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IO E IL CALCIO, continua + PROLOGO SU LA LINE APERTA ALLA CFMB

Updated: Jan 8, 2022

LA LINEA APERTA DELLO SPORTIVO, (PROLOGO) DI “ IO E IL CALCIO“ febbraio 10, 2012 LA LINEA APERTA DELLO SPORTIVO, UUN PEZZO DI STORIA DELLA NOSTRA CFMB. La LINEA APERTA della nostra cara CFMB, ne ha fatta di strada!. Il calcio per noi emigrati giovanissimi in Canada era (ed É ) il nostro pane quotidiano. Con la nostra partenza oltre a lasciare amici cari, il paesello d’ origine, parenti, dicemmo anche “addio“ alle partite di calcio in televisione ,e a “Tutto il calcio minuto per minuto “. Quindi nessun risultato sportivo della domenica dalla nostra Italia. Bisognava aspettare il lunedì sera alle 18,30 per averli dalla Radio, oppure il martedì aspettavamo che arrivasse il Corriere dello Sport da New York. Andò avanti così per molti anni,ci dovevamo accontentare di quello che ci passava la “parrocchia“Verso il 71-72 ,grazie a dei generosi sponsor, la CFMB comprò sempre da Rai New York ,“Tutto il calcio minuto per minuto. Le domenica mattina con l’ orecchio incollato alla radio ,ascoltavamo tutta la cronaca del secondo tempo.Fu un grande passo avanti. Non potevamo lamentarci. Invece per le partite ancora niente! Anzi qualche “sfruttatore“ comprava un tempo e c’è lo dava in circuito chiuso facendoci pagare un prezzo molto salato . Ricordo che nelle mattinate di freddo intenso , mi alzavo prestissimo per essere puntuale a vedere la Juventus ,oppure il mio vecchio Catanzaro! Furono anni terribili. Ma come si dice, dove c’é gusto non c’é pendenza!!Si andò avanti così per almeno una ventina d’anni. Dopo Spagna 82 qualche coraggioso monrtrealese ,investì dei quattrini per avere una partita intera la domenica in televisione, ma questa volta a casa nostra, grazie ad una rete in lingua italiana chiamata “TELE- ITALIA“.Mi sentivo l’ uomo più felice del mondo. Così, spinti forse dal grande successo conseguito dai nostri cari azzurri in Spagna 82, anche la CFMB decise di far partecipare lo sportivo ad una linea diretta. Ciascuno era invitato a dare la propria opinione sul mondiale in corso. Fu il signor Nino Di Stefano il “primo“ ad aprire le linie. A quei tempi era raro sentire parlare un normale cittadino sulle onde della radio e molti ,compreso me fummo “incantati“ da quel caloroso invito. Chiamarono persino le donne. Ricordo appunto una che per esprimere la sua gioia sulle onde dopo che l’italia di Rossi e Tardelli aveva sconfitto il Brasile dell’appena scomparso Socrates,prese due coperchi di pentole e incominciò a batterli forte, provocando un rumore assordante ma piacevole!! Era appena nata la “NOSTRA CARA LINEA APERTA DELLO SPORTIVO.!!“Terminato il mondiale Di Stefano ne fece IL “tradizionale appuntamento del lunedì sera“.Ore 18 tutti accanto alla radio per sentire risultati e gli amici che volevano dare la loro opinione sulle partite disputate il giorno prima. Infatti al programma fu dato il nome “IL GIORNO DOPO“. Non tardai a partecipare. Pian piano ne divenni un “abituè“.Lello Tartarini era della partita. Non lo conoscevo ancora di persona, ma essendo Juventino come me ,mi piacevano i suoi interventi. Man mano che passarono gli anni fummo in diversi a partecipare. Un certo Tonino milanista,aveva l’ abitudine di DEFINIRE i goal segnati dal Milan agli altri “POLPETTE“.Joe Teresi anche lui Milanista, un pò pignolo, amante di Sacchi e del suo giuoco faceva la voce grossa grazie ai miliardi spesi da Berlusconi nel comprare i tre olandesi.Erano loro i più forti e noi..dovevamo ingoiare bocconi amari .L’era Trapattoniana era appena tramontata , e la Juve comprava brocchi e gente con poca grinta. Nino Marinaro ,tifoso della Fiorentina era sempre all’appuntamento. E poi uno su tutti ,che non é più , ci lasciò all’età di 83. Nando Scicchitano, un maestro per me. Catanzarese come me, tifosissimo del nostro Catanzaro, partecipava tutti i lunedì sera. Pacato e obbiettivo parlava con Di Stefano con molta professionalità.Dava le sue opinioni ed era molto ascoltato.Io facevo la mia parte, così Nino decise d’invitarmi al 35 YORK . Fu per me una grande e indimenticabile esperienza, parlare “LIVE“ con una cuffia e davanti ad un microfano ,mentre migliaia di persone ascoltavano ,era il massimo per me. Ci presi gusto ,e ci andai diverse volte . Nel 90 ,la vigilia di Natale eravamo li due Juventini e due Milanisti. Non stavo nelle pelle ,devo un sano e doveroso ringraziamento a Nino Di Stefano per avermi concesso tutto ciò!! Nel frattempo la nostra “TELE-ITALIA (TV) si era ingrandita. Spesso e volontieri venivamo(pure) invitati. Agli inizi il programma era condotto dallo stesso Di stefano , poi da Pino Asaro e da Paolo Canciani dopo. Sia Asaro che Canciani furono per me di molto aiuto.Apprezzavano i miei commenti. In seguito Paolo Canciani si trasferì a Toronto ad occupare un posto di prestigio a tele-latino . Pochi anni dopo anche TELE-ITALIA usciva di scena. A Di Stefano non andavano giù alcune discussioni tra due partecipanti e così in una trasmissione , si era nel dicembre del 94, con grande nostra sorpresa, annunciò la “chiusura“ della linea aperta. Dopo ben 12 anni ,quella trasmissione che tanto amavomo era giunta al capolinea.::“ ANDATE A SFOGARVI NEI BAR CON LE VOSTRE OPINIONI, NO QUI ALLA CFMB!!