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IL SEMINARIO, ....seconda parte.

IL SEMINARIO ….E IL SUO IMPATTO, Seconda Parte.

“Tutto scuola ,Apostolato e chiesa”, con queste tre parole conclusi la prima parte. Le ferree regole del Collegio non tardarono a mettere in “riga” anche a me. Fui inserito in una classe di almeno una quindicina di ragazzi. Una specie di “preparatoria” che terminava pochi giorni prima del Natale.Quelli più “preparati” passarono il “test” e vennero ammessi alla Prima Media, mentre io ed altri fummo “fermati” ,costretti almeno fino a giugno a continuare in quella classe detta (“Preparatoria”).

Non ci fu nessuna sorpresa da parte mia , conoscendo la mia poca applicazione alla scuola , mi rassegnai e continuai per quella strada,unica e percorribile che se tutto sarebbe andato per il meglio ,avrei riacciuffato la Prima Media , anche perché la “frenata” sarebbe stata per me “salutare”

Avrei capito l’importanza della scuola, ne avrei riacquistato quella voglia necessaria che mi avrebbe fatto “sentire ed essere” come tutti gli altri.

Punto dall’orgoglio di ben figurare nei confronti dei tanti compagni sardi, ciociari ,e molti veneti, chinai come si suol dire il capo sui libri e mi scrollai di dosso quella maledetta antipatia verso la scuola. Persino mio padre quando per Natale venne a farmi visita insieme ad altri compaesani se ne accorse!.

Tornando dalla Svizzera per la tregua invernale spinto dalla curiosità di vedere il suo proprio figlio in Seminario ,non l’avrebbe mai immaginato conoscendo il mio carattere irrequieto, ‘cazzillusu”,e svogliato ,che un giorno per me si sarebbero aperte le porte di un Istituto Religioso.

Ci credette quando mi strinse tra le sue braccia. Ci credette quando alle sue domande fatte nel nostro dialetto gli rispondevo in un discreto italiano. Lo capivo dalla maniera con cui mi guardava, sicuramente orgoglioso e felice in cuor suo. Certamente già immaginava di vedere un giorno non lontano un figlio “istruito”

Per l’occasione mi volle fare un regalo. Mi porto’ un orologio di marca Tissot dalla terra che gli dava lavoro !.Lascio a voi immaginare la mia felicità. Quando ci lasciammo ,ci abbracciammo. Abbracciai anche i suoi cari compagni , che vollero accompagnarlo ,Gabriele Aquila ‘Bucciglia”‘ e il cugino Giuseppe Cortese.( Caiuzzu)

Sia zio Gabriele che Giuseppe nel corso degli anni mi ricorderanno quella indimenticabile visita,e di aver rivisto e ritrovato in quel giorno un adolescente trasformato.

Restava da migliorare molto la mia grammatica ,i moltissimi verbi mal coniugati ,usati malissimo con i quali facevo acqua dappertutto . Ma non mi scoraggiavo. :”Apprenderò, parlerò ben presto , come gli amici veneti, i sardi , ma soprattutto come il nostro caro Maestro Don Attilio Malachini ;un faro, un esempio in tutto!”

i Paolini oltre a farci studiare i ragazzi ,essendo dei Missionari si dedicavano alla stampa. A pochi metri dal nostro dormitorio e dai nostri locali di studio ,c’era un fabbricato allestito con tutte le sue regole per stampare giornali, giornaletti e soprattutto libri di ogni genere, Vangeli e Bibbie .

Il loro intento era di raggiungere la gente tramite la stampa. Il cosiddetto “APOSTOLATO”, diffondere la Parola di Dio nelle case e nelle coscienze di ciascun credente. ( Si fa tutt’ora,si stampano il Giornalino, il Cooperatore Paolino e soprattutto ad Alba si stampa la famosissima “FAMIGLIA CRISTIANA!)

I ragazzi presenti nell’Istituto venivano divisi in quattro gruppi. Apostolini, Discepolini che avrebbero seguito la strada per diventare Frati, mentre gli Immacolatini e Maggiorini quella per diventare Prete, con diritto di dire la Messa ed eventualmente diventare Missionari nel mondo. Io fui inserito dagli inizi negli Immacolatini.

Nel 1977 troverò’ qui a Montreal tre dei miei ex compagni , Ignazio Cau ,un sardo ,Pietro Catalano ,cosentino e Egidio Collicelli Veneto, avuti come compagni appunto a Roma nei primi anni sessanta. Furono mandati qui a Montreal per svolgere la loro Missione. Pietro Catalano é ancora qui sul Boul. Bourassa! (Pie IX) ,gli altri due sono in Francia. ,MEDIAS PAUL. Quante cose bellissime che ci riserva la vita!

Tutti insieme formavamo un ottima prospettiva di mano d’opera! Ciascun gruppo a turno aveva il suo compito. A ciascun ragazzo veniva assegnato un “lavoro”. Tre ore al giorno che sarebbero servite a contribuire ai fini che i nostri cari Preti si prefiggevano.: Diffondere la Parola di Dio tramite la Stampa.! Idea nata dal fondatore della congregazione,l’ormai Beatificato Don Giacomo Alberione.

Alcuni erano molto impegnativi, come la tipografia,la legatoria, la Brossura, le impaginazioni grafiche, la preparazione delle lastre di stampa , ecc..ecc. A me tocco’ di occuparmi insieme ad altri e ad un capo-reparto del deposito libri. Il mio compito era quello di piazzare ogni collana sulla propria scansia, conoscerne i titoli di ogni volume e il tipo di Bibbia e Vangelo stampato . Cosa utilissima per eventuali spedizioni in ogni parte d’Italia secondo la comanda ricevuta.

Forniti anche di un vero e proprio ufficio postale ,ne impacchettavo il tutto, lo affrancavo secondo le regole delle Poste Italiane ,mentre altri si sarebbero interessati alla spedizione nel vasto territorio .

Confesso di aver avuto in seguito la grande passione della lettura, rimanendo tutti i giorni in mezzo a quei libri. Ne prendevo uno ogni tanto e me lo leggevo in periodi pausa, oppure di mattina presto di nascosto dell’Assistente sotto le lenzuola. Erano libri di avventura di autori francesi e italiani.

Ricordo che la San Paolo fece incidere un disco su un discorso storico fatto da Papa Giovanni , Angelo Giuseppe Roncalli, il Papa Buono! , dove al termine del suo discorso si indirizzava ai genitori presenti in Piazza San Pietro con queste sante parole:” Quando sarete a casa e trovate i vostri bambini, fategli una carezza, e dite loro che questa É LA CAREZZA DEL PAPA!!”

Piango commosso ancora adesso. Quel disco fu spedito in tutta Italia ,sarebbero state migliaia di copie. Era un omaggio agli abbonati del settimanale stampato appunto nella San Paolo; “ORIZZONTI”

La parola “APOSTOLATO” era per noi un impegno verso Dio, preso con serietà come una preghiera e venivamo giudicati anche nel modo con il quale lo affrontavamo!. Donando quelle tre ore giornaliere contribuivamo anche noi a diffondere la Parola di Dio tra la gente.

Peppino Fazio.

Fine seconda parte.





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