LA FIGURA DEL NONNO . 2.nda e 3.za PARTE febbraio 18, 2013
LA FIGURA DEL NONNO. 2.nda E 3r.za PARTE Se con nonno Giuseppe ebbi contatti molto brevi e pochissimi ricordi in giovanissima età,con nonno GaetanoMazzei essendo vissuto più a lungo ( morì nel 67 alla veneranda età di 92 anni!) passai tutta la mia fanciullezza quasi accanto a lui, anche dovuta alla nostra vicinanza.Come detto precedentemente si spostava conl’aiuto di due lunghi pali a causa di una forte sciatica che lo colpì quando quasi noi tutti nipoti non eravamo ancora nati. Originario di San Giovanni In Fiore,si stabilì in localitàStragola. Dopo aver servito la nostra Patria partecipando alla grande guerra del 15-18 ,volle provareuna esperienza diversa ,infatti emigrò in Brasile . Come ogni giovane emigrato italiano cercò fortuna in quelle terre lontane. Trovò lavoro in una coltivazione di caffè. Fu di breve durata. Lasciò la terra di Zico e Falcao e ritornò nella nostra cara Calabria.Sposato con nonna MARIA LUISA ebbero almeno 14 figli. Solo quattro per ragioni che non saprei ne sopravvissero.Zio Rosario ,mia madre Caterina ,zia Rosinella e zia Franceschina. Amante della terra,ne faceva la sua principale risorsa.Dalle olive di RRAFFACA alla parte toccata alla nonna Luisa in località CHIUSA.Un bel pezzo di terra (allora!) poco distante del vecchio cimitero.Non so se gli diedero la scelta ,ma lui preferì ed ottenne la parte più in profondità della proprietà.Quella confinante con la famiglia Rizzo.Provvista di una sorgente fece bene a costruirci una vasca che accumulata l’ acqua sorgiva viannaffiava il suo bravo orticello. Un boschetto con delle giovani querce,ma soprattutto nella parte sinistra detta tra noi “manca“ primeggiava un ottimo castagneto.Innamoratosi di tutto quel ben di Dio ne migliorò la qualità, piantandoci altri alberi, face un ottima vigna ,ma soprattutto costruendoci una casetta, la cara nostra “casella“! Sarebbe servita per anni da mangiatoia, con la parte alta riempita da buon fieno per le bestie, e di un ottimo palmento.La si pigiava tutta l’uvadella zona. Anche la nostra e quella dello zio Rosario in località “Graria“.E per nonna Maria Luisa niente? Come se non bastasse a fianco alla “Casella“ci fece fare un forno dove la nonna ,mia mamma Caterina e le zieRosinella e Franceshina potessero arrostire i peperoni, cuocerci il pane e tutto quanto sarebbe servito per approvvigionamento nella famiglia Mazzei. La Chiusa é rimasta nel cuore di tutti noi nipoti.Fu per me una meta quotidiana quasi. In primavera la battevo in lungo e in largo per scoprire i nidi di uccelli.D’ invernoinvece per piazzarci le “tagliole“ . Conoscevo in quali albero il tordo o il merlo avrebbero costruito il loro nido. Ne seguivo tutta la preparazione fino a quando , con mia grande felicità ne prelevavo non ancora con le penne almeno quattro piccoli .Nonna Maria era abituata a cucire rattoppare pantaloni al nonno, mentre lui si occupava della vigna. Ricordo che faceva stragi di talpe.Si appostava davanti alla loro tane e quando provavano a cacciare la testa al di fuori ,un colpo di bastone e le faceva secche! Diceva che quelle bestiacce cavando e camminando sotto terra, avrebbero distrutto la sua cara vigna e il suo orto,altrimenti addio ad anni di duro lavoro!! Ricordo anche che zappava inginocchiato, dovuto a quel hanticap delle gambe. Lo faceva benissimo.Un giorno vedendomi nel bosco indaffarato alla ricerca dei miei amici uccellini,mi chiamò e mi volle mostrare come levare le foglie superflue dalla vite senza “denudarla“.La mia testa era al toldo e al merlo.Ci capi poco, e lo lasciai. Non piacque la mia partenza al nonno e mi rimproverò dicendomi che non avrei mai imparato a cosa sarebbe servito il lavoro. Senza pensarci due volte gli risposi come un nipotino non dovrebbe mai fare verso il suo proprio nonno:“ Vai a lavorare tu che hai imparato a farlo!!