IL NATALE (QUELLO DI UNA VOLTA!)
Il Natale é qualcosa di nostalgico che ci rende grandemente felici , perché arriva con la puntualità di sempre ,ma allo stesso tempo ci rende tristi non solo per la sua breve durata, ma perché ci riporta indietro ai ricordi , a persone care ,a tempi e luoghi che non rivedremo e che non riavremo mai più.
Almeno per noi niente É più vero. Opinioni strettamente personali.
Ai nostri tempi era una doppia Festa per noi cresciuti e venuti da famiglie che vivevano cosi' cosi'. Il dopo guerra aveva lasciato il segno. Molti arrancavano,i paesini incominciavano a sfollarsi, le porte dell'emigrazione era state aperte . Numerosi capi famiglia purtroppo a malincuore si staccavano dal petto dei loro cari per avventurarsi in terre lontanissime per un futuro migliore .
Le povere donne e mamme di famiglie si trovarono sole con figli da allevare e neonati da allattare. Ma nonostante tutto ciò' la venuta del Santo Natale era atteso con trepidazione, come qualcosa che avrebbe portato nelle loro case amore e felicità. La preparazione dei tanti dolci natalizi già dava un senso di gioia. L'odore molto piacevole della legna che ardeva in un fuoco copioso emanava calore fisico , ma soprattutto quello umano.
Con nostro padre sempre fuori ,mia mamma con la nonna Luisa e le zie Rosinella e Franceschina ,formavano una sorta di "associazione". Una volta preparato il tutto trasportavano su apposite "cannizze" in testa le "pitte mpugliate" al forno più vicino ,oppure alla Chiusa.
A fianco della Casella esisteva un forno tutto fare, dove venivano infornati durante l'anno un po di tutto, dai peperoni ,agli mostaccioli e durante le Feste anche i vari dolci natalizi. Per le frasche e la legna secca ci pensava zio Rosario che con zia Carolina Cortese , ne trasportavano dalla vicinissima campagna a gran quantità .
Non ci facevano mancare niente. Vedere quella tavola cosi' piena di ogni ben di Dio in quell'unica stanza illuminata da una pallida luce che veniva da fuori ,che d'inverno diventava tanto opaca da non notare niente, e solo dalle fiamme del fuoco , mentre di notte fonda da lanterne ad olio, quella vista ci riempiva il cuore di gioia.
Quasi si faceva a gara con le sorelle Luisa e Isabella per chi potesse accaparrarsi tanti di quei dolci.
La mamma di nascosto ci preparava altro. Dai mandarini ai famosi torroncini ,vi ricordate quelli con la mandorla dentro che li vendeva il Bar di Gabriele Piperio? Una delizia.
Tutto ciò' ed altro hanno caratterizzato quei Natali "SOLI" ,senza un papà vicino, senza TV ( chi c'è l'aveva?) e ancora senza luce elettrica.
Solo all'età di sei ,sette anni quando i maestri ci facevano scrivere la letterina di Natale ai genitori, su quel doppio foglio raffigurante il Presepe ,Gesù Bambino, la Madonna ,San Giuseppe e una grande Stella che illuminava il tutto. Scrivevamo con lettere grandi quanto una casa gli auguri di BUON NATALE ai cari genitori.
Non ricordiamo di averla messa la prima volta sotto il piatto,ma ricordiamo la nostra mamma asciugarsi le lacrime con un fazzoletto bianco. Sicuramente era triste di vedersi un'altro Natale con il suo sposo lontano nello sconfinato Canada.
Essendo i nonni difronte casa nostra ,la mamma ci portava ,facendoci attraversare la strada a baciare la loro mano. Un altro gesto che oggi non si ripete più.
Questo é stato il nostro Natale, quello dei primissimi anni, quello che ci torna più in mente, quello che non ci scorderemo mai, quello dove senza tecnologia alcuna ci rendeva tanto felici, perché eravamo padroni di niente,solo l'affetto ,il calore ,l'amore della mamma , delle zie e zii e dai cari nonni.
E perché no, anche di quel gattino che ci saliva sulle ginocchia per ottenere qualcosa, quello che faceva finta di andare a dormine in prima serata nella legna accanto al focolare ,invece a tarda notte per la nostra gioia s'infilava sotto le coperte per trascorrere il resto della notte insieme a noi.
TUTTO CIO' NON TORNERÀ MAI PIÙ !
Peppino Fazio.
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