“ Disse Di Stefano prima di salutarci con il suo ormai vecchio e e abituale “VOGLIAMOCI BENE“.Vi giuro che per me fu come ricevere una mazzata in testa.Ci rassegnammo. Nel frattempo avevo conosciuto personalmente Lello .Ci incominciammo a chiamare in privato.Questo era il nostro unico sfogo. Con l’ arrivo nel 2007 di Rai International si aprì per noi l’ universo sportivo. Da due a tre ,e persino quattro partite alla settimana potevamo vederci in casa nostra, senza assorbire nei bar quel fumo passivo dei dannati fumatori.I mondiali in Corea fecero “aprire“ le linie, sempre con Di Distefano ,ma fu una cosa fredda . Fu ripetuta la stessa cosa in quelli di Germania, ma ormai si era perso quello spirito degli anni 80 , é fu la stessa cosa. . Nel frattempo Di Stefano decise di anticipare la sua partenza dalla radio,anche perché ,colpito da una forma di Ictus , dovette cedere la direzione ,pensare a guarire con della terapia speciale.Qualche anno prima fu pure costretto a subire dei by-passe, ma se la cavò alla grande. Andando in pensione Nino , colui che aveva per primo introdotto la Linea Aperta ,per poi chiuderla un po’ bruscamente,dovette cedere la direzione della CFMB alla signora Ivana Bombardieri.Finiva così l’era DI STEFANO alla radio CFMB. Sia Lello che io in varie occasioni esprimemmo il desiderio facendo pressione affinché si riaprisse la Linea aperta. Nel 2009 una giovane voce fece apparizione nella nostra radio;un certo Luigi Mutarelli, friulano con una spiccata voglia di riuscire. Ben presto si fece conoscere. E così per la sorpresa di tutti ,mia e quella di Lello, un lunedì sera ascltai Luigi Mutarelli che incoraggiava a chiamare !! RAGAZZI, ERA RITORNATA LA LINEA APERTA!! Fui io il primo, gli diedi il benvenuto, non solo a lui ma anche al programma. Non stavo nella pelle.Gli feci i miei migliori auguri. Dopo di me altri chiamarono. Incomincio’ a chiamare anche Lello.Si andò avanti così per oltre un anno.Ci eravamo ormai abituati .Con Luigi si era aperta una forte amicizia. .:“Luigi lascia e passa le consegne !!“ Ecco quanto ascoltai con sorpresa da Marco lunedi 5 dicembre scorso!! Incredulo chiamai subito Luigi al telefono in privato, esponendogli il mio stupore e la mia grande sorpresa e gli chiedo :“PERCHÉ ?“: “ Ritorno in Italia, ma questa volta é per restarci“. Cosa avrei potuto dire. Questa era la sua decisione, e andava rispettata. Ringrazio Luigi per tutto questo periodo trascorso insieme sulle onde della CFMB. Lo ringrazio per avermi aiutato a riflettere e dare le mie opinioni con pacatezza e obiettività , e con pochissime polemiche.Spero di incontrarlo la settimana prossima. Vorrei in persona insieme a Lello augurargli buona fortuna,buon viaggio , che il suo ritorno nella sua terra d’ origine sia coronato di successi. Una persona colta e istruita non può mancare gli obbiettivi prefissi.Grazie caro Luigi,ci risentiremo in onda? Magari in una conversazione a tre ,se Marco sarà capace di farlo. Lo spero.Il tifo é bello,i colori delle maglie sono gli stessi, ogni qualvolta che guarderò la tua Udinese, un pensiero volerà nella tua bella Friuli per posarti nel tuo salotto mentre stai ammirando le imprese di Totò Di Natale!! Buone Feste, che lo Spirito Natalizio ci tenga sempre vicini almeno virtualmente.Se un giorno deciderai di farci visita, non esitare a farcelo sapere, sarà un gran piacere rivederti, un abbraccio!!. Giuseppe (Peppino) Fazio




IO E IL CALCIO,OTTAVO ED ULTIMO CAPITOLO febbraio 10, 2012 IO E IL CALCIO .OTTAVO ED ULTIMO CAPITOLO La vita da sposato era un’ altra cosa. Erano finiti gli allenamenti ,il mio pensiero era rivolto ad altro. Aiutare Lina ad inserirsi, con il lavoro e prendere le nostre abitudini di Montreal .Devo dire che le mie sorelle le stavano molto vicino. Poi mia madre si prodigava in tutte le maniere per farla sentire al suo agio e a “casa“. Passarono gli anni. Vennero i figli. Nacque Francesco nel giugno del 78 . Per la gioia di Lina, feci venire mia suocera Maria Isabella per assistere la figlia durante la nascita di Francesco appunto.mio PADRE NON STAVA NELLA PELLE, LO AVEVO CHIAMATO COME LUI!! Due mesi più tardi purtroppo moriva a soli 61 anni . Una grossa perdita. Sconforto e dolore caddero sulla nostra famiglia.Affrontai un triste viaggio da solo al paese per sistemarlo.Ricevetti simpatia da tutti, parenti amici e compaesani. Avevo promesso ai suoceri che ai 4 anni dal nostro matrimonio avvenuto il 10 luglio del 76 , saremmo ritornati al paese per far sentire meno traumatica la partenza della loro figlia. Ne rimasero entusiasti.Venne anche mia madre quella volta. Sempre d’ estate e sempre durante i festeggiamenti della Madonna della Campagna. Un’ altro torneo?? Non sapevo. A 31 anni ,senza nessun allenamento dove sarei voluto andare? . Non mi scoraggiai più di tanto.Venuto a conoscenza del calendario, cercai di prepararmi, come? Per tre o quattro volte di seguito mi recai alla Chiusa di buon mattino , e con tanto di scarpette e pantaloncini mi sgranchivo i muscoli “addormentati“ con delle corse dalla casella al recinto delo zio Peppino Marasco. Andavo anche fin sotto la piccola vallata dove i cani del caro cugino Pietro Mele si mostravano alquanto infastiditi quando passavo accanto al loro canile. Mentre i maiali dello zio Peppino ,non notavano nemmeno la mia presenza. Indifferenti se ne stavano chi dentro chi fuori il porcile. solo alcuni grufavano avvertendo la mia presenza. Partecipai ad un paio di partite. Venne pure lo zio Peppino Marasco a vedermi.Roba di poco. Mi ero voluto togliere quella voglia di giocare in quel campo ,a me tanto caro. Forse volevo trovarci vecchi ricordi che mi riportassero alla mente momenti lieti trascorsi con i miei cari vecchi amici. Non essendo più giovani come me, non erano ne presenti ,etanto meno scesi in campo.I miei nuovi compagni erano altri, molto più giovani di me.Ma mi accettarono lo stesso. Alcuni di loro nel 66-67 e nel 75 erano ragazzini e si ricordavano di me quando sgambettavo sul quel terreno. Quella volta fu veramente l’ ultima volta che giocai alla Fossa Arena.Ormai non più giovane ,non era il caso di rischiare. Nel marzo del 83 nasceva Claudio ,il papà del mio caro nipotino Giuseppe.Aveva appena 2 anni quanto affrontammo un’ altro viaggio al paese. questa volta mi preoccupai di far fare un po’ di mare ai ragazzi e soprattutto a Lina che non se la portava tanto bene con la cervicale. Un po’ di sole e della sabbia calda sarebbe stato un buona terapia..almeno per quell’anno. Quindi nessuna partita di calcio questa volta. Dovettero passare altri otto anni per far ritorno al paesello.Partimmo nel luglio del 93. Con i figli ormai grandicelli, Francesco era ormai un giovanotto quindicenne e Claudio aveva appena compiuto dieci anni. Quell’anno avevo già con me una Video Camera. Mi divoravo KM di tape .Filmavo tutti gli angoli del paese e tutte le campagne dove mi portavano.“ Voglio portarmi il mio caro paesello tutto per intero con me in Canada “Dissi un giorno al caro cugino Martino Peppino ,purtroppo scomparso qualche anno fa, che con ammirazione mi osservava mentre con passione e amore stavo filmando la (ex) mia casa della Via Nova dall’alto in basso e tutta la “ruga“. Ero stato informato tramite il figlio della cugina Caterina Oliverio Mazzei, ,credo che fosse Antoino che il comune si era prodigato a costruire un nuovo campo di calcio e questa volta scelsero la località Bivio (quasi). Bisognava salire un po’ ,con tramite una stradina irta e non asfaltata si poteva raggiungere il terreno anche con le macchine. Giannetto Arcuri che si ricordava di me quando da piccolissimo mi vedeva giocare al vecchio campo , mi propose di fare una partitella. :“Mamma mia Giannè ,a 45 anni vuoi proprio rovinarmi? “. Accettai. Modestamente parlando non ero sproporzionato nel peso. ma non ero più nemmeno un venticinquenne.Trovai il campo enorme. Con delle porte e squadrato in regola , degli spogliatoi e tribune coperte. Passai dei momenti indimenticabili. E così anch’io in cimentandomi con i più giovanissimi, mi levai la voglia di giocare al nuovo campo di sopra il BIVIO! Ma non fu la stessa cosa, la Fossa Arena era solo un ricordo perso nel tempo.!! Dalle foto che ho potuto vedere su Falbo cast.it, i ragazzi nati dal 70 in poi , ci disputarono molti tornei.Addirittura interi campionati con le squadre dei paesi vicini.I nipoti Luigi Falbo, Giuseppe Oliverio ,Antonio suo fratello ,Giannetto, Annibale, con il cugino Giuseppe Marasco Mister, tenevano in alto il calcio nel nostro caro paese. Adesso non so cosa succede e cosa fanno. Feci ancora altre due volte ritorno al paese. Nel 2001 e nel 2009. Con rammarico lo dico. Mi persi pure le sfide che i vecchi amici disputarono durante il solito torneo della Madonna della Campagna. Mi trovavo quasi sempre fuori del paese. E così finisce la mia storia “Io e Il Calcio“. Incominciata alla fine degli anni 50 e proseguita fino al 