“. Mi mordo ancora le labbra per aver detto ciò al mio caro nonno Gaetano, anche se poi raccontato ai cari zii Peppino Marasco e Vincenzo Foglia,ci risero sopra divertiti senza cattiveria. .Magari ,non si sarebbero aspettato una risposta così secca! Nonno Gaetano amava fumare il sigaro dalla parte contraria. Metteva in bocca la parte con la brace.Tutti noi, la nonna compresa ci restavamo stupiti.Durante la mia parentisi in Seminario dal 61 al 65 a Roma ,nonna Luisa ci lasciò. Così le mie sorelle e le cugine non lo lasciavano un attimo da solo.Anche Luigino Marasco ,il secondo maschietto gli stava vicino .Durante il mio periodo di vacanze non mancavo a fargli visita. Lo trovavo sempre più gobbo, laria stanca , il peso degli anni lo si poteva leggere sul suo tenero viso e in quei piccoli occhi. Piegato su quella sedia,oppure nel letto, anche d’estate.Si copriva persino il capo. Aveva già passato la soglia dei novantanni! Zio Vincenzo Foglia ,a cui non mancava la battuta facile,vedendolo anche lui con il capo tutto coperto ,chiese a mia sorella Luisa,:“ Hai visto se “iatunieva?? ( Fiatava!) Non c’era cattiveria in quella domanda. Sappiamo tutti quanto bene gli hanno voluto i tre generi,lui , zio Peppino e mio padre! Gli piaceva moltissimo l’ acqua fresca con ghiaccio, dopo essersi dissetato diceva compiaciuto:“ É frisca e bella!“ Frase che rimase nel cuore di tutti noi nipoti da Luisa la grande a Caterina ,a Luisa ,Isabella mie sorelle , da Teresa e Maria Luisa, a Rachele,e da Luisa ,la più piccola, l’ultima arrivata a Luigi Marasco ,e da me ,come possiamo dimenticarci di questo nostro piccolo grande nonno che con il suo curioso accento Sangivannese , i suoi racconti sulla vita vissuta in Brasile, le notti fredde e tristi durante quella terribile e maledetta guerra.Chi sa quante volte ci raccontava con infinito orgoglio di quella nave Austriaca affondata dalla Marina Italiana.Tutto questo ed altro ci permisero di amarlo e volergli bene. Quando quel quattro agosto del 1967 lasciammo il paese per Montreal, mia sorella Luisa ed io lo salutammo, sapevamo che sarebbe stata l’ ultima volta che l’ avremmo visto, in lacrime lo abbracciammo, gli strinsi il viso forte con le mani accarezzandogli quella sua canuta barba bianca .Lui non si scompose,alzò gli occhi e ci regalò un ultimo sguardo . Il 17 ottobre ,appena due mesi e mezzo dalla nostra partenza, NONNO GAETANO moriva!!!“Per rispetto a quel nostro caro nonno Luisa ed io insieme con mio padre decidemmo di non ascoltare la radio per oltre un mese.!Grazie nonno Gaetano ,serbiamo di te ancora bellissimi e cari ricordi!! Peppino Fazio Leave a Comment » | Uncategorized | Permalink Pubblicato da castel48 LA FIGURA DEL NONNO!! febbraio 13, 2013 “ LA FIGURA DEL NONNO“ Questa voglia di parlare dei nonni forse lo si deve al fatto che da un paio di anni a questa parte sono divento nonno anch’io. Non ricordo di essere stato preso per la manina e portato a passeggio al parco oppure accompagnato all’asilo,come per grazia di Dio faccio di tanto in tanto con il mio caro Giuseppe. Nonno Giuseppe (Fazio) lo ricordo pochissimo.Era di una età troppo avanzata quando ancora io ero appena di sei ,sette anni.La sua permanenza negli Stati Uniti (che gli valse poi ilnomingnolo di Peppinu U Sciualu!