top of page
Search
peppinogiuseppefaz

L'ALTRA CASTELSILANO

Updated: Jan 4, 2022

agosto 25, 2020

L’ALTRA CASTELSILANO! (La nostra. Quella dei nostri tempi!) C’è un’ altra Castelsilano quella rimasta nei ricordi e nei nostri cuori.Quella che ci ha visti crescere,menare i nostri primi passi dove ad ogni caduta ci rialzavamo con le mani e le ginocchia scorticate, oppure con piccoli bernoccoli alla fronte.Sporchi di terra facevamo fatica a non piangere, altrimenti la mamma ci avrebbe dato il resto. Quando si possedeva qualche automobilina fatta con due rocchetti sorretti da un filo metallico ,ci facevamo il nostro ”circuito sulla terra con l’aiuto delle manine. Un vero circuito doveva avere le sue curve, magari copiavamo quelle che portano fino ai ”Caprari”, perché più lontano non ci era consentito di andare.!Il nostro mondo finiva la!! Quella senza luce elettrica ,dove si andava a letto presto.Radio e Televisione erano lontane anni luce. Quella con le brave bestie che tutte le mattine venivano sellate dai loro padroni per avviarsi nei campi ,perché una lunga e dura giornata li aspetta. Il rumore dei loro zoccoli al contatto delle pietre dava quel tintinnio sempre uguale. Molte volte ne venivamo svegliati. ”Ecco é l’alba,un’altra lunga giornata sta per incominciare”.I campi ,le vigne gli oliveti aspettano ansiosi per essere arati, ripuliti, zappati.Qualche mese dopo avrebbero donato i loro frutti; giusta ricompensa per il lungo e duro lavoro dei nostri cari compaesani contadini. Mentre noi altri bambini con i classici grembiulini bianchi e colletto blue ci avviavamo sereni chi all’asilo e chi alla propria scuola.Allora seminate nei rioni. Per le mamme una volta ‘,svuotata” la casa,incominciava il loro lavoro. Dallo scopare,accudire qualche gallina,rattoppare le calze di lana dei mariti ormai usate chi sa quante volte ,consumate da sotto il tallone oppure spuntate davanti.I colori delle pezze? I nostri padri non badavano a tutto ciò’! Nei giorni di freddo bisognava avere della legna in angolo della casa tenerla pronta ad alimentare il bel fuoco.Magari appese su qualche sedia si lasciavano asciugare quelle pesanti maglie di lana appena lavate, cosi’ i loro mariti tornando la sera, stanchi e sudati ne avrebbero indossato una pulita e anche calda. Casa ”Svuotata” per modo dire, perché molte rimanevano con dei bambini bisognosi di tanta attenzione,dalla fasciatura ,alla cambiata e naturalmente alla nuritura. Il lavoro delle mamme era tanto intenso quanto quello dei cari mariti che rimanevano giornate intere nei campi. Alla sera dopo aver servito un’ottima cena calda , messi i bambini a letto,lavato i piatti con dell’acqua stipata in vari secchi, alla fine chi era stanco per il lungo lavoro del giorno ?,era solo lui , il marito. Le mamme ,malgrado tutto quello che svolgevano ,non erano mai stanche. Quella della forte emigrazione,famiglie intere lasciavano il paesello, oppure partiva solo il marito.Le famiglie ,se tutto sarebbe andato bene lo avrebbero raggiunto in seguito.Ma la gran maggioranza rimasta si dava da fare. Botteghe di generi alimentari, cantine per lo svago e qualche alzatina di gomito di troppo di qualche nostro compaesano. La strada veniva asfaltata e incominciava a circolare qualche automobile e qualche mezzo pesante. Qualche stradina del paese veniva rifatta con delle pietre, cosi quel fango veniva eliminato quasi del tutto. La Castelsilano dalle rivalità politiche dopo che il governo decidette di assegnare le terre a molti nostri compaesani, non era da meno.Ne susseguivano scioperi, proteste ,, accaniti comizi dai balconi, ma poi il buon senso e la ragione prevaleva.I bambini crescevano e anche le scolaresche.Finalmente decisero di costruire L’Edifico Scolastico. Tutti nello stesso fabbricato,non più scuole seminate in lungo e largo del paese. Apparivano i primi ”studenti”, partiti verso centro -nord ,ne ritornavano diplomati e laureati.La scuola era considerata una cosa primordiale. Purtroppo non tutti si potevano permettere di mandare i propri figli alle scuole alte, ma venivano ”dirottati” nei campi ,oppure dietro un muratore ,calzolaio, falegname e boscaiolo. E cosi’ anche la nostra Castelsilano ebbe i suoi eroi.Oltre a quelli tragicamente periti nelle orrende guerre,Castelsilano diede i natali a Scrittori ,poeti, musicisti ,cantanti,pittori ,artisti,scultori,sparsi un po’ in tutta Italia e qualcuno anche nelle Americhe.Oggi possiamo ammirare le grandi opere che ancora testimoniano quel caro nostro passato.Ricordano quanto fu fatto dai nostri padri e nonni.Il monumento ai caduti. L’albero di Baggiano ,testimone di tanti distacchi,e di tante mamme in lacrime.”E Basule” nostalgiche per chi le ha lasciate per anni.Sempre uguali,mai segni di usura. Solide ed eterne. La cara chiesa,modificata (malamente) ma sempre la per accogliere i fedeli fin dai secoli passati. L’Arca di Noè, dello scultore Givannino Girimonte, patrimonio di Castelsilano. Il vecchio cimitero, con il suo secolare Cipresso ,profanato, trasformato, ma finalmente conservato una parte per ricordarne il suo passato. E infine quello che per noi fu il campo sportivo della Fossa Arena,usato adesso come deposito per la legna e di qualche carcassa di automobile, resta per noi per sempre ”IL NOSTRO CAMPO SPORTIVO” Questa”É L’ALTRA CASTELSILANO'”. La vostra ,quella di voi altri giovani della Gara degli Asini,della (vecchia ) Scala,dei Bars, dell Piazza Padre Pio,e permettetemi quella dalle fontane rimaste a secco, come I Bivieri, e ”U Canale e Ra Colla” testimonianza di un passato caro a tantissimi nostri compaesani , sono li con la loro tristezza a mostrare il loro disuso . Quando si ha la possibilità di tornare sul posto ,una forte tristezza ci assale. Amiamo la Castelsilano di oggi, ma portiamo sempre nel cuore ” L’ALTRA CASTELSILANO,” LA NOSTRA!!! Peppino Fazio.