93, praticamente quando per l’ultima volta indossai al paese un maglietta e un paio di scarpette per dar sfogo a quella mia grande passione.Un passato che non tornerà mai più.Restano quei bei ricordi ,qualche sbiadita foto a colori, e resterà il mio racconto che con modestia ho cercato ,anche se con errori a metter su carta. Quanto scritto é uscito dal profondo del cuore e da quella fonte (memoria) che Dio ha deciso di prolungarmi ancora, spero fino all’infinito.Ormai con i capelli che giorno più giorno imbianchiscono sempre di più, nei momenti di solitudine mi “cullo“in quei bei ricordi di fanciullezza, tutti quei calci dati ad una palla prima di pezze ,poi di gomma, poi di cuoio che faceva malissimo quando lo si colpiva di testa , per via di quei suoi lacci di spago duro,fino a quel pallone in bianco e nero ,moderno( forse cucito da bambini del terzo mondo!!) tornano nella mente e con malinconia me li “rivedo e rivedo“ come scene di un film visto e rivisto,e quanto ho scritto lo voglio veramente raccontare ai miei nipotini!! Sembra un gioco, ma dal calcio ho imparato tanto . Amore verso il prossimo , rispetto dell’aversario, accettare la sconfitta. Solo perché quel pallone spinto e calciato in una data maniera era voluto entrare in quella porta per la mia più grande felicità! Adesso il calcio lo seguo in TV , la passione é rimasta sempre la stessa però con lo spirito di tifoso.Grazie al mio indimenticabile professore di quinta elementare DINO DE VUONO , sono di fede Juventina da oltre 50 anni. Grazie di vero cuore professò!! FINE . Leave a Comment » | Uncategorized | Permalink Pubblicato da castel48

IO E IL CALCIO . CAP. SETTIMO febbraio 8, 2012 IO E IL CALCIO . CAPIT. SETTOMO Come descritto in altre occasioni il ritorno a Montreal era accompagnato da tanta malinconia ed ero molto triste. Questa volta c’era una ragione in più per esserlo. Il pensiero di Lina occupava la mia mente più che mai. Sprovvisti di telefono, l’unico modo con il quale ci dovevamo tenere in contatto erano le lettere. E come tutti voi sapete le Poste non guardavano mica nei cuori e nei sentimenti della gente. Anche se viaggiavano con una certa lentezza…..almeno arrivavano. Con il passare delle settimane ripresi come sempre la vita normale, lavoro , qualche uscita così con i vecchi amici, ma niente calcio. Anzi Michele essendo anche un mio vicino, congratulandosi per il mio fidanzamento con Lina,mi propose di far ritorno in squadra.:“Joe, Ci parlerò io con il Mister, rientrerai con noi ,anche se dovrai fare un pò di panchina.“Lo ringraziai moltissimo ,gli dissi che non era il caso di rischiare. :“Sai Michele, gli dissi :“Cercherò quando posso, di venire a vedervi giocare.“Si convinse. Ci vedavamo quasi regolarmente al bar oppure in qualche altra parte. Per dovere di cronaca devo parlare anche di alcuni miei cari e intimi amici che pur non essendo coinvolti con me nel calcio direttamente ,ebbero un ruolo più o meno importante nella mia fanciullezza e in gioventù trascorsa al paese. Oltre al calcio i nostri giochi ,erano concentrati nella “Sguiglia“, alla Trottola ,“Rummulu“, e chi ne possedeva qualcuna con carrozze di legno , costruite con un cuscinetto abbastanza grande davanti sotto il manubrio e due più piccoli ai due lati di dietro .Ci mettavamo sopra su di una discesa , e ci facevamo scivolare reggendo il manubrio come se fosse una vera moto. Il mio posto preferito era Via Colla. C’era una “cunetta“ fatta di cemento che partiva dalla casa del Professore Nicoletti e arrivava fino ad un tubino di scarico quasi fino alla curva. Con un ginocchio sopra la tavola, e con l’altro piede spingevo per terra dandoci una leggera spinta, mi facevo trasportare con velocità sostenuta fino in fondo. Non ebbi però molta fortuna con la mia “carrozza“. Un giorno stavo vicino casa mia e mi facevo il mio solito “giro“.Quando ad un tratto mi vidi afferrare di dietro e con con grande sorpresa vidi il mio “veicolo“ nelle mani della guardia del paese. vi ricordate lo zio Enzo Macchione? La nostra cara e vecchia guardia? Fu lui che mi sequestrò il mio giocattolo. Non dissi niente. Rosso in faccia, volevo gridare forte per riaverla. Ma sapete ,la sua personalità ,con quel suo berretto da guardia e la sua “autorità “ me lo impedivano. E poi conosceva anche mio padre.Sembra che fossero cugini lontani per via della mia nonna paterna Mara Francesca Macchione.Dovetti ingoiare quel “furto“. Vedendomi avvilitolo lo zio Enzo mi fa:“Nipote carissimo é pericoloso per te ,se arrivano le automobili,ti potrà succedere qualcosa.