( diceva sempre “SURESURE,)“non gli permise di stare vicino ai nipotini, forse i cugini più grandi se lo ricorderanno meglio di me.Insiemealla nonna Maria Francesca Macchione misero al mondo sette figli.Quattro femmine Mariuzza, Isabella, Rosina e Caterina.I tre maschi furono Zio Vincenzo, Mio padre Francesco e zio Antonio .Tutti deceduti Sarebbe troppo lungo descriverne le loro unioni.Accenno solamente per il beneficio delle cugine Mary Giuliano, Rose Jones, e Isabel Ammirati tutte Canadesi, che vivono in Alberta e in Colombia Britannica che zia Isabella sposò Francesco Aiello un vedovo,allora “sindaco“ di Casino (Castelsilano!) .Zia Isabella fu sfortunata. Un giorno giocando con la sorella Mariuzza ,venne colpita involontariamente con un pennino in un occhio ,ferendola per la vita.Ricordo la zia sempre con un fazzoletto in mano per via del suo lacrimare continuo! Allora si usavano quelle penne con un lungo pennino, che immerso nell’inchiostrodava la possibilità di scrivere su un foglio di carta. Malgrado questo handicap portò alla luce sei figli.Saverio ,Rosina, Pietro, ( Rose e Mary) Ottavio, Matteo e Carolina (MARIA ,E ISABEL).Volevo molto bene alle mie care zie “SCIOLE“e naturalmente agli zii “sciuali“ Vincenzo, e Antonio. Nonno Giuseppe lo ricordo pochissimo.Quando ancora noi abitavamo sotto “`A Vota“ di Pietro Brisinda, in affitto, accompagnavo mia madre quando, rimasto vedovo, andava a portargli del mangiare.Vedendolo seduto ad tavolo tutto silenzioso ,era solito portare una giacca sulle spalle, vedendone una manica pendere, gli faccio :“Perché questa `cosi`??“Lui non rispose.Vidi mia mamma prendermi da un braccio ,mentre con gli occhi m’indirizzavoun fulmine.Mi tirò in dietro, quasi per dirmi ,fatti gli affari tuoi! Non ho mai saputo casa fosse successo al nonno Giuseppe.Qualche tempo prima gli avevano amputato l’ intero braccio.Quindi si teneva coperta la parte offesa.Mi feci rosso come un peperone. Non ebbi il coraggio di guardarlo. Lui invece ,diede uno sguardo alla mamma ,come per dirle :“Che fai, non vedi che é un bambino!“ Mi afferrò con l’ altro braccio e mi strinse tra le sue ginocchia.Fu allora che lo guardai.Toccato dalla sua tenerezza, mi strinsi più forte a lui. Chi sa cosa avrà pensato in quel momento!,sicuramente era felice di stringersi un piccolo Giuseppe.Dopo di quel giorno andavo tutti i giorni a trovare il mio caro “Nonno u Sciualu!!Moriva purtroppo pochi mesi dopo.Quella casa di Giuseppe Fazio diventò la nostra casa.Mio padre con sacrifici e sudori canadesi, ne pagò le parti ai fratelli e ne divenne proprietario assoluto.Riparata e alzata di un piano nei primi anni sessanta ,ci abitammo fino al 1967.Emigrati tutti a Montreal, passo da un villeggiente all’altro,con strette al cuore!! Per poi venderla definitivamente nel 2007 ad un mio caro amico d’infazia; Antonio Saverio Durante.Oggi riparata ,ripitturata e modernizzata ha un ottimo aspetto .Il cuore mio freme nel solo rivederla su una foto,pur non essendo più la nostra cara casa!! Peppino Fazio. SEDUTO DAVANTI AD UN CAMINO. febbraio 10, 2013 SEDUTO DAVANTI AL FOCOLARE!! Sono seduto a luci spente solo davanti al mio camino mentre un fuocarello scoppiettante arde tranquillo, lento e con piccole fiamme rossastre che ne illuminano parte del suo angolo.Il calore buono che ne scaturisce riscalda i miei piedi. Sale con il passare del tempo.Adesso lo sento un pò dappertutto nel corpo.