agosto 25, 2020

MASTRO LUIGI FABIANO Non mi era mai capitato di parlare di singole persone ,in particolare di “gente del mio caro paesello” , a parte qualche diretto riferimento per motivi di vicinanza, di pura amicizia e in anche perché quel “tale” di nome Peppino ,Luigi, Giovanni , Francesco mi aveva visto crescere con i miei difetti, i e miei capricci . Gente che conosceva i miei caratteri, la mia irruenza,il mio poco attaccamento alla scuola. Di estate sempre per le campagne a caccia di nidi di uccelli, Mentre d’ inverno sfidavo il freddo intenso pur di andare a piazzare le famose “tagliole” nei vari letamai dove si crescevano i maiali. Zone come “Gli Orticella ” oppure difronte all’Edificio Scolastico , dove adesso al posto di quei porcili di una volta, sorge un florescente rione, Da oggi in poi parlerò di alcuni di loro, di quelli che maggiormente hanno avuto una certa influenza nei miei confronti. Di quelli che anche in mancanza di mio padre perché sempre emigrato in Canada ,hanno direttamente e indirettamente avuto un ruolo primordiale nella mia irrequieta fanciullezza. Quindi la mia prima scelta non può che cadere su Luigi Fabiano Il più importante,vicino di casa e molto amico della mia famiglia. Di mestiere calzolaio .Nei primi anni cinquanta il paesello ne contava diversi. Da Marru Teodoro a Carminantoni, Da “Ddorru” ,Ammirati Peppino, e da Scalise ,padre di Salvatore e Peppino, magari da altri che non ricordo i loro nomi. Figlio unico di Rosario Fabiano (emigrato in Sud America) e di Rosina, sposo’ Antonietta Brisinda figlia di Pietro. Ebbero tre figli il primo mori’ di pochissimi mesi ( ci ritornero’! ) ,mentre Rosalba venne al mondo il 29 Novembre del 59 , Sarino ,quel maschietto che desiderava di avere sempre il 3 ottobre del 62. Dopo essersi ripreso il locale con entrata dalla Via Nova dalla Democrazia Cristiana, ci sistemo’ la sua brava “bottega” ,ben attrezzata con tutto il suo necessario. Un localetto stretto e profondo ma ben accogliente dove tanti amici nostri compaesani si alternavano per far compagnia a Mastro Luigi e per scambiare qualche chiacchiera. Cosa c’entrava la DC? .Appena si diffusero i televisori della Rai nel paese,il suddetto partito penso’ bene di riunire i suoi membri (e non ) offrendo loro la TV gratis. con quella fame che c’era tutte le sere c’era il pienone. Immaginatevi in mezzo a trenta ,quaranta uomini…quasi tutti fumatori ,con pochissimi posti a sedere ,é quanto succedeva a me. Mastro Fabiano mi aveva insegnato come operare i bottoni della TV. Da quello che rendeva il quadro più chiaro oppure più scuro, dal volume , ma maggiormente quello che permetteva di fermare quelle continue noiose righe che impedivano di vedere bene il programma. Ma come mi trovai “operatore ” con il nostro caro Mastro?. fu un’idea della mia cara mamma. Un giorno le senti dire a Mastro Luigi con ancorate parole ,quasi come una preghiera quanto segue . :” Marru Luvi ,mu fa stare ritiratu sti figlui e ru miu,tu vo pigliare come riscipulu, vira ca cullu patre nstra Merica ..un ne puazzu ciù!!” A questo punto mi devo fermare, gli occhi mi si riempiano di lacrime. Una mamma “disperata” perché impotente di frenare il proprio figlio chiede aiuto. Mastro Luigi accolse la preghiera di una mamma e cosi’ diventai “Riscipulu” e Fabienu”. Ad ogni paio di scarpe che