“Abbassai gli occhi. Chi avrebbe avuto il coraggio di opporsi e reclamare? Il “Potere“era nelle sue mani.Andai a casa sconsolato e afflitto. SAPEVO QUANTO MI ERA COSTATO… PER PAGARE I CUSCINETTI AI CUGINI ENZO E ROSARIO GENTILE! Era come se mi avessero strappato un pezzo della mia vita e che per disgrazia se ne stesse andando via per non riaverla mai più. Non la rividi più veramente quella mia carrozza! Dovetti accettare la decisione di una guardia municipale ,ma anche da un amico intimo di mio padre. Come tanti altri dispiaceri che si devono accttare nella vita ,passò anche quello. Ma rimase un vuoto nella mia mente di bambino.Quando incontravo zio Enzo l’ istinto mi diceva di no salutarlo più come ero abituato fare prima…..ma poi anche i rancori più forti passano continuai a portargli quel rispetto che si meritava ! Fu in Via Colla che incomincia a farmi altri amici. Ricordo di aver conosciuto per primo Franco Oliverio ,“Piazzetta“.Stava la sovente perché ci abitava la sua cara nonna. Conobbi Peppino Tallerico, adesso farmacista a Savelli, Mentre Il mio cugino Domenico Macchione e Peppino “A SBERRA“ Guarascio (ora mio compare qui a Montreal) possedevano ciascuno una bicicletta , agli inizi con le due “rotelle“ per mantenere l’ equilibrio e poi in seguito ,una volta imparati ,rullavano su due ruote.Con Domenico feci di più. Essendo qualche anno più piccolo di me, gli stavo dietro e lo tenevo dal sellino per non farlo cadere. Un giorno ci trovavamo sotto il Municipio, fu li che (finalmente!) mi fece fare un giro! Mi sentivo il ragazzino più felice del mondo. Era la prima volta che cavalcavo una bicicletta in vita mia!! Comunque senza farglielo capire ,era normale che sentivamo un pò d’invidia di loro. Tra l’altro furono quasi i primi a“motorizzarsi“con biciclette in paese.. Mentre noi ci dovevamo accontentare della carrozza di legno. Li consideravamo un più fortunati di noi.Con Peppino Guarascio facevamo altri giochi. Insieme ad altri ragazzi, ci sfidavamo a chi la faceva andare più lontano.; Lui , vinceva sempre Peppino Guarascio. Forse grazie al latte che beveva ,grazie a suo padre Saverio! Con i tre appena menzionati ho mantenuto una certa amicizia, Domenico ,figlio di una mia cugina carnale Vincenzina non poteva essere altrimenti . Sia Franco che P. Tallerico me li son trovati in quinta elementare con il professore Dino e Peppino Guarascio essendo qui a Montreal con me, lo scelsi nell’83 come padrino al mio secondo figlio Claudio. Franco Oliverio aveva la passione della fotografia. Ricordo che fin da giovanissimo possedeva una Kodak. Fu lui che ci scattò quella foto -formazione alla Fossa Arena nel torneo del 75. Ne scattò moltissime altre ,molto significative e cariche di grande nostalgia.Adesso ne sta pubblicando alcune su Facebook. Straziano solo a vederle. E se poi si riconoscono vecchi amici ,e compaesani che non sono più…allora la scossa é più forte. Avrei voluto incontrare al paese durante le mie numerose visite , alcuni vecchi amici che fecero parte dei miei giochi d’infanzia, come Antonio (Rosario) Mangone. Con lui e con Matteo Piperio formavamo un trio. Quanti due contro uno abbiamo fatto!!Spostatosi a Crotone agli inzi degli anni sessanta ,l’ho rivisto solo nel 75-76 a Cerenzia ,durante una partita di calcio. Ci siamo contattati un paio di volte via E Mail qualche anno fa ,e poi niente. Altri due che non ho più visto da quando ho lasciato la prima volta Castelsilano nel 67 sono Gabriele Tallerico e Gabriele Girimonte Anche con loro ci siamo ritrovati alcuni giorni fa sempre suFacebook. Gabriele Tallerico l’ho avuto solo per pochi mesi con me nella San Paolo a Roma . Con Girimonte c’é stata una vera amicizia.Anche se di qualche anno più giovane di me, ci vedavamo spesso in paese durante le numerose passeggiate d’estate verso le Castagnelle. Ricordo quando partì per Santa Severina ,mi scrisse una cartolina con scritto sopra ,oltre ai saluti :“CIAO POSTO!“ alludeva a quella panchina ,ora tutta arrugginita che sta tra il cimitero vecchio e la Palazzina. Nel 2009 c’era….. non so se la ritroverò ancora la prossima volta. Ho voluto rendere omaggio a ad alcuni dei miei vecchi amici che in un certo modo hanno marcato e hanno fatto parte (e lo fanno ancora!) della mia vita. Nel Maggio del 76 come previsto ero già a Castelsilano per il mio matrimonio.Fissammo la data per il 10 .Tra una commissione e l’altra con grande aiuto della Comari Rita Congi e della cara cugina Teresa foglia ,trovai il tempo per disputare qualche partita al torneo della Madonna della Campagna. Il ricordo del precedente era troppo fresco e non ebbi il coraggio di rifiutare. Non vincemmo niente questa volta. Ma fui lo stesso soddisfatto di aver cavalcato su quel terreno della Fossa Arena (forse per l’ultima volta!?) con alcuni dei miei vecchi amici. Lina ed io ci sposammo appunto quel 10 luglio. molti erano gl’invitati .Tra i più cari Luigi Marasco (muratore) eravamo amici ed entrambi “PALAZZISI“,fui molto contento ad averlo al mio matrimonio, anche se le nostre strade poi si divisero.Luigi moriva tragicamente qualche più tardi in seguito ad un incidente sul lavoro. Non vi dico il dolore e la costernazione che provai, lo stesso che provai con Rosario Rotella.!! E così il 4 Agosto dopo una ricca e indimenticabile Luna di Miele , ritornammo a Montreal. Una nuona vita stava per iniziare per me, altro che pallone!!!. C’era da metter su famiglia . Il calcio aveva fatto il suo tempo, poteva mettersi da parte.!! CONTINUA. Leave a Comment » | Uncategorized | Permalink Pubblicato da castel48

