5O ANNI DELLA MARATONA
novembre 20, 2019
Le abbiamo ascoltate e vissute tutte queste cinquanta Maratone organizzate dalla C F M B in collaborazione con la comunità italiana di Montreal !
Le abbiamo viste crescere anno per anno. Ci siamo invecchiati insieme ad esse.
Festeggiare i CINQUANTANNI di qualcosa da sensazioni più uniche che rare.
Ed é quello che stiamo provando in questi giorni.Essere presenti a questa storica data ,dopo averla accompagnata in tutti questi lunghissimi anni lascia una gioia immensa.
Erano appena trascorsi due anni dalla nostra entrata in Canada ( 4 Agosto 67!) ,e tutto quello che coinvolgeva la nostra comunità sembrava che ci appartenesse.
Ne seguivamo ogni attività, ascoltavamo ogni programma alla radio. I Notiziari con i suoi famosi “LANCI RADIO” .Lo sport, per primo il calcio.
Naturalmente anche LA MARATONA DI NATALE ci teneva inchiodati su un divano in quei pomeriggi domenicali dalle 17 alle 21
Grazie a numerose telefoniste che prendevano e registravano le mille e più offerte fatte dai nostri connazionali, lette in onda poi dai vari presentatori di turno.
Ricordiamo con piacere la coppia Graziella e Augusto Tommasini. Rudy Marcolini, Mario De Filippo e per finire con la Ivana Bombardieri e Nino Di Stefano.
Le loro voci annunciavano e leggevano ciascun nome con le appropriate offerte, come per esempio quelle tanto commoventi .:” I FRATELLINI FRANCESCO E CLAUDIO HANNO ROTTO IL LORO SALVADANAIO E OFFRONO $5 !
$2 DOLLARI DALLA SIGNORA Luisa”” Ecc. ecc.
Era un’instancabile lettura di centinai di nomi e cognomi per il più lungo e il più bel pomeriggio di quell’inverno Pre- Natalizio.!
Ricordo ,credo che fossimo nei primi anni settanta
Quella volta negli studi della CFMB c’era il compianto
Augusto Tommasini. Ad un certo punto,per stimolare le
chiamate si rivolse a noi tifosi di calcio dicendoci.: “Se volete dietro la vostra offerta potete aggiungerci una bella frase nei confronti della vostra squadra di calcio.
Allora andava forte il MIO CATANZARO con il suo goleador Massimo Palanca. Fatta la mia offerta ,feci scrivere alla ragazza questa testuale frase.
” AL CATANZARO LA VITTORIA NON MANCA FINCHÉ AVRÀ PALANCA!!”
Pochi minuti dopo ascoltai la frase in onda letta dal signor Tommasini. Ne rimasi commosso e allo stesso tempo orgoglioso per aver sentito il nome del MIO CATANZARO” .
Piccole cose ,ma che a quei tempi ci rendevano tanto felici .
Con gli anni poi ci furono i tantissimi collegamenti con le varie Parrocchie dove richiedevano molti collaboratori.
Era una corsa all’ultimo $ (dollaro) . Orgogliosi tutti ne davano a fine serata il loro montante raccolto.
Carichi di tanta nostalgia ,abbiamo voluto riportare tutto ciò perché siamo stati trasportati anche da questi vecchi e felici ricordi.
É bello vivere il nostro presente, ma ricordare il passato é come alimentare la nostra memoria con una eterna vitamina!!
Grazie di esistere cara C F M B !!
GIUSEPPE FAZIO.