riparava ne facevo la consegna e mi dava l’opportunità di ottenere delle piccole mance. Ricordate quei tacchetti a spillo? Le maestrine di allora ne consunavano un paio al mese,camminare “ntra chille cuticce” non era facile. Dopo un anno mi fece felice come non mai. Mi aveva costruito un piccolo salvadanaio di legno, grande quasi una scatola di scarpe. E ogni qualvolta che ottenevo delle mance le infilavo la dentro. Un giorno per la mia gioia decise di romperlo . Il mio piccolo cuore di bambino batteva sempre più forte ,impaziente aspettavo che gli desse la buona “mmartellata” finale per conoscerne il contenuto. “Mamma mia quanti soldi!!” Alcune 5 e 10 lire volarono lontane. Furono le prime che diventarono mie. Il resto era rimasto nella scatola confuse nei frammenti di legno fatta quasi a pezzi. Mi conto’ i soldi,si fermo a 355 Lire!! Ero il bambino più felice del mondo. Ma veramente tutti quei soldi erano miei? Mi guardava con gli occhi di “un padre” felice. Era felice e contento per la mia felicità! Forse stava pensando al suo primo figlioletto, credo che fossimo nel 57- gli moriva a pochissimi mesi. Lo rivedo ancora steso su quel letto a fianco a Sarino (Primo) ,fino a quando con una mano tra i denti e con lo sguardo rivolto in alto lo vidi imprecare, e con un forte grido terrorizzo’ i presenti me compreso. Sarino era spirato ,gli Angeli lo avevano appena preso per portarlo in Paradiso La vita merita sempre di continuare , e cosi’ il 29 Novembre del 59 nasce Rosalba, mentre Sarino (secondo) nascerà il 3 ottobre del 62. Mastro Fabiano era un poeta. Scriveva poesie e soprattutto le famose “FRASSIE” maggiormente riferite a dei nostri compaesani. Satirico e divertente. Non ricordo bene ,ma alcune venivano lette dai balconi. In quel mondo dove non esisteva tecnologia alcuna certe cose erano come un passatempo e ben accettate. Aveva una località alla Serra, nel comune di San Giovanni in Fiore. Mi ci portava in bicicletta. Tonava sempre con qualcosa. Sapeva che nei buchi della casetta annidavano i ghiri. Aveva una tattica infallibile per afferrarne alcuni. Mi faceva infilare un lungo bastone nei buchi , e le bestioline spaventate cercavano rifugio all’esterno, impaurite uscivano dal buco e si arrampicavano il”” muro muro””, mentre lui provvisto di una grande ramo rivestito di foglie ne faceva una strage. Le bestioline cadevano per terra stordite, le afferrava indossando dei guanti e le infilava in un sacco molto resistente . La cena era pronta!! Mastro Fabiano morirà il 18 Aprile del 2011 . Appresi la triste notizia e ne rimasi molto addolorato. Un pezzo della mia vita , della mia prima infanzia ci aveva appena detto Addio! Ebbi un forte rammarico ,quello di non poter esser presente ai suoi funerali per dargli il mio ultimo addio Luigi Fabiano rimarrà sempre nel mio cuore.Mia mamma lo ringraziava sempre per avermi preso come “Riscipulu” . Sembravano storielle di niente quelle che mi raccontava, ma erano piene di grandi insegnamenti. Rimasi con lui fino all’ottobre del 61 ,quando come tutti sapete entrai nella San Paolo di Roma per i miei quattro anni da Seminarista. Mentre Antonietta , sua moglie morirà nellAgosto del 2013 .In quell’estate mi trovai al paesello e diedi almeno a lei il mio ultimo saluto, quello di non aver potuto dare al mio caro Mastro Luigi i! . Peppino Fazio.