IO E IL CALCIO. CAPIT. SESTO febbraio 4, 2012 Appena sceso dall’aero a Crotone sentii come un sussulto, qualcosa mi diceva che ero quasi arrivato a casa, al mio paesello.Bastava per capirlo ascoltare la gente che parlava con il loro calabrese mentre si affrettava a raggiungere i loro cari oppure presi a ritirare i loro bagagli. Trovai ad attendermi mio padre ,lo zio Rosario Mazzei e Peppino Fazio ,mio cugino,che si trovava anche lui a Castelsilano . Era venuto insieme a sua moglie Genevieve dalla Francia. Non ci vedevamo dal 58 ,quando piccolissimo emigrò in Francia.Fu un felice incontro e molto sentito da entrambi. Ma il vero sussulto lo ebbi quando passato il Bivio incomincia a intravedere le prime case del paese. Ma mano che si avanzava , aumentava l’ emozione .Lungo il tragitto guardavo il verde degli alberi e dei cespugli sia di sopra che di sotto quella strada piena di curve appena asfaltata. I Caprari, le Castagnelle , la Palazzina con la curva di San Leonardo e la La “CURVA“del Cimitero Vecchio . Subito il pensiero mi portò a quelle infinite sfide di calcio fatte con gli amici !Era un susseguirsi di pensieri e ricordi di quel mio passato trascorso al paese. Dopo pochi giorni avevo praticamente rivisto tutti ,i miei cari parenti, gli zii, le zie ,le carissime cugine. Non vi dico il cambiamento che trovai del paese. Tutto mi sembrava più piccolo e le strade mi parevano strette e corte.Un effetto ottico che probabilmente succede a tutti.Incominciai a chiedermi dei miei vecchi amici. Sapevo di Franco Congi che era già a New York ,che Vincenzo Catalano e Giovanni Scalise erano in Alberta ,Canada,Pino Amato sempre fuori del paese.Mentre Matteo Piperio, Maraschino, Pandullo, Lammirati erano intenti a completare i loro studi, chi in medicina chi in letteratura chi in altro. Con tristezza e con forte dispiacere devo parlare di un grande amico che era scomparso qualche anno prima; Rosario Rotella. Mi era giunta la triste notizia della sua prematura scomparsa in Canada. Non mi facevo persuaso.Non potevo spiegarmi perché si doveva morire in così giovane età. Un pezzo di giovane, alto e robusto. Un centravanti alla Boninsegna.Un giorno passando dalla ViaNova , bussai a quella porta chiusa in quel piccolo vico che porta verso la Vinella della zia “Tussella“.Mi aprì sua mamma, avvolta ancora con uno scialle nero ,mi fissò con occhi spalancati e arrossati.Dissi poche parole. Sapeva che Rosario essendo mio coetaneo ,ci eravamo voluto tanto bene, e poi eravamo anche vicini di casa con la sua cara nonna Rosina. Sognavo un incontro di calcio con lui ,Pandullo, Scalise Peppino, Matteo Piperio ,e con tutti gli altri della “FOSSA ARENA!“.Peccato. Non fu possibile. Con passare dei giorni mi ambientai in paese. Incominciavano a rientrare i compaesani che vivevano al Nord e gli studenti dai vari istituti e università.La festa della Madonna della Campagna si stava avvicinando a grandi passi. Qualcuno mi parlò del torneo che avrebbe preso inizio qualche giorno prima. Diedi la mia adesione. Il ginocchio? Dopo un anno di obbligato riposo ,stava bene.Sentivo ancora la voglia di calciare un pallone. Incominciammo l’ eliminazioni.Capitai in una discreta squadretta. Meritano di essere nominati tutti. con l’aiuto di una foto scattata allora dall’amico Franco Oliverio ,“Pîazzetta“, che serbo gelosamente eccovi i componenti di quella squadra.Vincenzo Ambrosio, Peppino Marasco, De Simone. Franco Aquila, Totonno Piccolo, Lamanna ,figlio di Gina. Peppino Segreto e Vincenzo Oliverio era il portiere. Luigi Spina (detto Mirgi) era il DS ,mentre Matteo Piperio faceva l’ allenatore, peccato che non se la sentiva. Avrei voluto immensamente che fosse in squadra con me per ritornare nel passato immersi nei vecchi ricordi di quelle tantissime sfide al Cimitero Vecchio!!)Mi scuso se non ne ho riconosciuto alcuni . Vincemmo la prima partita 4- a 1.Segnai due reti. L’arbitro era il nostro caro amico scomparso SASA! Salvatore si congratulò quando con un forte tiro colpì la traversa e la palla entrò nel sacco. La sera ci ritrovammo al Bar Grimaldi. I commenti erano positivi. Ne ricevetti alcuni. Quelli più lusinghieri furono di Giovanni Dima e di Luigi De Luca, mi conoscevano ,sapevano come giocavo. Prima di emigrare giocavamo insieme. vincemmo altre partite, ci ritrovammo in finale. Nel frattempo ,avevo conosciuto Lina mia moglie, ci eravamo fidanzati. Il compare Giovanni Falbo e sua moglie Rita l’ avevano portata alla Fossa Arena per conoscermi. Me la presentarono dopo una partita vinta. La comari Rita con in braccio il piccolo Luigi Falbo di appena 5 anni , non curandosi che fossi tutto sudato e sporco ,mi fa:“Questa é Lina!