novembre 5, 2019 UN PO’ DI ME STESSO ( nel mio compleanno.) Quel 3 novembre del 1948 mi vedeva nascere, mia mamma come tutte le altre di quei tempi partorì in casa con l’aiuto naturalmente dell ‘ostetrica. Senza alcuna complicazione mi misero in “fasce”,ben avvolto in una specie d’ “imbuto” . Altra abitudine di quei tempi. Allora era una cosa normalissima. Oggi queste abitudini sono in disuso. Il corpo del bambino ha bisogno di respirare, le sue gambette devono essere “libere” per allungarle e abituarle ai naturali movimenti. Mi diedero il nome Giuseppe” ,tradotto poi in “Peppino”. Allora era un obbligo quasi dare il nome del padre del padre del bambino. Mio padre non si scanso’ dalla “regola”. Mi chiamo’ Giuseppe come il suo. Nella famiglia dei “SCIUALI’ altri due Giuseppe mi fecero compagnia. Immaginate la gioia di nonno Giuseppe Fazio,tre nipoti ,tre Giuseppe! Bingo!!! Sono nato e cresciuto in una zona molto abitata. Altri bambini nati in quel periodo spopolavano alla “VIANOVA”, formavamo un bel gruppetto. Peppino Marino (emigrerà in Canada nel 56) I due Luigi Mangone,, entrambi in Colombia Britannica ,Nicola e Vincenzo Cortese , Rosa Tallerico ,purtroppo oggi defunta, ed altri. Ebbi la fortuna di frequentare l’Asilo, quello ormai tristemente chiuso da anni. Forse tre generazioni di bambini passammo da li, ma trovarono ugualmente la maniera di sigillare le sue porte. Era gestito egregiamente da Suore esperte ,Figlie dell’Immacolata che annoveravano e si occupavano anche di piccoli orfanelli . La loro fondatrice fu Beata Maria Josefa Amalia Sofía Iaconis che a soli 19 anni, vestì come novizia l’abito e ricevette il nome di Suor Maria Eufrasia. Nel 1887 si trasferì a Roma. Oggi Beata! Passando da la oggi si sente stringere il cuore nel vedere quel fabbricato e quel cortile chiuso, dove centinaia di bambini abbiamo gioito ,corso, scorticate le ginocchia ,abbiamo avuto i primi sussulti nel vederci l’amichetta preferita che si concedeva a giochetti accompagnati da lunghi sguardi e graditi sorrisi. Nel 2018 passando di la non resistetti a alzarmi oltre quel muretto orma pieno d’erba e guardare all’interno. Sembrava udire le grida gioiose di decine di bambini e bambine tutti vestiti con quei grembiulini bianchi e colletto blu. Qualcosa colpi’ il mio triste sguardo, quella fontanella sul lato sinistro ormai asciutta e abbandonata. Chi sa quante volte ci riempivamo la bocca d’acqua e scherzosamente la spruzzavamo addosso alle nostre amichette, e anche verso le parti “basse”! . Loro compiaciute ci rimproveravano un po’ ,ma erano felici perché erano state loro “le prescelte” . Giochi di ragazzini ma che “aprivano” una lunga amicizia (forse qualcosa di più!) una volta divenuti giovincelli! Avrò’ forse un po’ divagato,ma la mente, questa miniera d’oro stracarica di memoria non ci da tregua. Basta una strada qualsiasi per scavarne ricordi indelebili,cose vissute con persone alcune ormai volate in cielo e rivivere insieme a loro quei ricordi. Sapete tutti la mia negligenza verso la scuola.Dovetti ripetere la terza elementare per causa malattia. All’età di otto ,nove anni mi diagnosticarono la febbre tifoide ,o meglio conosciuta come tifo . Fu la che incontrai l’amico carissimo Peppino Aquila e l’ormai notissima signorina maestra Romano di Salerno!! (Bei ricordi Peppi’,un paradiso in classe!) Ma alla quinta ,fatta con il professore Teodoro Torchia ,fui rimandato a settembre. Quel giorno degli esami di riparazione non mi presentai e fui costretto a ripeterla. Qui incontrai gli amici di sempre. Per primo il professore Dino DE Vuono, Matteo Piperio, Marasco Saverio, Oliverio Francesco ,alias Piazzetta, Marasco Luigi ,emigrato in seguito a Toronto, la comari Rita Congi, Tomasina Leonetti, Serafina Piccolo, e tanti gli altri che porto tutti nel mio cuore. In quella Classe appresi tante cose ,m a la più importante fu “LA FEDE JUVENTINA” inculcata dal Professore De Vuono .GRAZIE PROFESSO’ !”. Il resto lo conoscete già. Il 4 ottobre del 1961 si aprirono per me le porte del Seminario. Ne sono uscito dopo quattro anni trasformato. Ero “un nuovo Peppino”,una nuova vita doveva incominciare per me. Grazie a tutti, Peppino Fazio.
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