settembre 19, 2020

“RIFLESSIONE””Abbiamo riso ,gioito ,cantato ma non abbiamo mai sentito innalzare la vostra gioia. Abbiamo anche singhiozzando cantato le sofferenze della nostra esistenza ,ma non abbiamo mai udito un vostro lamento.” “L’ INDIFFERENZA””L’indifferenza ci ha reso insensibili. Brutta malattia! E l’Alzheimer dell’anima, dello spirito, della coscienza e del cuore.”Ecco quanto dice un mio amico ex Paolino Mario Berto.Non sapevo caro Mario che l’indifferenza fosse anche una malattia che afferra l’anima alla gola ,ne indebolisce lo Spirito ,offusca la coscienza e rende il cuore più arido!L’Alzheimer fisica sappiamo tutti cosa sia ,che costringe un essere umano alla demenza, la perdita di memoria che i giorni dell’interessato non sono e non saranno mai più come prima. Mentre l’indifferenza in questi tempi É ovunque .Sono venuti a mancare i valori e il rispetto verso gli altri. Si ammazzano giovani solo per il gusto di menare e far vedere ed esaltare le proprio forse fisiche, mentre quelle intellettuali sono nella melma totale.L’indifferenza alberga nelle persone che trasgrediscono le regole e gli avvertimenti che i governi giornalmente danno alla popolazione pur di sogguardare la saluti di tutti.L’indifferenza ..UNA BRUTTA MALATTIA! l’Alzheimer del nostro intimo.Peppino Fazio. LE TRE FOTO. UN OMAGGIO AI MIEI AMICI EX PAOLINI COME ME CARLO ANDREOLI E MARIO BERTO.


settembre 19, 2020

QUANTO DI PIU’ BELLO E ROMANTICO C’È MANGIARE IN CAMPAGNA Le occasioni di mangiare in campagna ne abbiamo avuto tante , ma quella in particolare che ci e’ rimasta nella mente e nei nostri cuori sono quelle mangiate durante la vendemmia. In quella baracca a triangolo senza porta fatta di legno di quercia ormai annerita dalle pioggie dal sole e piegata dal tempo con dei ganci all’interno che servivono per attaccarci le giacche, qualche veste e pantalone di ricambio per la zio ROSARIO MAZZEI e per la zia CAROLINA .Bastava entrarci e agli angoli vi erano già sistemati dei sedili sempre fatti con delle tavole di legno , oppure tronchi di albero secchi alti almeno quaranta..cinquanta CM…detti anche nel nostro dialetto ‘””CIPPI”.Durante le pause le zie tiravano fuori il meglio dei conservati del maiale.”‘U FRISULU e L’ORVA accompagnato da una fetta di lardo arrostito magari alle brace con uno spiedo fatto di canna oppure da una frusta lasciando scolare il suo grasso in un pane intero tagliato a metà!! Quanto ben di Dio!!!!.Allora si che si gustava il tutto con appetito e amore .Quell’aria di campagna della “GRARIA” dava un senso alla vendemmia .La raccolta dell’uva avveniva si con duro lavoro ma che si trasformava anche in una festa gioiosa. Un altro ricordo d’infanzia. PEPPINO FAZIO.





6 views0 comments

Recent Posts

See All

lo ripropongo

o ripropongo . Sempre di attualita'. AUGURI VIVISSIMI A TUTTI GLI AMICI di Castelsilano nei ricordi. "VAI ANNO VECCHIO ..VAI!!" Mentre...

Comments


bottom of page