“. Accennai ad un lieve sorriso di compiacimento e avanzai l’ ipotesi di rivederla giorni dopo. Adesso Lina ed io siamo felicemente sposati da quasi 36 anni!! Venne il giorno della finale. I nostri avversari erano molto bravi. Ricordo che c’éra Pietro Brisinda ,l’ attuale sindaco, Lorenzo Marasco, Saverio u Paune, l’ Ingegniere ,Giovanni Ambrosio e suo fratello “Bertini“.Sapevo che Lina era con mio padre la sù a vedere la partita, ci tenevo a far bella figura, e poi mio padre non mi aveva mai visto giocare, una ragione in più!.Volevo vincere il Torneo. Con gli spettatori quasi in campo, mi sentivo incoraggiato. Ad un tratto una voce a me molto familiare m’ incoraggiava e mi diceva :“Dai Peppi“. Era Il compianto Luigi Marasco (muratore).Contento di rivedermi dopo lunghi otto anni .Eravamo amici ,coetanei, compagni di scuola, insieme chi sa quanta legna avevamo trasportato per erigere la grande Focara, perché “PALAZZISI“`. Tifava per me e prendeva per la mia squadra.. Ricordo che con una finta superai U Paune, mi batté le mani. Lo stesso fece Vincenzo Cortese (Sareceno) che con lui avevo diviso tempi spensierati e allegri prima di emigrare.. Loro non giocavano al pallone. Segnai anche in quella finale, la vincemmo noi. Felice e contento ,non stavo nella pelle. anche perché il ginocchio no mi fece male. La stessa sera ci fu la premiazione in Via Palazzo. Esattamente dove noi ,tempi indietro erigevamo la nostra Focara. Ricordo che ci fu una serata con dei cantanti. Ci diedero una medaglia ,consegnata da Vincenzo detto l’Ingengniere, la conservo ancora, é tutta sbiadita.Attaccata ad un nastro rosso raffigura una bandiera con un pallone al centro. Un pezzo del mio passato che racchiude tanti ricordi, che non dimenticherò mai .Ci tenevo tantissimo cavalcare quel terreno della Fossa Arena, anche se i compagni non erano più gli stessi. Finì la mia vacanza e il 24 agosto dopo essermi licenziato con tutti ,con gli amici, i parenti ma soprattutto con mia cara Lina ,dovetti lasciare il caro mio paesello .M’ infilai in quello aero che da Crotone mi avrebbe portato a Roma e poi a Montreal. Me portavo tanta malinconia e tanta tristezza. Solo per pochi mesi ..però. Nel maggio dell’anno dopo sarei ritornato per preparare il mio matrimonio con Lina. Ma quanto lunghi sarebbero stati quei nove mesi? CONTINUA. Leave a Comment » | Uncategorized | Permalink Pubblicato da castel48

IO E IL CALCIO CAP. QUINTO febbraio 2, 2012 IO E IL CALCIO CAPIT. QUINTO Quei due gol ai miei ex compagni baresi mi avevano dato una grande carica.Quando succedeva che ne incontravo qualcuno per le vie oppure al piccolo stadio durante le partite della prima squadra di Montreal ,oltre ad un saluto si congratulavano con me ancora. Li ringraziavo e apprezzavo la loro sportività. Nel 72 lavoravo con un certo Antonio Di Florio,una persona anziana, mi propose di trovare altri ragazzi. Lo avevo conosciuto nel lontano 68 quando fu lui ,essendo in cerca di lavoro a propormi di lavorare nella sua fabbrica.: “Giuseppe“, mi disse. “ La mia Associazione Sanpietrese ha intenzione di allestire una squadretta di calcio a livello dilettanti, so che tu ti dai da fare ,porta alcuni dei tuoi amici, quelli tra i più bravi, il comitato ed io vogliamo creare la Sampietrese.!`Lo feci felice. Dopo poche settimane un dozzina dei miei vecchi amici ed io eravamo già su un terreno per allenarci. Naturalmente di sera ,dopo il lavoro.Si aggregarono altri giocatori che io non conoscevo compreso il signor Capocelli ,che in seguito ne diventerà allenatore. Il nome della squadra fu dato per ricordare il paese d’origine del Di Florio e dei membri del consiglio ; San Pietro In Fine , in provincia di Caserta, non lontano da Cassino. Naturalmente dovetti lasciare l’altra squadra quella del signor De Lauri ,il pizzaiolo.