É bello .Mi piace.Al contrario dei termosifoni elettrici o a gasolio che danno quel calore “freddo“,quello del camino da altre sensazioni.L’ odore della legna bruciata poi sa di antico.Ho lo sguardo fisso su quelle braci ardenti.Vi aggiungo altra legna e in pochi attimi le fiamme diventano più vive, s’ innalzano in alto nel camino da non vederne più la loro portata, mi preoccupo un pò.Poi tutti si normalizza.Adesso il calore é più intenso,vorrei spostarmi, ma resisto .Non capita tutti i giorni star seduto davanti ad un camino acceso! Adesso lo sguardo é puntato fisso su quelle fiammelle che ininterrottamente e con movimenti serpentini vanno verso l’ alto per poi “sparire“.Mi rivedo bambino in casa dei nonni materni. Nonno Gaetano e nonna Maria Luisa sono anche loro davanti al focolare.Oltre alla luce che scaturisce dal fuoco ,quell’unica stanza é illuminata ( per modo di dire!)da una debole lanterna ad olio a forma di casetta poggiata sul caminetto. C’é un grande letto in mezzo alla stanza, coperto da una specie di grande mantello. che una volta chiuso protegge dal freddo pungente della notte! Il nonno fuma il suo bravo sigaro.É seduto su una sedia più alta delle altre,a causa dei suoi problemi sulle gambe.La nonna invece mi é accanto. Mi racconta cose antiche. Mi appena raccontato quando il nonno con un fucile uccise una lupa nella località “RRAFFACA“Ad un tratto cava dalla sua profonda tasca 100 Lire. Mi dice grazie per il paniere di “mucciaruli“ ( una specie di funghi) che le ho raccolto in giornata. Le dico grazie e me le stringo con orgoglio forte tra le mie manine come se fosse un trofeo, mi sento ricco. Già penso cosa ci potrei fare il giorno dopo.La nonna sembra aver letto i miei pensieri e mi fa:“ Domani ti comprerai dei quaderni e delle matite, lo dirai anche alla mamma ,così ne resterà contenta!!“E dire che stavo pensando d’ investire quel mio “tesoruccio“diversamente ,magari comprandomi lecioccolatini Ferrero con le figurine della “CACCIA GROSSA“ oppure le figurine “PANINI“ con la speranza di trovare SIVORI ,BONIPERTI, CHARLES, o magari tutta la Juventus fine anni 50!! Un squillo di telefono mi distoglie: “Apro gli occhi“,ritorno al presente. Il fuoco arde ancora ,ma con meno intensità.Parte della legna si é consumata. Un pò sorpreso mi dico:“Ma come passa il tempo.Quella legna che prima ardeva copiosa ,si é trasformata in brace e fra poco si diventerà della cenere.“.Come la legna,che si trasforma in cenere, anche la nostra vita passa,per non tornare mai più indietro.Ci restano i ricordi che ci aiutano a rivivere il nostro passato.É bastato sedersi davanti ad un camino con un fuocarello scoppiettante, quell’odorefine della legna bruciata per provare e sentire sensazioni antiche, rivedermi ragazzino,ma soprattutto ricordare i mie cari nonni materni. Nonno Gaetano e nonna Maria Luisa,grazie per avermi dato anche voi la vita!! Peppino Fazio
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