non ci sono purtroppo i suoi vecchi amici. MARRU VICIENZU ,SUO COMPAGNO IDEALE ,non é più da moltissi anni. Restano i Marano,più giovani dello zio ,ma sempre compagni ideali.Parlando dello zio Marasco non posso non ricordare quella vigilia di Natale di oltre 50 anni,(anche se raccantato in altre occasioni la voglio riportare, é troppo importante. Tutti sanno dove lo zio abita, un pò più la’ ,quando quelle case erano allo stato antico ,erano proviste delle famose “ZIMME“.era li che nascondavamo la nostra legna. Quindi quel 24 mattina ero tra i più affacendati con coloro che doveva portare la legna nello spiazzo che sarebbe servita per la FOCARA. Portavamo la legna a braccia, oppure quella più pesante,“I CAPIZZI“ ,li spingevamo quasi accasciati per terra. Lo zio che osservava la scena in disparte, vedendomi ingaggiato in quello sforzo enorme, m.intimo ‘ di lasciare quel legno. “PEPPI VIRA CA É TROPPU RENNE PE TIE CHILLU LIGNU!!“Disturbato e risentito da quella osservazione ,non ci pensai due volte a fargli il gesto dell’ombrello. Àpriti cielo! Mi accorsi che stava per rincorrermi ,e mi diedi alla fuga. Mi arrivò qualche metro più in là. Vidi il suo volto scuro e il suo sguardo era orrendo, come quello degli uomini cattivi nelle fiabe. Invece poi mi sentii stringere tra le braccia, mi diede uno scappellotto, tanto leggero ,quasi a levarvi la polvere della legna che si era accumulata nella mia maglia.“LASCIA AI PIÙ GRANDI I CAPIZZI PEPPI!! “ Mi disse. Guardai quei suoi piccoli occhi e ci vidi tutta la sua tenerezza.Con lo zio abbiamo mantenuto quel contatto “quasi fraterno“fino ai giorni nostri .Mi hanno voluto tanto bene, i miei cari zii!! . Anche lo zio Vincenzo Foglia merita un pensiero riguardoso, e poi lo zio Rosario Mazzei, mi hanno fatto da padre tutti e tre, per via di quella maledetta emigrazione che constrinse mio padre a girovagare dall’Ovest all’Est Canadese. Vi amo tanto miei cari zii!!!!!! Peppino Fazio Leave a Comment » | Uncategorized | Permalink Pubblicato da castel48 QELLA PIAZZETTA DOVE SI COSTRUIVA LA “FOCHERA“ dicembre 12, 2012 Esattamente in mezzo a questa “piazzetta`Noi “palazzisi“ erigevamo la Focara. Doveva essere assulamente nel centro, altrimenti i vicini ,sia Nicola a Pecurella che lo stesso zio mio Rosario Mazzei ci avrebbero dato problemi.Ricordo che Il Pecorella armato di metro ne misurava la distanza per stabilire il punto esatto dove la Focara dovesse essere eretta con distanza dovuta dalla sua casa, come voleva lui , zio Rosario ,non essendo fesso pretendeva la stessa “par condition“.In un certo senso avevano ragione. Nei miei tempi erano veramente immense le fochere. Si cominciava da novembre ad accumulare la legna ,la più parte “rubata“ per essere poi nascosta in quelle che tutti ricordiamo come “ZIMME“.Ricordo che rubai pure un locchetto per poi servicene a proteggere la nostra legna. Dopo poche discussioni si arrivava all’intesa, grazie ai nostri compaesani Brunetti Prete e il compianto Pasquale “quinniciterra“IAQUINTA, che essendo più grandi di noi convincevano i nostri “focosi avversari“ e LA FOCARA veniva eretta regolarmente più grande che mai per la gioia di noi tutti, con un un pò d’invidia dei “CIAZZISI“che a fatica si facevano quella salita per “spiare“ la nostra FOCARA. Alla fine c’era chi si congratualva con noi arteficieri.UN ALTRO PICCOLO RICORDO CHE CI FA RITORNARE IN QUEI TRMPI CHE FURONO. PER LA MIA GENERAZIONE FANTASTICI E DIVERTENTI . DIVENTATI NONNI CI RITORNIAMO PER RIVEDERCI E SENTIRCI ANCORA BAMBINI!! PEPPINO FAZIO. Leave a Comment » | Uncategorized | Permalink Pubblicato da castel48 LE NENIE……QUANTI RICORDI!!! dicembre 10, 2012 Le Nenie Natalie più le ascolti più aprono il cuore e provocano ricordi lontani. Quando si cantava in quello nostra cara chiesetta di Castelsilano, accompagnati da un organo molto antico, non ricordo chi lo suonava, ma attorno tantissime nostre care compaesane quasi a stringere l’organista , ci deliziavano con quei canti Natalizi. Famiglie intere si prodigavano per far si che la notte della Vigilia si celebrasse nel miglior dei modi. Far rinascere nelle persone quello Spirito Natalizio che per circostanze varie si era perso in molte persone.Oggi ,alla distanza di moltissimi anni quei ricordi bellissimi mi sfiorano la mente., Rivedo Don Natale, fiero e felice di vedere la chiesa stracolma. Gli uomini come tradizione tutti ammassati di dietro ,oppure al fianco Con un occhio comunque osservava se qualche giovanotto spintosi un pò troppo avanti , non si azzardasse a fare qualche occhialino a qualche ragazza presente. Una cosa banale al giono d’oggi. ma che ha rimarcato quei periodi “SEVERI“. Il resto era una festa ,perché oltre alle solite persone ,donne e bambini, si vedovono uomini che raramente entravano in chiesa, ma la notte di Natale era particolare.Era allora in quella dolce attesa che alcuni ,divisi per motivi politici, si accostavano e con una stretta di mano “affogavano “ i loro rancori in cambio ad una pace duratura,….( é una battuta!!) ,magari fino alle prossime elezioni. Nato Gesù Bambino ,tutti alla “FOCARA“ per goderci quel calore . In quella Focara di VIa Palazzo ci rivedo la infanzia. Uno dei maggiori partecipanti, la guardavo orgoglioso perché molta legna che si era ammassata ,portava la “mia Firma“UN PEZZO DEL NATALE DI TANTI ANNI FA. VISSUTO E VISTO DA OCCHI INNOCENTI DI UN RAGAZZINO. Peppino Faziohttp://youtu.be/AfZkXntKY8k




IO VORREI ..NON VORREI… UN PEZZO DI VITA …. dicembre 7, 2012 Canzone tocconte di Mogol Battisti, quarant’anni fa lasciava i brividi. Oggi nel riascortarla ancor di più.Quante volte abbiamo “cozzato “ su uno scoglio senza superare le nostre difficoltà non riusciendoci. Ci siamo rialzati per continuare il nostro cammino verso “PRATERIE“,i cosiddetti piaceri della vita. Alcune volte ci siamo riusciti in altri abbiamo mancato.Pensando al passato ci rammarichiamo per quello che avremmo potuto fare ,perché una volta sola si vive. ci consoliamo perché almeno siamo riusciti ad alzarci ,dimenticando le delusioni e siamo ripartiti. Così i rimpianti sono pochi. Viviamo il presente lasciamoci alle spalle quel brutto passato e “voliamo ,cavalchiamo verdi praterie “Andiamo avanti, vivviamo la nostra vita!!. P.F. .

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