Come in tutte le congregazioni e gli Istituti Religiosi , la persona di un adolescente viene marcata da svariati mutamenti.
La vita intrapresa per pura scelta in Seminario ,lontana dal mondo esterno con il suo ritmo frenetico, non era dato a sapere al seminarista.
Televisione, giornaletti, canzoni ,canzonette ,per dirla in sola parola la mondanità non era fatta per chi un giorno volendolo si professasse di intraprendere la lunga ,sacrificata strada da Prete!
L’esterno sebbene fosse accettato da molti ,per alcuni diventava un calvario. Con IL CRESCERE DEGLI ANNI altri fattori si manifestavano.Abbandonata la fanciullezza ,quel “fanciullo” cominciava a diventare un ragazzo.
I quattordici e quindici anni erano i più terribili. A questa etàciascuno avrebbe notato il proprio mutamento con conseguenze poco piacevoli nel vedersi nascere contrasti.,ma felici anche perché si stava diventando degli “UOMINI!!”
” Lo faccio ..non lo faccio!!. Ma perché mi succede questo?.: ” É peccato! Dicono i preti.” Una vera battaglia avveniva nella psiche di ciascuno di noi.Un giorno chiesi al mio confessore che poi era anche il mio maestro di latino.:” Padre ,perché mi succede questo….:” Stai diventando UOMO figliolo!”
Quando ritornavamo dal boschetto per la solita gita d’estate, oppure si viaggiava in Autobus per andare nelle varie Basiliche ,compresa quella di San Pietro e di San Paolo,alcuni tonavamo un po’ “turbati”.
Quel mondo esterno con la sua gente ,quelle panchine occupate da giovani coppie,attiravano i nostri sguardi, pur non volendo eravamo tentati di farlo.!Da qui tutti i contrasti e le controversie a cui il povero ragazzo Seminarista doveva far fronte.Chi non resisteva lasciava molto prima ,altri come me resisteranno almeno per quattro anni! Quelli mostratesi forti agli inizi avrebbero ceduto poco dopo la Vestizione, oppure durante il Noviziato. Pochi erano quelli che dopo lo studio della Teologia venivano ordinati Sacerdoti.
Ne parlai a Don Malachini ,il nostro Maestro e senza scomporsi mi porse un libricino talmente piccolo che si poteva mettere in un taschino di camicia. :” Leggiti questo,ma non farlo vedere a nessuno dei tuoi compagni”.Gli obbedi. Lo lessi di nascosto. Appresi molte cose.Mi fu utile.
Alla soglia dei quindici anni qualche barriera era stata abbattuta almeno per me. Ero più sereno, tanto che Cutruzzolà con molta confidenza mi chiese in un vero e puro dialetto catanzarese, era di Santa Caterina dello Ionio;” Fazio….ma tu…? Gli risposi con un sorriso, e fini’ la!!
Nel luglio del 2018 incontrai nella San Paolo di Via Alessandro Severo dopo 55 anni Don Malachini ,era a letto curvato sotto i suoi 85 anni.Lo abbracciai, gli ricordai di quel libricino, e mi rispose. : “Se ti fu utile ,ne sono immensamente felice!” .Gli risposi di si, stringendogli ancora di più quelle sue grandi mani!!
Oltre ad Amendola incontrai qui a Montreal con grande mia sorpresa un ‘altro vecchio compagno della San Paolo. Andavo spessissimo negli anni 90 in un Bar della Piccola Italia a guardare le partite di calcio.L’addetto al servizio della clientela era un ragazzotto ,molto robusto ,avrebbe avuto forse la mia stessa età.Passarono molti mesi prima che mi accorgessi chi realmente fosse quell’uomo tutto fare.
Un giorno mentre ci serviva il solito caffè incrociai il suo sguardo in un modo diverso di tante altre volte.Il suo lungo viso pieno di lenticchie ,il suo fisico di una volta ,snello e magro ,una capigliatura folta con i capelli color rossastro, con movimenti e atteggiamenti “diversi” da un normale uomo abbagliarono non solo i miei occhi ma soprattutto aprirono la mia mente!
Non resistetti alla tentazione e gli chiesi:” Cristian ,sei lucano, sei un ex seminarista,sei stato nella San Paolo ,anni 61-63 ? ” Esterrefatto e sorpreso di quel mio “interrogatorio” mi fa:” Fazio ma tu chi sei per sapere queste cose?”:”
“Tu sei Cristiano Guerino un ex Immacolatino come me,siamo stati insieme a Roma nella Pia Società San Paolo!Non voleva credere ai suoi occhi e a quello che gli era stato appena detto, e con un cenno del capo affermo’ i miei dubbi.
Forse sorpreso e rattristato perché gli avevo appena fatto ricordare un brutto passato che certamente non avrebbe voluto farlo,perché ormai “sepolto ” per lui chi sa da quanti anni!
Guerino fin d’allora mostrava segni e gesti come detto sopra “diversi’. Sebbene noi altri lo capissimo ,non gli davamo nessun peso ,nessuna discriminazione nei suoi confronti . Era un ragazzo “simile” a noi e rispettavamo la sua persona.Purtroppo non ho mai saputo perché lascio’ presto il Seminario.Un altro caso che la vita mi doveva riservare.
Sono anni che non vedo più Cristian,sarà sempre qui a Montreal. Vorrei tanto rivederlo.Il suo viso esile e pieno di lenticchie mi era rimasto nella memoria!
Se con Guerino fummo tutti comprensivi e solidari, i Superiori non lo furono con altri che ,additati come quei “DUE” .Misure drastiche venivano prese nei loro confronti.Questa volta preferisco non fare i nomi. Li chiamerò’ solo “QUEI DUE”.Purtroppo per loro quel “IMPATTO” non fu benevole. Mi spiego.
Non scopro mica l’acqua calda se vi dirò’ che purtroppo negli Istituti Religiosi anche ai nostri tempi esistesse dell’omosessualità .
I nostri due amici sempre appartati,sia durante le varie ricreazioni ,che a passeggio nei vicini boschetti.Il rumorio degli altri compagni arrivarono alle orecchie dei superiori e non tardarono a prendere drastiche decisioni .C’era un immediato allontanamento degli interessati.
La ferrea legge dei Seminari non avrebbe risparmiato nessuno.Ma a chi dare la colpa? I tabù restavano tali. La mancanza di educazione della materia era un problema grande quanto una casa.
Le ” cosiddette vittime” quasi incoscientemente si “trovavano” coinvolti in queste delicate situazioni e “attratti” da un amico dello stesso sesso ne ampliavano e rafforzavano i rapporti.
Nasceva cosi’ una omosessualità tra loro ,che in molti casi poi l’avrebbero continuata ,anche con diversi “partner” nel resto della loro vita.Siamo d’accordo oggi all’insegnamento sessuale che si ha nelle scuole. I ragazzi ,vengono preparati e vengono istruiti nella materia,hanno la facoltà di scegliere . A ciascuno poi la propria scelta indipendentemente dalla loro natura.
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