Stracolmi come non mai di passeggeri , quei treni anni 50 -60 che salivano verso il Nord provenienti da Messina e da Reggio Calabria ,passando da Roccella Ionica, erano quasi sempre in ritardo.
Quello preso da me in quel quattro ottobre del 61 partendo da Crotone si agganciavo ed era gia' stracolmo. Il SUD intero si spostava . Dalla Sicilia e dalla Calabria intere famiglie con qualche indumento e tanti sogni racchiusi in quelle valige di cartone legate con il nostalgico spago ,andavano alla ricerca della terra promessa .
Una città, una casa ( forse anche un sotto scala!) che li avrebbe ospitati! Avevano detto "ADDIO" al loro caro paesello ,scenario desolante, triste . :" Chi sa quando ci faremo ritorno!" Si domandavano.
Chiudevano quelle finestre, quella porta. Chi sa per quanto tempo quelle case sarebbero rimaste chiuse!
Le vie erano troppo silenziose. Sembrava che piangessero pure insieme a loro. Tutto era buio, anche perche' non esistevano ancora lampioni in quelle "tetre" "Vinelle" .
Ma c'era un saluto dei piu' cari che restavano, aspettavano che quella macchina di noleggio gia' con il motore acceso lasciasse quel posto. Nascondevano le lacrime con una mano facendo finta di strofinarsi gli occhi.
Quelli che partivano si guardavano intorno per dare forse l'ultimo sguardo in quel tanto caro tratto di strada. Non l'avrebbero mai voluto fare! Ma ormai tutto era deciso. Salirono in quella macchina gia' in moto da tanto tempo.
Domenico Speziale ,Ardente (Spina), e Rosarino Tallerico , in circostanze diverse saranno i testimoni di tanti distacchi . Saliti in macchina quasi nascosti nel sedile posteriore ne approfittavano per asciugarsi anche loro quelle amare lacrime.
Rimaneva la malinconia e la tristezza di chi non partiva , mentre chi lasciava tirava forse un forte respiro e immaginava gia' un futuro migliore!
Presi pure uno di quei affollati treni . Mi recavo in Seminario, in quel di Roma.
Confuso in quella gente vestita di nero, uomini e donne. Con spintoni ciascuno cercava i propri familiari. I piu' piccoli erano quasi legati alle gonne delle mamme.
Una volta avviati e preso posto, si notava una certa calma. Faceva caldo, sebbene fossimo in ottobre. Mi trovavo in una cuccetta di seconda classe stracolma fino al soffitto. Rimasi sorpreso di vedere una mamma allattare il suo neonato, senza timore alcuno e senza scomporsi.
Ero testimone di quelle storiche "Evasioni".Se per me si stavano aprendo le porte dell' istruzione , per quella moltitudine si sarebbero aperte le porte per un futuro migliore,
e un avvenire per quei bambini dai calzoni sulle ginocchia e da quei visi spaventati semicoperti da grandi cappelli .
Silenziosi, ma con il rumore assordante del martello che instancabilmente batteva di continuo sulle ferraie, era Impossibile dormire .
I miei occhi erano sempre rivolti a quel neonato, appena finito di divorare la mammella della madre, si era addormentato non curante del frastuono delle rotaie.
Chi sa cosa avrebbe sognato quel bambino...ammesso che lo facesse. Forse si sarebbe visto gia' giovanotto nelle vie di Milano, Torino, Bologna con a fianco una ragazza a passeggiare, magari originaria del sud come lui!! Ed io??
Al mio futuro non ci pensavo. Sapevo che sarei entrato in un Seminario per studiare, da li a immaginare che sarei potuto diventare Prete , non ne avevo una minima idea .
La mia missione era quella di studiare e preparami per un ottimo avvenire.
Ripresi ancora quel treno ,sempre da Crotone sei anni dopo , questa volta per emigrare in Canada. Emigravo pure io in quel 4 agosto del 67 . Succedeva anche a me quello che successe a quella moltitudine di gente , a tutti quei bambini ,ma soprattutto succedeva anche a me quello che successe a quel neo nato che incurante di quel frastuono delle ferraie ,sognava un radioso avvenire .
Per moltissimi anni quelle scene si ripetevano agli occhi di tanti .Erano i cari e nostalgici treni .
Erano i TRENI DEL SUD!!!
Peppino Fazio.
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