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IL RIAVVOLGERE QUEL NASTRO

Updated: Feb 1, 2022

Ne abbiamo visto e vissute tante che non potete nemmeno immaginare, ma sappiamo di certo che ci appartengono, e per sempre sono nostre! . "FRAMMENTI E SDPEZZONI " di vita che sempre anche con il passere del tempo ci convinciamo e gioiamo solo al pensiero che siano veramente accadute. LA NOSTRA MENTE ne riavvolge quel nastro e c'e' lo consegna per dirci :" Ecco E' tutto vostro!" /////////////////////////////////////////// La mente vola al nostro paesello, e basta una fiammella che scoppietta per rivivere quei momenti felici accanto a quel focolare acceso, con i nonni seduti ai lati e raccontarci quelle storie antiche. I loro sacrifici, e magari il nonno Gaetano ,mentre fuma tranquillo il suo sigaro, e di tanto in tanto ,manda giù un sorsetto di un buon vino fatto con le sue proprie mani , si cimenta a raccontare episodi del tempo trascorso in guerra. Mancava meno di una settimana per la nostra partenza, ne approfittammo per fare le nostre ultime passeggiate mattutine. Il nostro tragitto preferito era sempre quello : andare verso la Chiusa e naturalmente verso Monte di Sckiavo per poi continuare verso la Serra e girare e prendere la strada rotabile partendo dal Bivio. Essendo presto , sentivamo penetrare nei polmoni quell’aria fresca e fine. Diversa dalla nostra. Per riposarci ci fermavamo ad un ciglio di strada respiravamo a pieni polmoni tanta di quella aria quasi da farli scoppiare . Qualche giorno dopo sarebbe stata tutta un’altra cosa. Gli occhi si spostavano ovunque, ne ammiravamo in tutta la sua bellezza quella vegetazione . I pini ,i castagni, le ginestre ancora fiorite. Non resistevamo ad assaggiare delle more di rovo selvatico che si presentavano davanti a noi ai bordi della strada sterrata. Essendo soli i nostri discorsi coinvolgevano un po’ il nostro passato, il nostro incontro. Le nostre prime parole. Il nostro primo bacio” rubato” alle spalle della cognata vigilante, ma non troppo in certi frammenti. La paura dei suoceri , :”Chi sa se la sposerà” Il rispetto verso di loro. Rassicurarli con gli occhi che tutto sarebbe andato bene. La loro figlia sarebbe diventata ”LA MIA MOGLIE” . Le lettere scritte. Quello aereo che ci portava via. La partenza per la prima volta. Il distacco dolente dai propri cari. La lunga permanenza prima di far ritorno. La grande gioia provata per averli riabbracciati .E poi ancora un’altro distacco. La venuta dei figli. Persino la nascita dei nipotini che hanno portato gioia e amore nella famiglia. Tutto ciò’ apparteneva ai nostri discorsi. Ecco La campagna è bella perché è campagna. Una strada di campagna sterrata è mille volte più bella e poetica di una pratica ma prosaica strada asfaltata. Essere li significava per noi trovare qualcosa di differente dalla città. Anche perché lontani da rumori , da occhi indiscreti certe cose si sentono e si hanno il bisogno di raccontare., perché non ci capitava spesso di raccontarci il nostro passato!





Peppino Fazio.


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