(ancora adesso mi ricorda di quei due gol segnati ai baresi!!) L’ Elio Blue. I Sampietresi ,avevo messo su un’ottima Associazione, attiva ,dinamica con gente che veramente voleva lavorare. I programmi erano molto vari. Dalle feste – banchetto con elizione di Miss San Pietrese ,alle gite d’estate ai laghi e cosa più importante rilasciavano borse di studio ai figli originari di San Pietro In Fine che frequentavano le scuole monrealesi. Tra gli amici più intimi, conobbi oltre a Vito Parisi, Domenico Mastrantuono, ToninoPengue, un certo Michele Di Viccaro,veniva da Scauli, provincia Latina.Eravamo persino vicini di casa.Un tipo alto,magro, capelli lunghi . Interista pure laine, amava farsi chiamare “Bonimba“ ,un omaggio al suo idolo Boninsegna. Il primo anno fu di transizione. con l’arrivo dell’inverno eravamo costretti a fermarci. Ma non del tutto. Nel Gennaio 74 trovarono una palestra, lo YMCA ,non era lontana da casa nostra. A piedi , di sera e con il termometro sotto zero di molto andavamo ad allenarci.Con Michele ,oltre essere nella stessa squadra ,ci dividevamo anche il weekend e delle serate nel vicino Bar di Luciano. Amici in tutto. Anzi lui fece di meglio, le figlie dei membri della Sanpietresevenivano ad assistere alle partite.Ne conobbe una di nome Chaty, dopo qualche anno se la pure sposò. In aprile dello stesso anno incominciò il vero campionato. L’ultima neve si era appena sciolta e i terreni ero abbastanza agibili.Sfilarono i calendari e con sorpresa notammo che la prima partita si disputava in casa contro i Falcons. Chi erano questi “Falcons?“ Come in ogni associazione ,consigli e consiglietti, c’é sempre qualcuno che non condivide le opinioni dell’altro.E così alcuni Sanpietresi ,facenti parte del vecchio comitato, si separarono e diedero fuoco alle polveri ,si fa per dire, fondando un’altra Associazione e di conseguenza un’altra squadra di calcio, per giunta nello stesso girone. Venne il giorno dello scontro, si era creata una situazione da Derby.Pioveva quel pomeriggio del primo maggio 74. Ci recammo al parco Villeray .Tutto ero pronto . Michele centravanti ,io ala sinistra, Parisi da regista ( quanto mi ricordava MatteoPiperio!!)e Domenico stopper, una diga. Il primo tempo fini 0-0. Verso la mezzora del secondo segnò un peruviano, 1-0 per noi. Quelli dei Falcons si annichilirono. Ci stavavamo avviando praticamente alla fine,quando ricevetti un bel passaggio da Michele , mi avventurai sul pallone. Arrivando un attimo di ritardo del portiere non potei evitare l’ impatto. Conclusione , il portiere avversario pur di parare mi rovinò addosso e mi colpì il mio ginocchio sinistro con il suo capo . Lui si rialzò quasi subito mentre io dovetti uscire . Entrai poco dopo per restare sull’ala perché sentivo già il ginocchio che mi faceva male. Finì la partita. Tutti saltavano di gioia .Soprattutto i dirigenti(nostri). Avevano vinto non solo la prima partita, ma avevo sconfitto i “RIVALI FALCONS“.Scene che si ripetono e si ripeteranno finché`esiste il calcio! La sera decidemmo di andare al cinema, contenti e felici, non c’era miglior modo come festeggiare quella splendida vittoria. Mentre seduto mi gustavo il film ,incominciai a sentir più male al ginocchio. Era come se il pantalone si stesse restringendo ed ero obbligato a stendere la gamba. All’uscita lo dissi a Michele:“mettici del ghiaccio appena arriva a casa“,Mi disse. Prendemmo l’ autobus e arrivati vicino casa ,ci salutammo. Entrai senza far notare niente sia a mia mamma che a mio padre. Fingendo di star bene andai pure a lavorare il giorno dop . Non vedendo dei cambiamenti, decisi di andare all’ospedale. Risultato menisco lesionato!! “Fricate Peppi“, mi son detto. Non mi aspettavo una cosa del genere. Quella tegola non ci voleva. Avevo una squadra, avevo dei compagni amici, avevo 26 anni, no.. questo non l’ avrei mai accettato. Lo vennero a sapere i miei genitori. La mamma mi esortava a lasciar stare “Stu pallune“, mentre mio padre fece di più. :“Chi ne te pagari moni ,e si tu rumpie e ru tuttu u iunuccio?, Mo c’é lassi stare!“ Dovetti obbedire, mi rassegnai. Avvisai la squadra,e incomincia a disertare gli allenamenti. Michele ne fu molto rattizzato.Restammo amici e ancor di più. Quando potevo ,andavo a vederli giocare. Mi sentivo male. Vedere gli altri correre dietro quel pallone ,mentre io seduto, triste e scoraggiato mi cullavo nella malinconia ,li guardavo. Finalmente capi che i miei genitori avevano ragione :“É meglio guarire prima, così potrò inseguito riprendere a giocare!! L’inverno del 74 -75 fu lungo. Il 17 gennaio moriva pure lo zio Vincenzo Fazio, in casa c’ era molta tristezza.Un bel giorno mentre lavoravo mi venne un idea geniale. e mi dissi:“Perché non ritorni al paese? ,Sono ben otto anni che ci manchi,“ Luglio arrivò ben presto. Nel frattempo mio padre aveva deciso di ritornarci anche lui , era partito qualche mese prima. E così il 7 Luglio del 75 Un boing dell’Alitalia mi aspettava per portarmi in italia. In seguito a quel viaggio in Italia qualcosa sarebbe cambiato nella mia vita. CONTINUA. Leave a Co

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